Facebook e Google, i colossi del web gay friendly
Mondo"Big G" lancia un'iniziativa globale a sostegno dei diritti omosessuali, mentre il social network introduce nuove icone per definire le unioni di persone dello stesso sesso. E non è la prima volta che i due giganti della Rete appoggiano il movimento Lgbt
di Raffaele Mastrolonardo
Quasi un botta e risposta. Un po' come quando si sfidano a suon di nuove funzionalità per conquistare gli utenti della rete. Solo che in questo caso il terreno di competizione, se di competizione si può parlare, riguarda la solidarietà con i diritti omosessuali. Protagoniste del duetto le due regine del web che a distanza di pochi giorni hanno promosso iniziative in favore della comunità Lgbt (acronimo riferito alle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender ndr.). La prima mossa è toccata a Facebook che il 2 luglio scorso ha regalato agli utenti la possibilità di caratterizzare sulla timeline la natura della propria unione attraverso nuove icone. Invece che, obbligatoriamente, un uomo e una donna, le opzioni prevedono ora la possibilità di due iconcine del medesimo sesso. La funzionalità è stata notata per la prima volta nell'aggiornamento della timeline di Chris Hughes, co-fondatore dell'azienda, che si è da poco sposato con il suo compagno, Sean Eldridge.
La risposta di Google non si è fatta attendere. Una settimana dopo, il 7 e l'8 luglio per l'esattezza, il motore di ricerca ha annunciato la campagna “Legalise love”, legalizzare l'amore, per promuovere i diritti omosessuali all'interno dei propri uffici e, più in generale, nella società.
Lavoro e diritti – Il progetto – hanno fatto sapere dal quartier generale del motore di ricerca – non ha come obiettivo la legalizzazione delle unioni omosessuali, ma il rispetto e la tolleranza per la comunità Lgbt in quei Paesi in cui la cultura dominante è ancora arretrata. Le prime iniziative della campagna avranno come teatro Singapore e la Polonia, dove il colosso del web è presente e dove desidera che i propri dipendenti gay (i cosiddetti “gayglers”) possano essere se stessi dentro e fuori le mura dell'azienda. “Singapore vuole essere un centro finanziario globale leader nel mondo - ha detto Mark Palmer-Edgecumbe di Google al magazine online dot429 - e noi possiamo spronarli sul fatto che per essere tali bisogna trattare tutte le persone allo stesso modo indipendentemente dal loro orientamento sessuale”. Nel 2012, a detta della società, sono stati più di 1.500 i dipendenti del motore di ricerca che hanno partecipato alle manifestazioni del Gay Pride nel mondo. In occasione delle celebrazioni londinesi Google ha invitato 100 attivisti LGBT nei propri uffici per la prima Legalise London Conference.
Google e la causa gay - Non è la prima volta – anche se di certo è la più eclatante - che l'impresa fondata da Larry Page e Sergey Brin dimostra il proprio supporto ai diritti omosessuali. Il mese scorso, in occasione del Gay Pride, l'azienda aveva escogitato un “easter egg”, una sorpresa per tutti coloro che cercavano, appunto, “gay pride”, “lesbian” o altri termini associati alla causa Lgbt: digitate le parole, la maschera di ricerca del motore si ornava di un nastrino con i colori del arcobaleno, simbolo del movimento. In precedenza, nell'autunno del 2008, il colosso della rete aveva preso posizione contro la proposta, sottoposta a referendum nello stato della California, di cancellare il diritto al matrimonio delle persone dello stesso sesso. Nel 2011, infine, Google ha supportato il progetto It gets better e nel Doodle realizzato in occasione dell'ultimo San Valentino non ha mancato, nel finale, di inserire un riferimento all'amore tra persone dello stesso sesso.
Guarda il Video di Google su San Valentino
Facebook e la causa gay – Anche il social network di Mark Zuckerberg non è nuovo a iniziative in favore dei diritti omosessuali. Nel febbraio dello scorso anno aveva introdotto (anche se non in Italia) due nuove opzioni per definire lo status sentimentale dell'utente proprio per andare incontro alle esigenze della comunità Lgbt: “convivente” e “in un'unione civile”. Nell'autunno 2010, invece, a seguito di una serie di suicidi di giovani vessati per le loro preferenze sessuali, Facebook aveva stretto una partnership con la Gay & Lesbian Alliance Against Defamation (Glaad) per cercare di ridurre i fenomeni di bullismo nei confronti di persone gay sul social network e su Internet in generale.
Quasi un botta e risposta. Un po' come quando si sfidano a suon di nuove funzionalità per conquistare gli utenti della rete. Solo che in questo caso il terreno di competizione, se di competizione si può parlare, riguarda la solidarietà con i diritti omosessuali. Protagoniste del duetto le due regine del web che a distanza di pochi giorni hanno promosso iniziative in favore della comunità Lgbt (acronimo riferito alle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender ndr.). La prima mossa è toccata a Facebook che il 2 luglio scorso ha regalato agli utenti la possibilità di caratterizzare sulla timeline la natura della propria unione attraverso nuove icone. Invece che, obbligatoriamente, un uomo e una donna, le opzioni prevedono ora la possibilità di due iconcine del medesimo sesso. La funzionalità è stata notata per la prima volta nell'aggiornamento della timeline di Chris Hughes, co-fondatore dell'azienda, che si è da poco sposato con il suo compagno, Sean Eldridge.
La risposta di Google non si è fatta attendere. Una settimana dopo, il 7 e l'8 luglio per l'esattezza, il motore di ricerca ha annunciato la campagna “Legalise love”, legalizzare l'amore, per promuovere i diritti omosessuali all'interno dei propri uffici e, più in generale, nella società.
Lavoro e diritti – Il progetto – hanno fatto sapere dal quartier generale del motore di ricerca – non ha come obiettivo la legalizzazione delle unioni omosessuali, ma il rispetto e la tolleranza per la comunità Lgbt in quei Paesi in cui la cultura dominante è ancora arretrata. Le prime iniziative della campagna avranno come teatro Singapore e la Polonia, dove il colosso del web è presente e dove desidera che i propri dipendenti gay (i cosiddetti “gayglers”) possano essere se stessi dentro e fuori le mura dell'azienda. “Singapore vuole essere un centro finanziario globale leader nel mondo - ha detto Mark Palmer-Edgecumbe di Google al magazine online dot429 - e noi possiamo spronarli sul fatto che per essere tali bisogna trattare tutte le persone allo stesso modo indipendentemente dal loro orientamento sessuale”. Nel 2012, a detta della società, sono stati più di 1.500 i dipendenti del motore di ricerca che hanno partecipato alle manifestazioni del Gay Pride nel mondo. In occasione delle celebrazioni londinesi Google ha invitato 100 attivisti LGBT nei propri uffici per la prima Legalise London Conference.
Google e la causa gay - Non è la prima volta – anche se di certo è la più eclatante - che l'impresa fondata da Larry Page e Sergey Brin dimostra il proprio supporto ai diritti omosessuali. Il mese scorso, in occasione del Gay Pride, l'azienda aveva escogitato un “easter egg”, una sorpresa per tutti coloro che cercavano, appunto, “gay pride”, “lesbian” o altri termini associati alla causa Lgbt: digitate le parole, la maschera di ricerca del motore si ornava di un nastrino con i colori del arcobaleno, simbolo del movimento. In precedenza, nell'autunno del 2008, il colosso della rete aveva preso posizione contro la proposta, sottoposta a referendum nello stato della California, di cancellare il diritto al matrimonio delle persone dello stesso sesso. Nel 2011, infine, Google ha supportato il progetto It gets better e nel Doodle realizzato in occasione dell'ultimo San Valentino non ha mancato, nel finale, di inserire un riferimento all'amore tra persone dello stesso sesso.
Guarda il Video di Google su San Valentino
Facebook e la causa gay – Anche il social network di Mark Zuckerberg non è nuovo a iniziative in favore dei diritti omosessuali. Nel febbraio dello scorso anno aveva introdotto (anche se non in Italia) due nuove opzioni per definire lo status sentimentale dell'utente proprio per andare incontro alle esigenze della comunità Lgbt: “convivente” e “in un'unione civile”. Nell'autunno 2010, invece, a seguito di una serie di suicidi di giovani vessati per le loro preferenze sessuali, Facebook aveva stretto una partnership con la Gay & Lesbian Alliance Against Defamation (Glaad) per cercare di ridurre i fenomeni di bullismo nei confronti di persone gay sul social network e su Internet in generale.