Secondo il Tribunale internazionale mancano le prove necessarie ad accertare la verità su alcuni atti compiuti nel 1992, ma l’ex presidente della Repubblica serba rimane imputato per altri 10 crimini, fra cui il massacro di Srebrenica
“La Camera accoglie parzialmente la mozione della difesa e proscioglie l’imputato dal titolo 1 dell’incriminazione”. Con queste parole il giudice del Tribunale Penale Internazionale per la Jugoslavia O-Gon Kwon ha annunciato la sua decisione di non giudicare Radovan Karadzic per alcuni massacri compiuti in vari villaggi della Bosnia Erzegovina nel 1992 per mancanza di prove. Il giudice ha però respinto la richiesta di proscioglimento per altri 10 capi d’accusa imputati all’ex presidente della Repubblica serba.
Fra le imputazioni, oltre al massacro di 8mila musulmani a Srebrenica, ci sono cinque accuse di crimini contro l’umanità (persecuzione, sterminio e deportazione) e quattro violazioni delle consuetudini di guerra, tra cui la presa di ostaggi civili.
Karadzic era stato arrestato il 21 luglio del 2008, dopo 13 anni di latitanza. Dopo otto giorni fu estradato all’Aja, sede del processo iniziato nel 2009, in cui ha deciso di difendersi da solo. E’ stato tra i protagonisti della guerra in Bosnia, che ha causato più di 100mila morti e 2,2 milioni di sfollati tra il 1992 e il 1995.
Fra le imputazioni, oltre al massacro di 8mila musulmani a Srebrenica, ci sono cinque accuse di crimini contro l’umanità (persecuzione, sterminio e deportazione) e quattro violazioni delle consuetudini di guerra, tra cui la presa di ostaggi civili.
Karadzic era stato arrestato il 21 luglio del 2008, dopo 13 anni di latitanza. Dopo otto giorni fu estradato all’Aja, sede del processo iniziato nel 2009, in cui ha deciso di difendersi da solo. E’ stato tra i protagonisti della guerra in Bosnia, che ha causato più di 100mila morti e 2,2 milioni di sfollati tra il 1992 e il 1995.