Assange, ricorso alla Corte Suprema: "La battaglia continua"

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Julian Assange all'uscita dal tribunale lunedì 5 dicembre 2011

Il tribunale di Londra ha stabilito che il fondatore di Wikileaks potrà fare appello al massimo organo giudiziario del Regno Unito contro la richiesta di estradizione in Svezia. Il motivo: il suo caso è di interesse generale

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"La battaglia per la giustizia continua". Sono le prime parole pronunciate da Julian Assange dopo la decisione del tribunale di Londra: il capo di Wikileaks non sarà estradato immediatamente in Svezia ma potrà chiedere l'esame alla Corte Suprema perché il suo caso è di interesse generale del pubblico.

Non è però ancora detta l’ultima parla. Assange infatti deve ancora chiedere alla Corte Suprema di esaminare il suo caso. L' Alta Corte si è limitata a stabilire che gli è concesso di farlo indipendentemente. Il punto su cui la Corte ha individuato nel caso Assange un interesse generale del pubblico è quello della validità dei mandati di arresto europei, un tema in discussione anche nel parlamento inglese. "Sono felice", ha detto il capo di Wikileaks dopo il verdetto.

Ora ha 14 giorni di tempo per presentare una richiesta scritta di ricorso alla Corte Suprema, il massimo organo giudiziario del Regno Unito. Non è chiaro quanto tempo ci metteranno i giudici a esaminare l'appello.

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