Diminuiscono i contagi, ma in 34 milioni vivono con l'Hiv

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E' quanto emerge dal rapporto Unaids pubblicato in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids. A 30 anni dal primo caso diagnosticato nel mondo, i decessi in un anno sono 1,8 milioni (-22% dal 2005). TUTTI I NUMERI

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Nel mondo quasi 34 milioni di persone vivono con l'Hiv (virus dell'immunodeficienza umana); circa 2,5 milioni sono minori di 15 anni e 2,6 milioni hanno contratto il virus nel 2009 (di cui 370 mila bambini), una cifra in diminuzione rispetto ai 3,1 milioni del 1999. Questa la fotografica scattata da Unaids, il Rapporto globale sull'Aids delle Nazioni Unite, in occasione della Giornata mondiale contro l'Aids (qui tutti i dati).
Sono trascorsi 30 anni da quando il mondo ha visto il manifestarsi dell’infezione da Hiv e venivano diagnosticati i primi casi di Aids.
Oggi, dicembre 2011, le nuove infezioni da Hiv sono state ridotte del 21% e si trovano al loro livello più basso dal 1997, le morti da malattie correlate all'AIDS sono invece diminuite del 21% dal 2005. Dati incoraggianti, dai quali però emerge che l'Aids è una piaga ancora lontano dall'essere debellata.

Persone colpite nel mondo - Ecco i dati relativi alla fine del 2010: circa 34 milioni di persone vivono con l'Hiv; sono 2,7 milioni le nuove infezioni di Hiv; 1,8 milioni i morti a causa di Aids. Nel 2007 la malattia ha causato due milioni di morti.

Calo delle infezioni - Dal 2001 al 2007 i casi di infezione di Aids sono calati da 3 milioni a 2,7 milioni. E' un progresso che non deve fermare la lotta alla malattia, anche perché in Paesi come Cina, Indonesia, Kenya, Mozambico, Papua Nuova Guinea, la Federazione Russa, Ucraina e Vietnam le infezioni sono in aumento.

Diminuiscono i decessi - Cala il numero di decessi a causa dell'Hiv: erano 2,1 milioni nel 2004 e ne sono stati registrati, indicativamente, 1,8 milioni nel 2009, tra questi 260 mila minori di 15 anni. Il rapporto rivela che l'incidenza del virus è diminuita dal 2001 al 2009 del 25% in 22 paesi subsahariani ed anche in India e nel sud est asiatico. Rimane invece stabile negli Usa e nell'Europa centrale ed occidentale mentre cresce di oltre il 25% in Russia ed in diverse altre repubbliche ex-sovietiche.

Andamento della malattia  - L'epidemia globale si è stabilizzata in termini di percentuale di persone infette, con quasi 7500 nuove infezioni ogni giorno, mentre è in calo il numero di nuove infezioni tra i bambini, negli ultimi due anni, passato da 410.000 a 370.000.

Sette i Paesi più colpiti - In Rwanda e Zimbabwe, cambiamenti nelle abitudini sessuali hanno portato ad un calo del numero di nuovi casi. L'uso di preservativi è in aumento tra i giovani e si aspetta di più prima di avere rapporti sessuali. E' quanto avvenuto nei sette Paesi più colpiti: Burkina Faso, Camerun, Etiopia, Ghana, Malawi, Uganda e Zambia e la percentuale di donne in gravidanza che ricevono il trattamento con farmaci antiretrovirali è aumenta dal 14% al 33%.

In Italia - In Italia, a 30 anni dal primo caso di Aids diagnosticato nel mondo, sono circa 157.000 le persone affette dalla sindrome di immunodeficienza acquisita o da Hiv, e nel 2010 i nuovi contagi sono stati in media 5,5 ogni 100.000 residenti.
I dati del Ministero della Salute parlano di un nuovo contagio con il virus dell'Hiv ogni tre ore, 3 mila i nuovi casi ogni anno, ci si infetta di più al Centro-Nord rispetto al Sud e isole e nel 2010 quasi una persona su tre diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera.
Dai dati disponibili dal Ministero dall'inizio dell'epidemia nel 1982 al dicembre del 2008 sono 60.500 i casi di Aids registrati e tra questi 39.000 sono stati i decessi. I farmaci antiretrovirali, che sono stati resi disponibili dal 1995, anno del picco di epidemia, sono riusciti a ridurre i casi di Aids conclamato: i nuovi casi sono passati dai 5.653 degli anni precedenti ai circa 1.300 attuali. I sieropositivi sono circa 170mila, con 3.500-4mila nuovi casi l'anno.
Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2010 hanno un'età media di 39 anni per i maschi e di 35 anni per le femmine.

La percentuale di donne con Hiv e Aids è quella più cresciuta negli anni: se nel 1985 c'era un caso di Hiv femminile ogni 3,5 casi maschili, il rapporto è oggi salito a 2,5. Dati allarmanti, perché se i casi di infezione sono diminuiti dal 1981 (anno in cui fu identificato il primo caso di Aids negli Usa), la stabilità di diffusione del virus e i cambiamenti delle modalità di trasmissione dimostrano come le persone non abbiano ancora assunto comportamenti responsabili per evitare il diffondersi del virus.

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