Centinaia di uomini armati hanno attaccato numerosi centri nei pressi di Jos, la capitale dello stato di Plateau, nel centro del Paese. I morti sarebbero almeno 90. Le autorità puntano il dito contro un'etnia musulmana del luogo
Una nuova strage insanguina il Plateau, lo stato nel centro della Nigeria (LA MAPPA) teatro da anni di scontri interetnici e interreligiosi: domenica 8 luglio, centinaia di uomini armati hanno attaccato numerosi villaggi cristiani nei pressi di Jos, la capitale dello Stato. Decine le vittime, secondo l'agenzia Nuova Cina sarebbero almeno 90. Le autorità puntano l'indice contro i Fulani, l'etnia musulmana che vive nello Stato.
Sabato 7 sono stati attaccati i villaggi cristiani di Kakuruk, Kuzen, Ngyo, Kogoduk, Ruk, Dogo, Kufang, Kpapkpiduk, Kai. Domenica, alle prime luci dell'alba, scrive l'agenzia Nuova Cina citando fonti della sicurezza nigeriana, sono stati poi scoperti 50 cadaveri bruciati in una chiesa nel villaggio di Matsai.
Nel corso del pomeriggio di domenica a Jos si sono svolti i funerali di massa delle vittime, a cui avevano preso parte anche il senatore del nord Plateau, Gyang Dantong, e il leader della maggioranza parlamentare dello Stato, Gyang Fulani, entrambi appartenenti all'etnia Birom, di religione cristiana. I due hanno poi preso parte a un ricevimento a nel distretto di Gashis, a crica 90 km da Jos.
"I Fulani hanno attaccato l'abitazione, uccidendo i due politici e altre persone", ha detto il portavoce del governatore dello Stato di Plateau, Pam Ayuba. Secondo l'agenzia Nuova Cina, i morti in questo secondo attacco sono almeno 20.
I rappresentanti della comunità Fulani, citati dalla stampa locale tuttavia negano ogni responsabilità, e accusano i militari nigeriani di aver lanciato attacchi contro i membri della propria tribù.
Stando alla stampa, i soldati nigeriani hanno attaccato ieri i Fulani dopo gli assalti ai villaggi. Almeno 10 membri della comunità sono stati uccisi, 25 secondo altre fonti. Lo Stato di Plateau è caratterizzato dalla forte presenza a nord delle etnie di fede musulmane, mentre il sud è a maggioranza cristiana. Da decenni l'area è teatro di tensioni e sanguinosi scontri, di natura interetnica e interreligiosa. Secondo il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, in tre anni i morti sono almeno 1.000.
Nell'area è poi attiva la setta estremista islamica Boko Haram (che significa "l'educazione occidentale è proibita"), che ha rivendicato numerosi attacchi a colpi di bombe e kamikaze contro le chiese cristiane a Jos, provocando sanguinose rappresaglie. E sarebbe proprio questo l'obiettivo principale della setta, quello di scatenare una guerra interreligiosa tra le varie etnie del Paese.
Sabato 7 sono stati attaccati i villaggi cristiani di Kakuruk, Kuzen, Ngyo, Kogoduk, Ruk, Dogo, Kufang, Kpapkpiduk, Kai. Domenica, alle prime luci dell'alba, scrive l'agenzia Nuova Cina citando fonti della sicurezza nigeriana, sono stati poi scoperti 50 cadaveri bruciati in una chiesa nel villaggio di Matsai.
Nel corso del pomeriggio di domenica a Jos si sono svolti i funerali di massa delle vittime, a cui avevano preso parte anche il senatore del nord Plateau, Gyang Dantong, e il leader della maggioranza parlamentare dello Stato, Gyang Fulani, entrambi appartenenti all'etnia Birom, di religione cristiana. I due hanno poi preso parte a un ricevimento a nel distretto di Gashis, a crica 90 km da Jos.
"I Fulani hanno attaccato l'abitazione, uccidendo i due politici e altre persone", ha detto il portavoce del governatore dello Stato di Plateau, Pam Ayuba. Secondo l'agenzia Nuova Cina, i morti in questo secondo attacco sono almeno 20.
I rappresentanti della comunità Fulani, citati dalla stampa locale tuttavia negano ogni responsabilità, e accusano i militari nigeriani di aver lanciato attacchi contro i membri della propria tribù.
Stando alla stampa, i soldati nigeriani hanno attaccato ieri i Fulani dopo gli assalti ai villaggi. Almeno 10 membri della comunità sono stati uccisi, 25 secondo altre fonti. Lo Stato di Plateau è caratterizzato dalla forte presenza a nord delle etnie di fede musulmane, mentre il sud è a maggioranza cristiana. Da decenni l'area è teatro di tensioni e sanguinosi scontri, di natura interetnica e interreligiosa. Secondo il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, in tre anni i morti sono almeno 1.000.
Nell'area è poi attiva la setta estremista islamica Boko Haram (che significa "l'educazione occidentale è proibita"), che ha rivendicato numerosi attacchi a colpi di bombe e kamikaze contro le chiese cristiane a Jos, provocando sanguinose rappresaglie. E sarebbe proprio questo l'obiettivo principale della setta, quello di scatenare una guerra interreligiosa tra le varie etnie del Paese.