Germania, attentati neonazisti. Servizi segreti sotto accusa
MondoPer oltre dieci anni un gruppo di estrema destra ha agito indisturbato su tutto il territorio tedesco. E si è reso responsabile di almeno dieci omicidi, rapine e una bomba a Colonia
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La Germania si sveglia sotto shock e scopre l'incubo del terrorismo neonazista. Una rapina fallita ad Eisenach, in Turingia, nell'ex Ddr, ha portato alla scoperta di un gruppo terroristico di estrema destra responsabile di almeno dieci omicidi a sfondo razzista e diverse rapine negli ultimi dieci anni, oltre a un attentato al quartiere turco di Colonia nel 2004. A destare però la maggiore preoccupazione il fatto che i tre responsabili, due uomini e una donna, erano conosciuti e seguiti dai servizi segreti fin dal 1997.
Un network neonazista in Germania - Tutto ha inizio venerdì 4 novembre, quando ad Eisenach due rapinatori inseguiti dalla polizia preferiscono suicidarsi dando fuoco al camper nel quale si erano rifugiati. I corpi vengono identificati come quelli di Uwe Böhnhardt e Uwe Mundlos, coinvolti in alcuni attentati falliti negli anni '90. La polizia si mette sulle tracce della loro complice storica Beate Zschäpe. Lei prima di venire individuata, fa saltare in aria casa sua consegnandosi poi alle forze dell'ordine. Tra i resti dell'appartamento viene trovato un vero arsenale, tra cui anche l'arma usata per compiere i cosiddetti Döner-Morde (omicidi del Kebab), nove omicidi di cittadini turchi e greci tra il 2000 e 2006, oltre alla pistola di ordinanza di Michele Kiesewetter, poliziotta 22enne uccisa per strada nel 2007 a Heilbronn, nella Germania meridionale. Ma a colpire l'opinione pubblica è soprattutto il ritrovamento di 4 dvd, nel quale i tre non solo rivendicano gli omicidi commessi, confessando il movente razzista, ma annunciano anche una serie di nuovi attentati spiegando di far parte di un network di estrema destra denominato Sottosuolo nazionalsocialista. I dvd erano già imbustati e pronti per essere spediti a redazioni di vari giornali, oltre che a diversi centri di cultura islamica. Dimostrazione, secondo gli inquirenti, che il gruppo aveva intenzione di passare da una fase di clandestinità ad una più politica. Nei filmati, che Der Spiegel ha potuto visionare, il gruppo si attribuisce una bomba esplosa nel 2004 nel quartiere turco di Colonia.
Per anni seguite piste sbagliate - A finire ora sul banco degli imputati sono le forze dell'ordine e i servizi segreti tedeschi. I nove delitti a sfondo razzista (otto cittadini di origine turca e un greco) sono avvenuti in diverse città tedesche, da nord al sud, tra il 2000 e il 2006. Per molto tempo gli inquirenti hanno ipotizzato un regolamento di conti nella criminalità organizzata e solo negli ultimi anni la pista xenofoba è stata presa in considerazione. Per il caso della bomba a Colonia si era esposto lo stesso ministro dell'interno dell'epoca, Otto Schilly della Spd, che aveva pubblicamente escluso il movente razzista.
A mettere ancora più in imbarazzo le forze dell'ordine è il caso della giovane poliziotta uccisa. Sul luogo del delitto era stata trovata una traccia di Dna femminile, collegata a una serie di delitti compiuti fin dal 1993. Omicidi, spaccio, ma anche risse, si parla di una serial killer, ma la varietà dei delitti fa sorgere più di un sospetto. Nel 2009 si scopre però che il Dna apparteneva a un'impiegata di 71 anni della fabbrica nella quale vengono realizzati i tamponi usati dalla polizia.
Ombre sui servizi segreti - Ma le accuse più pesanti sono ora rivolte ai servizi segreti, chiamati in Germania Servizi di difesa della Costituzione (Bfv). Uwe Böhnhardt, Uwe Mundlos e Beate Zschäpe facevano parte di un gruppo chiamato Heimatschutz Thuringen (Difesa della patria Turingia), piccolo gruppo di estrema destra ben conosciuto dai servizi. I tre avevano tentato di piazzare dell'esplosivo nel 1997 davanti al teatro di Jena. Scoperti, si erano dati alla latitanza fino al 2003, quando è scattata la prescrizione. La Linke, il partito di sinistra, all'epoca aveva sollevato il dubbio che potessero esistere complicità all'interno delle forze dell'ordine. Dubbi che ora riemergono, tanto che i servizi segreti hanno dovuto smentire di aver avuto contatti continui con il trio nel corso degli anni. Secondo la Bild, infatti, nei resti della casa di Beate Zschäpe sarebbero stati trovati anche dei documenti falsi, del genere usato proprio dagli agenti del Bfv, mentre il settimanale Focus ha rivelato i sospetti della polizia di una possibile talpa al proprio interno. Una situazione ancora molto confusa, dove l'unica certezza è che un gruppo di neonazisti ben conosciuto dai servizi segreti, ha potuto compiere indisturbato una serie di delitti in tutta la Germania, senza che nessuno fosse in grado di collegare i casi.
La reazione della politica - La Merkel, impegnata a Lipsia nel congresso della Cdu, ha parlato di uno "scandalo per la Germania", mentre il ministro dell'interno Hans-Peter Friedrich ha chiesto di riaprire tutti i casi sospetti di razzismo degli ultimi dieci anni per verificare quanto estesa fosse l'attività del gruppo terroristico. Nell'occhio del ciclone anche l'organizzazione dell'intelligence tedesca, strutturata in sedici diverse agenzie (una per ogni Land) spesso non coordinate e a volte in concorrenza tra di loro. Ma a spaventare l'opinione pubblica tedesca è il sospetto, per ora né confermato né smentito, che dietro ai tre assassini si possa nascondere un'organizzazione più vasta e ramificata su tutto il territorio federale.
Un estratto della clip - Der Spiegel ha pubblicato un breve estratto del dvd (video qui sotto) trovato a casa di Beate Zschäpe. Nel video viene usato un vecchio cartone animato della Pantera Rosa con audio modificato. Il protagonista cammina per la strada e legge su un cartello "Volk steh zu deinem Land unterstutze den Nsu" (popolo, difendi la tua patria, sostiene la Nsu). Andando avanti si alternano cartone animato con estratti da telegiornali che parlano dei delitti contro i cittadini di origine turca. Tra le immagini che scorrono, si vede anche la bomba usata a Colonia.
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Un network neonazista in Germania - Tutto ha inizio venerdì 4 novembre, quando ad Eisenach due rapinatori inseguiti dalla polizia preferiscono suicidarsi dando fuoco al camper nel quale si erano rifugiati. I corpi vengono identificati come quelli di Uwe Böhnhardt e Uwe Mundlos, coinvolti in alcuni attentati falliti negli anni '90. La polizia si mette sulle tracce della loro complice storica Beate Zschäpe. Lei prima di venire individuata, fa saltare in aria casa sua consegnandosi poi alle forze dell'ordine. Tra i resti dell'appartamento viene trovato un vero arsenale, tra cui anche l'arma usata per compiere i cosiddetti Döner-Morde (omicidi del Kebab), nove omicidi di cittadini turchi e greci tra il 2000 e 2006, oltre alla pistola di ordinanza di Michele Kiesewetter, poliziotta 22enne uccisa per strada nel 2007 a Heilbronn, nella Germania meridionale. Ma a colpire l'opinione pubblica è soprattutto il ritrovamento di 4 dvd, nel quale i tre non solo rivendicano gli omicidi commessi, confessando il movente razzista, ma annunciano anche una serie di nuovi attentati spiegando di far parte di un network di estrema destra denominato Sottosuolo nazionalsocialista. I dvd erano già imbustati e pronti per essere spediti a redazioni di vari giornali, oltre che a diversi centri di cultura islamica. Dimostrazione, secondo gli inquirenti, che il gruppo aveva intenzione di passare da una fase di clandestinità ad una più politica. Nei filmati, che Der Spiegel ha potuto visionare, il gruppo si attribuisce una bomba esplosa nel 2004 nel quartiere turco di Colonia.
Per anni seguite piste sbagliate - A finire ora sul banco degli imputati sono le forze dell'ordine e i servizi segreti tedeschi. I nove delitti a sfondo razzista (otto cittadini di origine turca e un greco) sono avvenuti in diverse città tedesche, da nord al sud, tra il 2000 e il 2006. Per molto tempo gli inquirenti hanno ipotizzato un regolamento di conti nella criminalità organizzata e solo negli ultimi anni la pista xenofoba è stata presa in considerazione. Per il caso della bomba a Colonia si era esposto lo stesso ministro dell'interno dell'epoca, Otto Schilly della Spd, che aveva pubblicamente escluso il movente razzista.
A mettere ancora più in imbarazzo le forze dell'ordine è il caso della giovane poliziotta uccisa. Sul luogo del delitto era stata trovata una traccia di Dna femminile, collegata a una serie di delitti compiuti fin dal 1993. Omicidi, spaccio, ma anche risse, si parla di una serial killer, ma la varietà dei delitti fa sorgere più di un sospetto. Nel 2009 si scopre però che il Dna apparteneva a un'impiegata di 71 anni della fabbrica nella quale vengono realizzati i tamponi usati dalla polizia.
Ombre sui servizi segreti - Ma le accuse più pesanti sono ora rivolte ai servizi segreti, chiamati in Germania Servizi di difesa della Costituzione (Bfv). Uwe Böhnhardt, Uwe Mundlos e Beate Zschäpe facevano parte di un gruppo chiamato Heimatschutz Thuringen (Difesa della patria Turingia), piccolo gruppo di estrema destra ben conosciuto dai servizi. I tre avevano tentato di piazzare dell'esplosivo nel 1997 davanti al teatro di Jena. Scoperti, si erano dati alla latitanza fino al 2003, quando è scattata la prescrizione. La Linke, il partito di sinistra, all'epoca aveva sollevato il dubbio che potessero esistere complicità all'interno delle forze dell'ordine. Dubbi che ora riemergono, tanto che i servizi segreti hanno dovuto smentire di aver avuto contatti continui con il trio nel corso degli anni. Secondo la Bild, infatti, nei resti della casa di Beate Zschäpe sarebbero stati trovati anche dei documenti falsi, del genere usato proprio dagli agenti del Bfv, mentre il settimanale Focus ha rivelato i sospetti della polizia di una possibile talpa al proprio interno. Una situazione ancora molto confusa, dove l'unica certezza è che un gruppo di neonazisti ben conosciuto dai servizi segreti, ha potuto compiere indisturbato una serie di delitti in tutta la Germania, senza che nessuno fosse in grado di collegare i casi.
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