Termina la missione 'Unified Protector', ma l'Alleanza atlantica è pronta a collaborare con il Cnt per gestire la fase di transizione. E' giallo intanto sulle armi nucleari che sarebbero state trovate dai ribelli. Eletto il nuovo premier ad interim
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(in fondo all'articolo tutti i video sulla guerra in Libia)
Dopo sette mesi, la Nato scrive la parola fine alle operazioni militari in Libia e nella stessa giornata, forse simbolicamente, il Cnt elegge un nuovo premier.
Alla mezzanotte in punto di lunedì 31 ottobre, l'Alleanza atlantica ha spento i motori dei caccia impegnati dal 31 marzo scorso nella missione 'Unified protector' e ha riconsegnato lo spazio aereo ai vincitori della guerra civile contro il regime di Gheddafi.
Per dare solennità all'evento, il segretario generale della Nato, il danese Anders Fogh Rasmussen, è giunto a sorpresa a Tripoli. "E' un momento storico, sono il primo segretario della Nato in visita in Libia, e a mezzanotte metteremo fine alle operazioni per proteggere il popolo libico, chiudendo una delle missioni Nato di maggior successo", ha detto Rasmussen, che ha incontrato nella capitale libica i vertici del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), che avevano fatto sobbalzare le cancellerie occidentali annunciando alla tv panaraba 'Al Arabiya' di aver trovato "le armi nucleari di Gheddafi".
Annuncio corretto parzialmente dal primo ministro dimissionario del Cnt, Mahmud Jibril, che ha parlato del ritrovamento solo di "armi chimiche" e non nucleari. Parlando a Tripoli, dopo aver incontrato i vertici del Cnt, Rasmussen ha però smentito indirettamente Jibril rivelando che la Nato "non ha alcuna informazione" circa il ritrovamento di armi chimiche o nucleari negli arsenali del defunto rais.
L'annuncio ha colto di sorpresa anche l'Agenzia dell'Onu per l'energia atomica (Aiea), che a Vienna ha fatto sapere di essere all'oscuro della vicenda. Jibril aveva detto ad 'Al Arabiya' che sarebbe stata proprio l'Aiea a dare l'annuncio del ritrovamento nei prossimi giorni.
"L'Aiea non è stata informata della scoperta di materiale nucleare in Libia", ha detto il portavoce, Gill Tudor. Niente 'bomba atomica' di Gheddafi dunque. Ma anche le armi chimiche "ritrovate" dal Cnt sarebbero già note da tempo alle agenzie internazionali.
L'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw, con sede all'Aja) ha infatti precisato che si tratta delle stesse scorte dichiarate dal passato regime di Gheddafi in ottemperanza alla Convenzione sulle armi chimiche (Cwc).
Prima della guerra, il regime aveva distrutto il 55 per cento delle scorte di iprite e il 40 per cento dei suoi precursori chimici per la fabbricazione di armi, nonch‚ tutte le scorte di munizioni per l'uso di sostanze chimiche.
Lo smantellamento, precisa Opcw, è stato sospeso nel febbraio scorso, con l'inizio della rivolta. Le rimanenti armi chimiche sono conservate in un deposito militare 700 chilometri a sud-est di Tripoli. Le scorte - secondo Opcw - consistono in circa nove tonnellate di iprite e oltre 800 di precursori chimici. Il nuovo governo di Tripoli, riconosciuto dalle Nazioni Unite, eredita oltre agli immensi giacimenti di petrolio e gas naturale anche gli obblighi come Stato membro della Cwc di distruggere tutte le armi chimiche rimaste sotto la supervisione degli ispettori internazionali. Uno dei tanti banchi di prova per il successore di Jibril, l'accademico Abdul Al-Raheem Al-Qeeb, con un passato di studi e insegnamento all'estero, eletto in serata a Tripoli
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Per dare solennità all'evento, il segretario generale della Nato, il danese Anders Fogh Rasmussen, è giunto a sorpresa a Tripoli. "E' un momento storico, sono il primo segretario della Nato in visita in Libia, e a mezzanotte metteremo fine alle operazioni per proteggere il popolo libico, chiudendo una delle missioni Nato di maggior successo", ha detto Rasmussen, che ha incontrato nella capitale libica i vertici del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), che avevano fatto sobbalzare le cancellerie occidentali annunciando alla tv panaraba 'Al Arabiya' di aver trovato "le armi nucleari di Gheddafi".
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