La dichiarazione arriva durante la visita degli osservatori della Lega araba, coordinata dal contestatissimo generale sudanese Mustafa al-Dabi. Francia e Russia: "La delegazione lavori con la massima libertà"
(in fondo all'articolo i video sulla Siria)
Dopo Homs, gli osservatori della Lega Araba si preparano a visitare altre zone calde della Siria, tra cui Hama, Idlib e Deraa, oltre alla capitale Damasco.
Ma sui risultati della missione guidata dal generale sudanese, Mustafa al-Dabi, è già polemica, tanto più che gli attivisti e Human Rights Watch hanno denunciato il repulisti compiuto dal regime, che avrebbe trasferito centinaia di detenuti in zone militari off-limits per il team della Lega Araba.
Per non parlare della rabbia e della delusione degli abitanti di Homs, che hanno accusato gli osservatori di non voler visitare le zone martoriate dalla repressione né di aver mostrato particolare interesse "per i morti e le sofferenze che abbiamo affrontato".
L'appello russo e francese - A confermare i dubbi che si addensano sulla missione, è intervenuta la Francia, secondo cui agli osservatori non è stato possibile conoscere la "realtà della situazione a Homs" mentre la Russia ha chiesto che il team lavori nella "massima libertà".
Gli appelli di Parigi e Mosca sono stati lanciati subito dopo le dichiarazioni del generale Dabi, che ha riferito di aver trovato a Homs "una situazione rassicurante", almeno "finora".
"In alcune aree le condizioni non erano buone" ma "non ho visto nulla di terrificante", ha spiegato il generale sudanese, la cui nomina a capo della missione ha destato numerose perplessità visto il suo curriculum di ex capo degli 007 di Khartoum e uomo fidato del presidente sudanese.
Il regime annuncia la liberazione di 755 prigionieri - Sui crimini di guerra e gli abusi sui diritti umani commesi da Omar al-Bashir, hanno denunciato alcune Ong, Dabi avrebbe chiuso gli occhi più volte in passato.
Intanto, la situazione sul terreno rimane critica. Nella provincia di Deraa un gruppo di disertori avrebbe ucciso in un agguato quattro soldati del regime mentre ad Hama, nel centro del Paese, sarebbero in corso scontri tra manifestanti e forze di sicurezza.
L'emittente al Jazira ha mostrato le immagini dei disordini, riferendo di "sporadiche sparatorie" e colonne di fumo nero che si levano verso il cielo.
Nel video si vedono dozzine di persone che marciano urlando lo slogan "dove sono gli osservatori arabi?".
Il regime, nel frattempo, ha voluto offrire al team della Lega Araba un gesto di buona volontà annunciando la liberazione di 755 persone "coinvolte nei recenti incidenti in Siria e le cui mani non si erano macchiate del sangue siriano".
Il rilascio dei prigionieri è uno dei punti chiave della roadmap messa a punto dall'organizzazione pan-araba e firmata da Damasco.
Dopo Homs, gli osservatori della Lega Araba si preparano a visitare altre zone calde della Siria, tra cui Hama, Idlib e Deraa, oltre alla capitale Damasco.
Ma sui risultati della missione guidata dal generale sudanese, Mustafa al-Dabi, è già polemica, tanto più che gli attivisti e Human Rights Watch hanno denunciato il repulisti compiuto dal regime, che avrebbe trasferito centinaia di detenuti in zone militari off-limits per il team della Lega Araba.
Per non parlare della rabbia e della delusione degli abitanti di Homs, che hanno accusato gli osservatori di non voler visitare le zone martoriate dalla repressione né di aver mostrato particolare interesse "per i morti e le sofferenze che abbiamo affrontato".
L'appello russo e francese - A confermare i dubbi che si addensano sulla missione, è intervenuta la Francia, secondo cui agli osservatori non è stato possibile conoscere la "realtà della situazione a Homs" mentre la Russia ha chiesto che il team lavori nella "massima libertà".
Gli appelli di Parigi e Mosca sono stati lanciati subito dopo le dichiarazioni del generale Dabi, che ha riferito di aver trovato a Homs "una situazione rassicurante", almeno "finora".
"In alcune aree le condizioni non erano buone" ma "non ho visto nulla di terrificante", ha spiegato il generale sudanese, la cui nomina a capo della missione ha destato numerose perplessità visto il suo curriculum di ex capo degli 007 di Khartoum e uomo fidato del presidente sudanese.
Il regime annuncia la liberazione di 755 prigionieri - Sui crimini di guerra e gli abusi sui diritti umani commesi da Omar al-Bashir, hanno denunciato alcune Ong, Dabi avrebbe chiuso gli occhi più volte in passato.
Intanto, la situazione sul terreno rimane critica. Nella provincia di Deraa un gruppo di disertori avrebbe ucciso in un agguato quattro soldati del regime mentre ad Hama, nel centro del Paese, sarebbero in corso scontri tra manifestanti e forze di sicurezza.
L'emittente al Jazira ha mostrato le immagini dei disordini, riferendo di "sporadiche sparatorie" e colonne di fumo nero che si levano verso il cielo.
Nel video si vedono dozzine di persone che marciano urlando lo slogan "dove sono gli osservatori arabi?".
Il regime, nel frattempo, ha voluto offrire al team della Lega Araba un gesto di buona volontà annunciando la liberazione di 755 persone "coinvolte nei recenti incidenti in Siria e le cui mani non si erano macchiate del sangue siriano".
Il rilascio dei prigionieri è uno dei punti chiave della roadmap messa a punto dall'organizzazione pan-araba e firmata da Damasco.