Premio Nobel per la letteratura, c'è anche Dacia Maraini
MondoSecondo l'agenzia di scommesse il candidato numero uno al prestigioso riconoscimento è Haruki Murakami. Ma tra i papabili c'è pure la scrittrice italiana. Negli scorsi anni in testa ai pronostici anche Claudio Magris
di Raffaele Mastrolonardo
L'anno scorso ci hanno azzeccato, ma non senza polemiche. Altre volte hanno illuso più di uno scrittore. I pronostici sul prossimo vincitore del premio Nobel per la letteratura appena comunicati dagli allibratori inglesi di Ladbrokes sono così: è impossibile ignorarli ma vanno presi come un gioco. Altrimenti si rischia di rimanerci male. L'ammonimento vale doppio per noi italiani visto che quest'anno nella top ten c'è (prima donna in lista) una rappresentante delle lettere nazionali, Dacia Maraini e visto che negli ultimi anni siamo rimasti scottati più volte (Claudio Magris ne sa qualcosa). La scrittrice di Fiesole è infatti offerta a 16 contro 1 dai bookmakers inglesi, una quota che le vale il settimo posto assoluto tra i candidati al riconoscimento, al pari di mostri sacri della letteratura contemporanea come Philip Roth, Cormac McCarthy e Amos Oz. Il favorito di Ladbrokes, il giapponese Haruki Murakami, è lontano (7/1) ma tutti gli altri sono lì. Il cinese Mo Yan e l'olandese Cees Nooteboom sono dati a 12/1, seguiti a loro volta dallo scrittore albanese Ismail Kadare, dal poeta siriano Adonis e dal coreano Ko Un (tutti a 14/1). Poi, come detto, il quartetto con la nostra rappresentante. Insomma, in pochi decimali un folto gruppo.
Soffiate e nomi in codice. Ma quanto sono attendibili le stime della case di scommesse? Dipende. Lo scorso anno, per esempio, i bookmakers azzeccarono il vincitore, il poeta svedese Tomas Transtromer ma solo poco prima dell'annuncio. Le quote, infatti, cambiano in continuazione a seconda del flusso di puntate su un nome. Nel 2011 nelle ultime ore prima della comunicazione ufficiale, un'impennata di denaro sull'artista scandinavo, fin lì tra i favoriti ma senza spiccare, lo fece balzare in testa: la sua quota scese da 13/1 a 1,66. Fino ad allora il prescelto sembrava il cantautore americano Bob Dylan, a sua volta protagonista di un'accelerazione vistosa nell'ultima settimana. La repentina oscillazione in favore dello svedese fece pensare, come scrisse il quotidiano locale Dagens Nyheter, ad una fuga di notizie. Non sarebbe stata la prima volta, dopo tutto. Nel 2008, quando vinse il romanziere francese Jean-Marie Gustave Le Clézio, l'agenzia britannica decise di terminare le scommesse in anticipo proprio a causa delle eccessive puntate sul letterato transalpino sceso a ½ dopo essere partito da partito da 14/1, segno secondo molti che il nome del prescelto era trapelato dalla cerchia dei giudici. E dire che per mantenere il più possibile segreta la deliberazione l'Accademia svedese non esita a ricorrere ad espedienti. A quanto pare, nelle comunicazioni tra loro i giurati usano nomi in codice per riferirsi ai papabili. Nel 2008, per esempio, Le Clézio era “Chateaubriand”, l'anno precedente la vincitrice Doris Lessing era stata soprannominata “Little Dorrit”, un personaggio di Charles Dickens, mentre Harold Pinter, “laureato” nel 2005, era stato identificato come “Harry Potter”.
Sorprese. Di sicuro, pur vantando un discreto numero di successi, gli allibratori inglesi non vanno considerati degli oracoli. Le sorprese sono sempre in agguato. Nel 2009 per esempio Herta Muller, trionfatrice finale, era partita lontana dai riflettori con un anonimo 50/1. Quell'anno, all'apertura delle scommesse, il favorito era Amos Oz dato 4/1 e perenne papabile, mentre le indiscrezioni delle ultime ore indicavano Philip Roth. Alla fine, la spuntò la tedesca mentre in tanti si chiedevano chi fosse. L'anno precedente gli allibratori britannici avevano prescelto invece il nostro Claudio Magris, anche lui spesso nella ristretta rosa dei possibili premiati ma infine sempre a bocca asciutta. Dopo tutto, i candidati sono tanti (2010, di cui 46 inclusi in lista per la prima volta), il vincitore solo uno. Quest'anno Magris è relegato nelle retrovie. Che non sia, proprio per questo, l'anno giusto? La quota, 66/1, è allettante. Quasi quasi...
L'anno scorso ci hanno azzeccato, ma non senza polemiche. Altre volte hanno illuso più di uno scrittore. I pronostici sul prossimo vincitore del premio Nobel per la letteratura appena comunicati dagli allibratori inglesi di Ladbrokes sono così: è impossibile ignorarli ma vanno presi come un gioco. Altrimenti si rischia di rimanerci male. L'ammonimento vale doppio per noi italiani visto che quest'anno nella top ten c'è (prima donna in lista) una rappresentante delle lettere nazionali, Dacia Maraini e visto che negli ultimi anni siamo rimasti scottati più volte (Claudio Magris ne sa qualcosa). La scrittrice di Fiesole è infatti offerta a 16 contro 1 dai bookmakers inglesi, una quota che le vale il settimo posto assoluto tra i candidati al riconoscimento, al pari di mostri sacri della letteratura contemporanea come Philip Roth, Cormac McCarthy e Amos Oz. Il favorito di Ladbrokes, il giapponese Haruki Murakami, è lontano (7/1) ma tutti gli altri sono lì. Il cinese Mo Yan e l'olandese Cees Nooteboom sono dati a 12/1, seguiti a loro volta dallo scrittore albanese Ismail Kadare, dal poeta siriano Adonis e dal coreano Ko Un (tutti a 14/1). Poi, come detto, il quartetto con la nostra rappresentante. Insomma, in pochi decimali un folto gruppo.
Soffiate e nomi in codice. Ma quanto sono attendibili le stime della case di scommesse? Dipende. Lo scorso anno, per esempio, i bookmakers azzeccarono il vincitore, il poeta svedese Tomas Transtromer ma solo poco prima dell'annuncio. Le quote, infatti, cambiano in continuazione a seconda del flusso di puntate su un nome. Nel 2011 nelle ultime ore prima della comunicazione ufficiale, un'impennata di denaro sull'artista scandinavo, fin lì tra i favoriti ma senza spiccare, lo fece balzare in testa: la sua quota scese da 13/1 a 1,66. Fino ad allora il prescelto sembrava il cantautore americano Bob Dylan, a sua volta protagonista di un'accelerazione vistosa nell'ultima settimana. La repentina oscillazione in favore dello svedese fece pensare, come scrisse il quotidiano locale Dagens Nyheter, ad una fuga di notizie. Non sarebbe stata la prima volta, dopo tutto. Nel 2008, quando vinse il romanziere francese Jean-Marie Gustave Le Clézio, l'agenzia britannica decise di terminare le scommesse in anticipo proprio a causa delle eccessive puntate sul letterato transalpino sceso a ½ dopo essere partito da partito da 14/1, segno secondo molti che il nome del prescelto era trapelato dalla cerchia dei giudici. E dire che per mantenere il più possibile segreta la deliberazione l'Accademia svedese non esita a ricorrere ad espedienti. A quanto pare, nelle comunicazioni tra loro i giurati usano nomi in codice per riferirsi ai papabili. Nel 2008, per esempio, Le Clézio era “Chateaubriand”, l'anno precedente la vincitrice Doris Lessing era stata soprannominata “Little Dorrit”, un personaggio di Charles Dickens, mentre Harold Pinter, “laureato” nel 2005, era stato identificato come “Harry Potter”.
Sorprese. Di sicuro, pur vantando un discreto numero di successi, gli allibratori inglesi non vanno considerati degli oracoli. Le sorprese sono sempre in agguato. Nel 2009 per esempio Herta Muller, trionfatrice finale, era partita lontana dai riflettori con un anonimo 50/1. Quell'anno, all'apertura delle scommesse, il favorito era Amos Oz dato 4/1 e perenne papabile, mentre le indiscrezioni delle ultime ore indicavano Philip Roth. Alla fine, la spuntò la tedesca mentre in tanti si chiedevano chi fosse. L'anno precedente gli allibratori britannici avevano prescelto invece il nostro Claudio Magris, anche lui spesso nella ristretta rosa dei possibili premiati ma infine sempre a bocca asciutta. Dopo tutto, i candidati sono tanti (2010, di cui 46 inclusi in lista per la prima volta), il vincitore solo uno. Quest'anno Magris è relegato nelle retrovie. Che non sia, proprio per questo, l'anno giusto? La quota, 66/1, è allettante. Quasi quasi...