Cuba: fermati 4 giornalisti italiani, saranno espulsi

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L'inviata di Mediaset Ilaria Cavo, fermata a Cuba con tre colleghi

Gli inviati stavano indagando sull'omicidio dei coniugi di Lignano. Uno di loro al telefono con SkyTG24: "Sei persone si sono scagliate contro di me. Ci hanno accusati di essere entrati nell'isola con un visto turistico"

Quattro giornalisti italiani che a Cuba stavano indagando sull'omicidio dei coniugi Burgato a Lignano Sabbiadoro, sono stati fermati dalle autorità locali perché sarebbero stati in possesso di un visto semplicemente turistico e non di lavoro. Si tratta dell'inviata di Mediaset Ilaria Cavo, dell'operatore Fabio Tricarico, del cronista del Messaggero Veneto Domenico Pecile e del fotoreporter del Corriere della Sera Stefano Cavicchi.
Fermati per violazione delle norme sull'immigrazione, i giornalisti sono quindi stati convocati per un'udienza amministrativa al termine della quale, l'autorità migratoria cubana ha disposto la scorta a L'Avana e l'espulsione dei quattro italiani.

"Stiamo tutti bene, ma ci hanno spogliato di tutto, dal materiale fotografico ai passaporti. Stiamo aspettando le decisioni delle autorità cubane", ha detto a SkyTG24 Stefano Cavicchi. "Siamo stati fermati in due riprese. Sei persone si sono scagliate contro di me. Ho pensato a un blitz. Poi ho capito che erano del ministero degli Interni. Ci hanno imputati di essere entrati nell'isola con un visto turistico. Il blitz è stato spropositato. Adesso sono in hotel ma resto sorvegliato" aveva aggiunto.

Oggi, sabato 29 settembre, uno degli inviati arrestati, Domenico Pecile, firma sul Messaggero Veneto e sul Piccolo un'intervista al presunto responsabile del duplice omicidio di Paolo Burgato e Rosetta Sostero, il giovane cubano Reiver Laborde Rico. Questi, secondo quanto riportano i quotidiani, si sarebbe intrattenuto con l'inviato per qualche minuto, per sostenere la propria innocenza. "Io con il delitto non ho nulla a che fare. Non sono scappato a Cuba ma sono tornato a Cuba perché stava nascendo la mia seconda figlia. Lo avevo detto a tutti, anche alla mia titolare della sala giochi", dichiara Reiver all'inviato.
In merito all'arresto della sorella, Lisandra, il giovane afferma: "E' stata costretta a dire quelle cose, non c'entriamo nulla. E' opera di gente con le palle". Infine, "la notte del duplice omicidio ero a casa, tranquillo, perché aspettavo di partire".

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