56 anni, cattolico, è stato ministro e portavoce del governo Aznar ed è stato sconfitto due volte da Zapatero. "Non sono né vago né indeciso, ma mi piace riflettere prima di agire" ha spiegato a La Vanguardia. LA SCHEDA
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Mariano Rajoy è un veterano del Palazzo madrileno, un politico di vecchio stampo. E' stato ministro e portavoce del governo con José Maria Aznar, che nel 2004 lo ha designato suo successore.
Nel 'look' è barbuto come Rubalcaba, l'avversario che ha sconfitto alle elezioni del novembre 2011, e come lui è più comodo nell'idea e nella sostanza che nella politica immagine, al contrario del 'grande comunicatore' Zapatero.
"Sono Mariano Rajoy, spagnolo e galiziano, nato a Santiago di Compostela 56 anni fa" annuncia nella sua autobiografia appena uscita. Galiziano si sente fino alla punta delle dita. Cattolico e uomo di famiglia, in apparenza più tenace - è stato battuto nel 2004 e nel 2008 da Zapatero ma non ha rinunciato - che brillante, gli avversari lo trovano 'grigio', dotato di humor ma non aggressivo, moderato e uomo di compromesso, di lui la campagna elettorale ha dato una immagine di 'forza tranquilla' in grado di dare al paese il "cambio" di cui ha bisogno dopo i travagliati anni Zapatero.
Trainato dal netto vantaggio nei sondaggi fin dall'inizio, ha fatto una campagna prudente, evitando di prendere impegni troppo netti, in previsione delle scelte lacrime e sangue che ora dovrà fare per salvare il paese sul bordo del precipizio del debito.
Grazie al solido appoggio della moglie Elvira 'Viri' Fernandez ha superato momenti molto difficili. La sconfitta imprevista alle politiche del marzo 2004 dopo i massacri dei treni di Madrid e di nuovo nel 2008 contro Zapatero, che aveva scatenato una rivolta interna nel Pp, guidata dalla 'dama di ferro' Esperanza Aguirre.
"C'é chi non mi ha appoggiato nel partito. Non abbiano timori - li rassicura oggi - ho dimenticato tutto".
Negli anni di opposizione la stampa madrilena - forse anche con un po' di snobismo verso il 'provinciale' galiziano - non lo ha molto amato accusandolo di esser noioso, incerto, restio alle decisioni difficili. "Non sono né vago né indeciso, ma mi piace riflettere prima di agire" ha spiegato a La Vanguardia. Gli omosessuali temono che rimetta in discussione la legge sui matrimoni gay. Lui ha detto che preferirebbe le 'unioni civili' ma non ha chiarito che cosa farà."E se suo figlio le dicesse, 'Papà, sono gay e voglio sposarmì?" gli ha chiesto La Vanguardia. "Lo appoggerei".
Cammina un'ora al giorno, come Rubalcaba è tifoso del Real (Zapatero fa jogging ed è del Barca), guarda le partite in tv. Che cosa bisogna sapere di lei, gli ha chiesto un cronista: "Sono una persona corretta".
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Grazie al solido appoggio della moglie Elvira 'Viri' Fernandez ha superato momenti molto difficili. La sconfitta imprevista alle politiche del marzo 2004 dopo i massacri dei treni di Madrid e di nuovo nel 2008 contro Zapatero, che aveva scatenato una rivolta interna nel Pp, guidata dalla 'dama di ferro' Esperanza Aguirre.
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