La cancelliera Angela Merkel sostiene la candidatura dell'attivista dei diritti umani dopo le dimissioni di Christian Wulff. "Non sono superman, una persona che non fa errori" ha detto il 72enne scelto per il ruolo di massima rappresentanza del Paese
Guarda anche
Christian Wulff, un (ex) presidente sotto scacco
Il venerdì 17 di Angela Merkel secondo Gli Sgommati
(In fondo all'articolo tutti i video sulle dimissioni del presidente tedesco)
Il futuro presidente della Repubblica federale tedesca sarà il pastore protestante Joachim Gauck: lo ha presentato il 19 febbraio la cancelliera Angela Merkel, dopo aver ceduto alle forti pressioni dell'opposizione e degli alleati liberali, in una domenica che avrebbe potuto far saltare la coalizione di governo. Gauck aveva perso la partita con Christian Wulff nel maggio 2010, quando l'ormai ex presidente, fortemente voluto dalla Merkel, sostituì il dimissionario Horst Kohler. L'accordo sul suo nome, che arriva a tarda ora, è il segnale chiaro di una sconfitta per la cancelliera.
Contrari alla candidatura di Gauck - La Cdu, partito della Merkel, era contraria alla candidatura di Gauck, pastore evangelico, attivista per i diritti civici nella ex DDr, presidente dell'ente federale per l'esame e la custodia degli archivi della Stasi dal '90 al 2000, appoggiato nel 2010 da Verdi ed Spd contro Wulff. Sceglierlo ora significa ammettere implicitamente che due anni fa fu presa la decisione sbagliata. Per questo motivo il partito si è opposto, incontrando però la resistenza dei Liberali, che hanno di fatto messo il veto sulle alternative.
Alle 21.15, in una conferenza stampa in cancelleria, la Bundeskanzlerin ha presentato il designato, che dovrà essere ora eletto dal parlamento in seduta plenaria. Accanto a lei, i leader dei partiti di governo e di opposizione. "In questa situazione - ha detto la Merkel - era importante proporre un candidato comune". La cancelliera ha sottolineato che le trattative sono state 'intense' e le proposte 'diverse'. Soffermandosi poi sul profilo dell'attivista che contribuì a rendere pacifica la rivoluzione che porò alla disgregazione della DDr.
Gauk: non sono superman - "Vi prego di non aspettarvi che io sia un superman o un uomo senza errori", ha detto Gauck, che succede a due presidenti dimissionari travolti appunto dai loro 'errori'. "La cosa più toccante - ha detto - è che un uomo che è stato per 50 anni in una dittatura sia chiamato al vertice dello Stato".
Per l'Fdp e l'opposizione Gauck è la persona giusta per recuperare la fiducia dei tedeschi in una istituzione finita da mesi nell'occhio del ciclone, per la campagna mediatica esplosa contro Wulff, nella quale sono emersi gli scandali di un presidente 'sbagliato', come lo ha definito Spiegel la settimana scorsa, che domani esce in edicola con il titolo "il ritiro inevitabile".
Wulff si è dimesso venerdì 17 febbraio, in seguito alla richiesta della Procura di Hannover di revocare all'ex presidente l'immunità per poter indagare su un presunto scambio di favori con un amico imprenditore, che risalirebbe al periodo in cui era alla guida del Land della Bassa Sassonia. Wulff ha lasciato subito dopo l'annuncio delle dimissioni il castello di Bellevue, sede della presidenza a Berlino, ed è tornato ad Hannover.
Christian Wulff, un (ex) presidente sotto scacco
Il venerdì 17 di Angela Merkel secondo Gli Sgommati
(In fondo all'articolo tutti i video sulle dimissioni del presidente tedesco)
Il futuro presidente della Repubblica federale tedesca sarà il pastore protestante Joachim Gauck: lo ha presentato il 19 febbraio la cancelliera Angela Merkel, dopo aver ceduto alle forti pressioni dell'opposizione e degli alleati liberali, in una domenica che avrebbe potuto far saltare la coalizione di governo. Gauck aveva perso la partita con Christian Wulff nel maggio 2010, quando l'ormai ex presidente, fortemente voluto dalla Merkel, sostituì il dimissionario Horst Kohler. L'accordo sul suo nome, che arriva a tarda ora, è il segnale chiaro di una sconfitta per la cancelliera.
Contrari alla candidatura di Gauck - La Cdu, partito della Merkel, era contraria alla candidatura di Gauck, pastore evangelico, attivista per i diritti civici nella ex DDr, presidente dell'ente federale per l'esame e la custodia degli archivi della Stasi dal '90 al 2000, appoggiato nel 2010 da Verdi ed Spd contro Wulff. Sceglierlo ora significa ammettere implicitamente che due anni fa fu presa la decisione sbagliata. Per questo motivo il partito si è opposto, incontrando però la resistenza dei Liberali, che hanno di fatto messo il veto sulle alternative.
Alle 21.15, in una conferenza stampa in cancelleria, la Bundeskanzlerin ha presentato il designato, che dovrà essere ora eletto dal parlamento in seduta plenaria. Accanto a lei, i leader dei partiti di governo e di opposizione. "In questa situazione - ha detto la Merkel - era importante proporre un candidato comune". La cancelliera ha sottolineato che le trattative sono state 'intense' e le proposte 'diverse'. Soffermandosi poi sul profilo dell'attivista che contribuì a rendere pacifica la rivoluzione che porò alla disgregazione della DDr.
Gauk: non sono superman - "Vi prego di non aspettarvi che io sia un superman o un uomo senza errori", ha detto Gauck, che succede a due presidenti dimissionari travolti appunto dai loro 'errori'. "La cosa più toccante - ha detto - è che un uomo che è stato per 50 anni in una dittatura sia chiamato al vertice dello Stato".
Per l'Fdp e l'opposizione Gauck è la persona giusta per recuperare la fiducia dei tedeschi in una istituzione finita da mesi nell'occhio del ciclone, per la campagna mediatica esplosa contro Wulff, nella quale sono emersi gli scandali di un presidente 'sbagliato', come lo ha definito Spiegel la settimana scorsa, che domani esce in edicola con il titolo "il ritiro inevitabile".
Wulff si è dimesso venerdì 17 febbraio, in seguito alla richiesta della Procura di Hannover di revocare all'ex presidente l'immunità per poter indagare su un presunto scambio di favori con un amico imprenditore, che risalirebbe al periodo in cui era alla guida del Land della Bassa Sassonia. Wulff ha lasciato subito dopo l'annuncio delle dimissioni il castello di Bellevue, sede della presidenza a Berlino, ed è tornato ad Hannover.