Dopo l'accoglimento del ricorso italiano da parte dei giudici indiani, la moglie di uno dei militari fermati in India con l'accusa di aver ucciso due pescatori si dice "grata alle istituzioni" ma aggiunge: "servono risposte"
(in fondo all'articolo tutti i video sulla vicenda dei marò)
"E' andata bene, siamo confortati da come li abbiamo trovati: forti nel corpo e nello spirito. Erano molto emozionati, è stata un'iniezione di fiducia per entrambi". Così Franca Latorre, commenta al suo rientro dall'India lo stato di salute del fratello Massimiliano e di Salvatore Girone, fermati in India con l'accusa di aver ucciso due pescatori.
E Giovanna Ardito, moglie dell'altro marò, esprime "gratitudine per le istituzioni che lì ci hanno accolto e a quelle italiane che ci hanno permesso di raggiungerlo". Ma aggiunge: "Sono giorni di attesa: aspettiamo risposte dall'India".
La decisione del tribunale indiano - E dall'India le ultime risposte non sembrano negative. Nelle ore scorse si è infatti sciolto un altro nodo nell'intricata matassa della vicenda dell'Enrica Lexie: la Corte Suprema di New Delhi ha ammesso un ricorso per incostituzionalità dell'arresto dei due marò accusati di aver ucciso due pescatori al largo dello Stato indiano del Kerala.
I giudici del massimo organo giudiziario hanno mostrato di voler prendere "sul serio" le obiezioni dell'Italia sull'illegalità della detenzione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: i due, sostiene da sempre Roma, sono militari in servizio anti pirateria e l'incidente è avvenuto in acque internazionali.
La Corte ha chiesto al governo indiano e allo stato del Kerala di comparire nella prossima udienza dell'8 maggio per esporre le loro tesi.
Dopo l'accordo sull'indennizzo ai familiari delle due vittime e l'eventualità della partenza a breve tempo della petroliera ancorata al largo di Kochi, questo nuovo spiraglio potrebbe forse far sperare in un possibile rilascio dei due militari e nella loro consegna alla giustizia italiana.
"E' andata bene, siamo confortati da come li abbiamo trovati: forti nel corpo e nello spirito. Erano molto emozionati, è stata un'iniezione di fiducia per entrambi". Così Franca Latorre, commenta al suo rientro dall'India lo stato di salute del fratello Massimiliano e di Salvatore Girone, fermati in India con l'accusa di aver ucciso due pescatori.
E Giovanna Ardito, moglie dell'altro marò, esprime "gratitudine per le istituzioni che lì ci hanno accolto e a quelle italiane che ci hanno permesso di raggiungerlo". Ma aggiunge: "Sono giorni di attesa: aspettiamo risposte dall'India".
La decisione del tribunale indiano - E dall'India le ultime risposte non sembrano negative. Nelle ore scorse si è infatti sciolto un altro nodo nell'intricata matassa della vicenda dell'Enrica Lexie: la Corte Suprema di New Delhi ha ammesso un ricorso per incostituzionalità dell'arresto dei due marò accusati di aver ucciso due pescatori al largo dello Stato indiano del Kerala.
I giudici del massimo organo giudiziario hanno mostrato di voler prendere "sul serio" le obiezioni dell'Italia sull'illegalità della detenzione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: i due, sostiene da sempre Roma, sono militari in servizio anti pirateria e l'incidente è avvenuto in acque internazionali.
La Corte ha chiesto al governo indiano e allo stato del Kerala di comparire nella prossima udienza dell'8 maggio per esporre le loro tesi.
Dopo l'accordo sull'indennizzo ai familiari delle due vittime e l'eventualità della partenza a breve tempo della petroliera ancorata al largo di Kochi, questo nuovo spiraglio potrebbe forse far sperare in un possibile rilascio dei due militari e nella loro consegna alla giustizia italiana.