Siria: la Russia nega l’accordo anti-Assad

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Il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha smentito il piano rivelato dalla Francia per destituire il presidente siriano in cambio di un uomo di fiducia. Intanto continuano le stragi: almeno 19 morti

E’ giallo sul botta e risposta tra Parigi e Mosca sulla Siria. In un’intervista radiofonica rilasciata il 15 giugno all’emittente France Inter, il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha rivelato che la Russia avrebbe avviato colloqui con gli stati occidentali per rimuovere il presidente siriano Bashar al-Assad dal potere, in cambio di garanzie sul successore. Si tratterebbe di una svolta per il Paese mediorientale, martoriato da 16 mesi di rivolte e spargimenti di sangue. Ma a distanza di poche ore dall’annuncio il ministro degli esteri russo, Seghei Lavrov, ha smentito l’accordo. “Tali discussioni non ci sono state e non ci saranno perché questo contraddice le posizioni della Russia”, ha fatto sapere Lavrov.

Quindi la situazione siriana non cambia, anche se sta prendendo corpo l’idea, da parte della comunità internazionale, di prendere decisioni incisive che blocchino i massacri. Nell’intervista rilasciata da Fabius, il ministro degli Esteri ha fatto sapere di valutare l’eventualità di fornire mezzi di comunicazione ai ribelli. Inoltre,  sembra che il 30 giugno la comunità internazionale potrebbe riunirsi in un gruppo di contatto, caldeggiato anche da Kofi Annan, per aggirare i vincoli del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Intanto, come ogni venerdì, da 16 mesi a questa parte, i militanti anti-regime sono scesi nelle strade dopo la preghiera di mezzogiorno, cantando slogan contro il governo di Putin.  In molte città le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro i manifestanti, provocando la morte di almeno 19 persone.  L’organizzazione internazionale Human Rights Watch, dopo le accuse rivolte sia al regime che ai ribelli di aver usato i bambini come scudi umani, ha denunciato un’altra serie di orrori: miliziani e militari avrebbero usato lo stupro contro uomini, donne e bambini, aggiungendo un altro capitolo agli orrori commessi in Siria.

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