I tecnici hanno rivelato un'alta presenza di xenon, indizio di una possibile attività nucleare. Per precauzione la Tepco ha iniettato acido borico per evitare una possibile reazione a catena
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Segnali di una possibile fissione nucleare sono stati rilevati nel reattore due della centrale giapponese di Fukushima: i tecnici del gestore dell'impianto, la Tepco, hanno iniziato a iniettare acido borico per evitare una possibile reazione a catena. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa giapponese Kyodo. Prelievi di gas effettuati all'interno del reattore ieri hanno indicato la possibile presenza di xenon radioattivo, un gas che viene liberato in presenza di una fissione nucleare. Nessuna variazione di temperatura, pressione o livelli di radiazioni è stata invece riscontrata nel reattore dell'impianto, colpito dallo tsunami successivo al terremoto dello scorso 11 marzo.
"Non neghiamo alcuna ipotesi, compresa quella di criticità localizzate all'interno del reattore", ha detto in conferenza stampa Yoshinori Moriyama, portavoce della Nisa, l'agenzia per la sicurezza atomica. L'importante, ha aggiunto, "è continuare a monitorare eventuali segnali di reazione fissile e mantenere una capacità di controllo". La scoperta, paradossalmente, coincide con il primo riavvio autorizzato di un reattore dopo il disastro dell'11 marzo. La Kyushu Electric Power, infatti, ha detto che il reattore n.4 di Genkai, spentosi automaticamente il 4 ottobre dopo un guasto, ha ripreso la produzione di elettricità.
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