
Respinta in Senato la cosiddetta “Buffet Rule”, dal nome del noto miliardario che da anni denuncia di pagare meno imposte della sua segretaria. Il presidente attacca: “I repubblicani proteggono gli sgravi fiscali dei più benestanti”
Con un voto prevedibile, i senatori repubblicani riescono a bloccare la riforma fiscale di Barack Obama, la cosiddetta Buffett Rule, che propone l'innalzamento delle tasse per i super ricchi d'America. Il provvedimento prende il nome dal noto miliardario Warren Buffett, che ormai da anni insiste che non è possibile che lui, magnate della finanza e ultra-ricco versi in tasse allo Zio Sam meno della sua segretaria. La proposta prevede un innalzamento delle aliquote, a partire del 30%, per i grandi redditi. Si tratta di una legge che da mesi Barack Obama sta presentando in lungo e in largo in tutto il Paese e che è diventato una sorta di bandiera, di manifesto della sua campagna per la rielezione.
La Buffett Rule è stata respinta dal Senato 51 a 45. In pratica i democratici non sono riusciti a ottenere i 60 voti necessari per sconfiggere il boicottaggio della legge da parte della destra repubblicana. Un voto che ha scatenato la reazione, a caldo, del presidente Barack Obama: "I repubblicani hanno scelto ancora una volta di proteggere gli sgravi fiscali per i pochi straricchi d'America, a spese del ceto medio. La Buffett Rule - prosegue la nota ufficiale della Casa Bianca – è una proposta di buon senso. In un momento in cui abbiamo un grave deficit da coprire e ingenti investimenti da fare per rafforzare la nostra economia, semplicemente non possiamo continuare a perdere denaro in tagli alle tasse degli americani più ricchi, agevolazioni che non chiedono e di cui non hanno alcun bisogno".
Come insiste da mesi, Obama anche ora sottolinea che la sua proposta risponde "semplicemente a un principio di giustizia elementare, minimo". "E' totalmente sbagliato che milioni di americani del ceto medio paghino un aliquota fiscale più alta di alcuni milionari e miliardari. L'America è prospera quando tutti siamo coinvolti e ognuno ha l'opportunità di avere successo. Una delle sfide principali dei nostri tempi - aggiunge Obama – è costruire un'economia in cui ognuno ha le sue opportunità, tutti fanno la propria parte e tutti giocano secondo le stesse regole. Continuerò a spingere il Congresso ad andare avanti, non solo - conclude Obama - per recuperare una certa sicurezza economica per il ceto medio e per quelli che cercano di entrare nella classe media, ma anche per creare un'economia costruita per durare".
La Buffett Rule è stata respinta dal Senato 51 a 45. In pratica i democratici non sono riusciti a ottenere i 60 voti necessari per sconfiggere il boicottaggio della legge da parte della destra repubblicana. Un voto che ha scatenato la reazione, a caldo, del presidente Barack Obama: "I repubblicani hanno scelto ancora una volta di proteggere gli sgravi fiscali per i pochi straricchi d'America, a spese del ceto medio. La Buffett Rule - prosegue la nota ufficiale della Casa Bianca – è una proposta di buon senso. In un momento in cui abbiamo un grave deficit da coprire e ingenti investimenti da fare per rafforzare la nostra economia, semplicemente non possiamo continuare a perdere denaro in tagli alle tasse degli americani più ricchi, agevolazioni che non chiedono e di cui non hanno alcun bisogno".
Come insiste da mesi, Obama anche ora sottolinea che la sua proposta risponde "semplicemente a un principio di giustizia elementare, minimo". "E' totalmente sbagliato che milioni di americani del ceto medio paghino un aliquota fiscale più alta di alcuni milionari e miliardari. L'America è prospera quando tutti siamo coinvolti e ognuno ha l'opportunità di avere successo. Una delle sfide principali dei nostri tempi - aggiunge Obama – è costruire un'economia in cui ognuno ha le sue opportunità, tutti fanno la propria parte e tutti giocano secondo le stesse regole. Continuerò a spingere il Congresso ad andare avanti, non solo - conclude Obama - per recuperare una certa sicurezza economica per il ceto medio e per quelli che cercano di entrare nella classe media, ma anche per creare un'economia costruita per durare".