"In alcune zone si spara ancora" dichiara il leader del Consiglio nazionale siriano dell'opposizione. Il regime di Bashar al Assad avrebbe deciso di non rispettare l’accordo mediato dall'inviato dell'Onu e della Lega araba Kofi Annan
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Lo Speciale Mediterraneo di Sky.it
(in fondo all'articolo tutti i video sulla Siria)
Fine degli entusiasmi internazionali. A qualche ora di distanza dall'entrata in vigore del cessate il fuoco fra governo e ribelli in Siria, previsto dal piano di pace dall'inviato dell'Onu e della Lega araba Kofi Annan, il regime di Bashar al Assad ha violato l'accordo.
"In alcune zone del Paese si spara ancora" ha dichiarato il leader del Consiglio nazionale siriano dell'opposizione (Cns), Burhan Ghalioun, alla tv satellitare al-Arabiya. "Abbiamo perso le speranze che il regime voglia rispettare il piano di Kofi Annan" ha aggiunto l'oppositore siriano.
Violato il cessate il fuoco - I Comitati di coordinamento locali degli attivisti riferiscono che le forze fedeli a Bashar al Assad hanno aperto il fuoco contro manifestanti nei pressi di Dayr az Zor, nell'est del Paese, dove si stavano radunando dimostranti anti-regime, contando sulla tenuta del cessate il fuoco, in vigore dalle 6 di stamane.
Un residente di Hama, Manhal Abu Baker, interpellato via Skype da Ansa precisa che l'artiglieria governativa ha esploso colpi di mortaio nella regione di Hama, nei pressi dell'antico castello di al Madiq. Altre fonti riferiscono di bombardamenti nella regione di Zabadani a ovest di Damasco.
L'entrata in vigore del cessate il fuoco era previsto per giovedì 12 aprile alle ore 6, le 5 in Italia e in piena notte negli Stati Uniti dove si riuniscono i ministri degli Esteri del G8, per la seconda e conclusiva giornata del vertice dominato proprio dalla crisi siriana e dall'attesa per il responso sulla 'scadenza' fissata dal piano Annan, tra scetticismo e caute speranze.
Ministri degli Esteri al G8 Usa - Il regime di Bashar al Assad verrà giudicato "sui fatti e non sulle parole", ha detto il segretario di Stato Hillary Clinton che, in veste di 'padrona di casa' l'11 aprile a Washington ha presieduto la riunione dei ministri del G8 nella sua prima giornata che si è conclusa con una cena ristretta (gli otto rappresentanti dei paesi partner) nella residenza del capo della diplomazia americana.
All'ordine del giorno, dunque, anche il caso Siria ; il lavorio diplomatico continuerà con l'ambizione di tentare (ancora una volta) di ridurre la distanza tra la posizione di Mosca (la Russia è tra i membri del G8) alleato di ferro di Damasco e quella del resto dei paesi rappresentati.
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All'ordine del giorno, dunque, anche il caso Siria ; il lavorio diplomatico continuerà con l'ambizione di tentare (ancora una volta) di ridurre la distanza tra la posizione di Mosca (la Russia è tra i membri del G8) alleato di ferro di Damasco e quella del resto dei paesi rappresentati.