"Sto bene, sono stanco, è stata molto dura". Queste le prime parole, dopo il rilascio, dello skipper italiano sequestrato dai pirati somali mentre si trovava a bordo di un’imbarcazione insieme alla compagna. Anche lei è libera
Bruno Pellizzari, l'italiano rapito da pirati somali nell'ottobre 2010, è stato liberato insieme alla sua compagna. Lo riferisce il Ministero degli Esteri. "Il titolare della Farnesina Giulio Terzi, che ha seguito personalmente le fasi cruciali della liberazione, lo ha appena comunicato ai familiari", si legge in una nota. "Sto bene, sono stanco, è stata molto dura", sono state le prime parole di Pellizzari al suo arrivo in Italia.
Pellizzari e la compagna, di nazionalità sudafricana, erano stati rapiti il 26 ottobre 2010 mentre si trovavano a bordo dell'imbarcazione "Sy Choizil", al largo della Tanzania.
"Desidero ringraziare tutte le Istituzioni che grazie al loro lavoro tenace hanno consentito di giungere al risultato di oggi, al quale hanno fornito un contributo determinante anche le autorità somale del Governo Federale Transitorio", ha detto Terzi.
Bruno Pellizzari era stato sequestrato assieme alla compagna Deborah Calitz al largo della costa della Tanzania. Al momento dell'arrembaggio da parte dei pirati, a bordo del loro yacht "Sy Choizil" vi era anche lo skipper britannico Peter Eldridge, che però riuscì a fuggire e fu poi recuperato da una nave francese. Della coppia, invece, non si ebbero più notizie finché, nell'ottobre scorso, i carcerieri concessero a Pellizzari di chiamare casa: una telefonata che ridestò le speranze dei familiari, che più volte avevano lanciato appelli ai pirati affinché fosse liberato.
Oltre al passaporto italiano, Pellizzari ha anche quello sudafricano. Con la compagna, infatti, viveva e lavorava a Durban. Ex tecnico di ascensori, da anni però sognava di lasciare tutto per compiere un lungo viaggio in mare. Proprio per questo la coppia decise di prendere a nolo lo yacht e partire per la grande avventura.
Pellizzari e la compagna, di nazionalità sudafricana, erano stati rapiti il 26 ottobre 2010 mentre si trovavano a bordo dell'imbarcazione "Sy Choizil", al largo della Tanzania.
"Desidero ringraziare tutte le Istituzioni che grazie al loro lavoro tenace hanno consentito di giungere al risultato di oggi, al quale hanno fornito un contributo determinante anche le autorità somale del Governo Federale Transitorio", ha detto Terzi.
Bruno Pellizzari era stato sequestrato assieme alla compagna Deborah Calitz al largo della costa della Tanzania. Al momento dell'arrembaggio da parte dei pirati, a bordo del loro yacht "Sy Choizil" vi era anche lo skipper britannico Peter Eldridge, che però riuscì a fuggire e fu poi recuperato da una nave francese. Della coppia, invece, non si ebbero più notizie finché, nell'ottobre scorso, i carcerieri concessero a Pellizzari di chiamare casa: una telefonata che ridestò le speranze dei familiari, che più volte avevano lanciato appelli ai pirati affinché fosse liberato.
Oltre al passaporto italiano, Pellizzari ha anche quello sudafricano. Con la compagna, infatti, viveva e lavorava a Durban. Ex tecnico di ascensori, da anni però sognava di lasciare tutto per compiere un lungo viaggio in mare. Proprio per questo la coppia decise di prendere a nolo lo yacht e partire per la grande avventura.