Siria, esodo notturno di massa: in Turchia 2500 profughi

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Con l’aggravarsi della situazione bellica aumentano i civili che scappano dal Paese. In totale le persone che hanno attraversato la frontiera sarebbero circa 53mila. Gli attivisti: un ufficiale turco ha sparato a un giovane in fuga

Il costante aggravamento della situazione bellica in Siria ha provocato parallelamente un ulteriore incremento dell'esodo verso la Turchia di civili in fuga dalle violenze: secondo fonti riservate della Protezione Civile di Ankara, solo nella notte tra il 9 e il 10 agosto sono stati oltre 2.500 gli sfollati siriani che hanno attraversato la frontiera tra i due Paesi, facendo aumentare a circa 53.000 unità il numero totale dei profughi dal Paese arabo. Impossibile fornire cifre precise, hanno sottolineato le fonti, in quanto gli arrivi si susseguono ormai senza soluzione di continuità, nonostante i rallentamenti imposti al flusso dai più severi provvedimenti di controllo adottati ai valichi turchi.
Smentite invece le indiscrezioni riferite dai mass media locali, secondo cui più di tremila siriani sarebbero stati ammassati in fila lungo il confine in attesa di sistemazione, non essendovi più spazio sufficiente nei campi loro riservati. 

Secondo quanto riferito dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, che cita testimoni oculari, un ufficiale di polizia turco ha sparato alla testa a un giovane siriano, rifugiato in uno dei campi profughi nel sud della Turchia, in circostanze ancora da chiarire. Il giovane è stato trasportato in ospedale. L'episodio è avvenuto nel campo di Yalda, nei pressi di Antakia, nella provincia sud-orientale turca di Hatay dove si trovano decine di migliaia di profughi divisi in almeno sei campi. Secondo l'Osservatorio, l'ufficiale che ha aperto il fuoco non era più in servizio in quel campo ed era stato sollevato dall'incarico dopo attriti con alcuni elementi dell'agglomerato di profughi. Non sono state ancora fornite le generalità della vittima

Sul fronte dei combattimenti sono ripresi anche oggi, venerdì 10 agosto, violenti scontri ad Aleppo tra governativi e ribelli nel quartiere chiave di Salaheddin, nella parte sud-occidentale della città più popolosa della Siria. L'agenzia ufficiale Sana afferma che il quartiere strategico della città e altri rioni sono "stati ripuliti" e che "centinaia di terroristi sono stati uccisi e arrestati". Dal canto loro, i ribelli della Brigata Tawhid dell'Esercito libero hanno pubblicato nelle ultime ore video amatoriali, la cui autenticità non può essere verificata in modo indipendente, della loro presenza "in gran parte di Salaheddin " e del fatto che il loro ritiro del 9 agosto è stato solo "parziale".

Intanto la Gran Bretagna ha annunciato che aumenterà di 5 milioni di sterline gli aiuti ai ribelli in Siria. Gli aiuti serviranno ad acquistare attrezzature per le telecomunicazioni e scorte mediche, non armi, e saranno dirette nella maggior parte al maggiore gruppo ribelle, il Free Syrian Army. "Il popolo siriano non può aspettare all'infinito", ha detto in una conferenza stampa il ministro degli esteri William Hague. Il ministro ha poi ordinato al Foreign Office di stabilire legami politici con l'opposizione siriana. Lo ha annunciato lo stesso Hague sul Times. Jon Wilks, ex ambasciatore in Yemen, è stato incaricato di creare contatti con personalità dell'opposizione legate al'Esercito siriano libero (Esl) in Turchia, Francia e Giordania. "Ci prepariamo alla vita dopo Bashar Assad", ha scritto Hague sul quotidiano britannico. I contatti serviranno anche a "non lasciare un vuoto di cui potrebbero approfittare al Qaeda e altri estremisti".

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