Siria, i ribelli: "Tra 72 ore attacchi agli scali civili"

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Ultimatum dell'esercito libero alle compagnie: "Sospendete entro tre giorni tutti i voli, gli aeroporti sono utilizzati a sostegno delle operazioni militari del regime". Intanto l'Unicef manda un nuovo allarme: "Nell'ultima settimana morte 1600 persone"

L'esercito libero siriano (Els) ha intimato alle compagnie aeree ancora operative nel Paese di sospendere entro 72 ore tutti i voli in Siria, prima di cominciare ad attaccare gli aeroporti civili di Damasco e Aleppo.
Lo ha riferito il sito web di Asharq Al-Awsat, il principale quotidiano pan-arabo con sede a Londra.
Secondo i ribelli gli aeroporti civili siriani sono utilizzati a sostegno delle operazioni militari: dalle piste decollano e atterrano gli aeroporti militari.
A Damasco al momento risultano attive la Syrian Air, la Air Arabia, la Egyptair, la Ethiopian Airlines, la Sudan Airlines e la Emirates. L'ultima compagnia internazionale a ritirarsi e' stata la Etihad Airways, degli Emirati Arabi Uniti, che ha sospeso i voli poche ore fa.

"Il regime criminale siriano ha iniziato a usare gli aeroporti civili per il decollo e l'atterraggio degli aerei da combattimento", afferma l'Esl citato da Russia Today. Secondo l'emittente russa, che in Siria è considerata vicina al regime di Bashar al Assad, e che è stata criticata dalla commissione Onu sulle stragi di civili nel Paese per alcuni suoi resoconti "orientati a incolpare i ribelli dei massacri", "i ribelli sono convinti che il regime sia stato costretto a usare gli scali civili dopo gli attacchi agli aeroporti militari di Abu Dhuhur, nella provincia di Idlib, e quello di Rasmi al-Aboud nei pressi di Aleppo.
I siti di monitoraggio sugli armamenti mondiali stimano che il regime di Damasco disponga di almeno 441 Mig di vario genere, alcuni di ultima generazione, 4.707 missili terra-aria e circa 200 elicotteri da combattimento. A questi si aggiungono un numero imprecisato di bombardieri e intercettori.

La notizia dell'ultimatum arriva poche ore dopo le ultime drammatiche stime dell'Unicef, secondo cui la settimana passata è quella "più sanguinosa dall'inizio della rivolta in Siria, con 1.600 morti tra i quali molti bambini".
Nel Paese gli sfollati hanno raggiunti quota 1,2 milioni di persone, 150.000 a Damasco e nei suoi sobborghi "la metà sotto ai 18 anni". Secondo l'Unicef, in Siria e nella regione si sta verificando "una delle emergenze umanitarie più gravi degli ultimi decenni" a livello mondiale.

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