Ennahdha, che sostiene di ispirarsi all'Islam moderato si prepara a guidare un governo di coalizione . Nove mesi dopo la destituzione di Ben Alì, al seggio è andato oltre il 90% degli aventi diritto. GUARDA IL VIDEO
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Tutto secondo previsioni, o quasi. Lo scrutinio dei voti per l'elezione dell'Assemblea costituente tunisina sta delineando una forte affermazione del partito islamista Ennahdha, in linea con quanto era stato previsto alla vigilia. Il punto è capire di quali dimensioni sarà la vittoria del partito confessionale, che aspira alla maggioranza assoluta, ma che difficilmente potrà ottenerla.
Quindi c'è ancora da aspettare per capire se la colomba, che Rached Gannouchi ha scelto come simbolo del suo partito, spiccherà il volo da sola (molto improbabile) o se (molto probabile) avrà bisogno d'essere scortata da qualcun altro nel tragitto verso il potere. In queste ore peraltro, è tutto un intrecciarsi di numeri, più o meno piccoli, più o meno attendibili, sui quali però la commissione elettorale non vuole intervenire, rimandando tutto a martedì 25 ottobre.
I risultati ufficiali si conosceranno solo martedì 25, ma le forze laiche hanno già riconosciuto il successo della formazione islamica. "Ci inchiniamo alla volontà popolare", ha commentato Maya Zribi, segretaria generale del Partito Democratico Progressista. "Con le cifre di cui disponiamo, constatiamo una tendenza a favore delle liste islamiche, e i limitati risultati conseguiti da parte nostra". Le ha fatto eco Ridha Ben Fadel, portavoce del Pdm, il Polo Democratico Progressista che raggruppa i partiti principali della sinistra: "Nella nuova Assemblea Costituente le formazioni progressiste
non avranno la maggioranza", ha riconosciuto.
Il partito Ennahdha - La formazione è fortemente condizionata dalla sua matrice religiosa, ma i suoi esponenti hanno sempre sostenuto di essere portatori di una islam moderato dicendo di ispirarsi al "modello turco" del Pkk di Erdogan e di avere preso le distanze dalla ideologia dei suoi esordi che lo poneva vicino ai Fratelli musulmani.
A favore di Ennahdha - oltre alla sua ideologia fortemente connotata dall'islam - ha influito la scelta di giocare d'anticipo e di darsi un'organizzazione capillare che gli ha consentito d'essere presente e di farsi sentire ovunque. Il voto di domenica 24 è semplicemente il saldo tra aspirazioni e impegno, e in questo momento le prime potrebbero non essere totalmente gratificate dal risultato. Ma la maggioranza (anche se non assoluta) dovrebbe comunque essere arrivata e ora Gannouchi non aspetta altro che di potersi sedere al tavolo delle trattative. Con che posizione dipende dai numeri: non soltanto i suoi, ma anche quelli dei suoi antagonisti. Tra loro dovrà scegliere quelli con cui dialogare ed ai quali magari chiedere un passo indietro nei loro programmi elettorali (sul sociale), promettendo di fare altrettanto in campo economico.
Martedì i risultati delle elezioni - Pur mancando i dati ufficiali, se c'è un vincitore virtuale ci sono anche degli sconfitti. Ma adesso anche gli altri partiti - a cominciare dai grandi avversari di Ennahdha, dal Pdp (che ha ammesso la vittoria di Gannouchi) ad Ettakatol - vogliono ragionarci su per capire cosa non ha funzionato.
Resta comunque altissima la probabilità che la Tunisia - passando per la Costituente - debba pensare ad una coalizione che la guidi verso un altro appuntamento fondamentale, quello delle politiche nel 2012, sempre che si riesca ad onorare questa scadenza. Gannouchi certo chiederà per sé e per Ennahdha quanto più potere possibile, ma dovrà superare la diffidenza degli eventuali alleati che sanno bene come, senza precise garanzie, potrebbero restare schiacciati tra il peso del voto e l'iperattivismo degli ennahdhisti, che non smobiliteranno la loro macchina organizzativa.
In tutto questo la Tunisia laica, che pure ha avuto un forte appoggio dalla maggior parte dei media (giornali, radio, televisioni, siti on line), resta attonita in attesa dell'ufficializzazione dell'esito del voto chiedendosi solo ora se non era il caso - a seggi ancora chiusi - di cercare una grande alleanza in funzione anti-Ennahdha, ma non anti-islamica.
La frammentazione delle ipotetiche opposizioni ad Ennhdha è stata clamorosa, e al giudizio degli elettori la sinistra s'è presentata parcellizzata tra riformisti, verdi, comunisti, modernisti e chi più ne ha più ne metta. Un regalo bello e infiocchettato per il pragmatico Gannouchi, che sembra avere già dimenticato d'essere stato accolto al seggio, dove si è presentato con moglie e figlia coperte dal velo, al grido di "assassino".
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Quindi c'è ancora da aspettare per capire se la colomba, che Rached Gannouchi ha scelto come simbolo del suo partito, spiccherà il volo da sola (molto improbabile) o se (molto probabile) avrà bisogno d'essere scortata da qualcun altro nel tragitto verso il potere. In queste ore peraltro, è tutto un intrecciarsi di numeri, più o meno piccoli, più o meno attendibili, sui quali però la commissione elettorale non vuole intervenire, rimandando tutto a martedì 25 ottobre.
I risultati ufficiali si conosceranno solo martedì 25, ma le forze laiche hanno già riconosciuto il successo della formazione islamica. "Ci inchiniamo alla volontà popolare", ha commentato Maya Zribi, segretaria generale del Partito Democratico Progressista. "Con le cifre di cui disponiamo, constatiamo una tendenza a favore delle liste islamiche, e i limitati risultati conseguiti da parte nostra". Le ha fatto eco Ridha Ben Fadel, portavoce del Pdm, il Polo Democratico Progressista che raggruppa i partiti principali della sinistra: "Nella nuova Assemblea Costituente le formazioni progressiste
non avranno la maggioranza", ha riconosciuto.
Il partito Ennahdha - La formazione è fortemente condizionata dalla sua matrice religiosa, ma i suoi esponenti hanno sempre sostenuto di essere portatori di una islam moderato dicendo di ispirarsi al "modello turco" del Pkk di Erdogan e di avere preso le distanze dalla ideologia dei suoi esordi che lo poneva vicino ai Fratelli musulmani.
A favore di Ennahdha - oltre alla sua ideologia fortemente connotata dall'islam - ha influito la scelta di giocare d'anticipo e di darsi un'organizzazione capillare che gli ha consentito d'essere presente e di farsi sentire ovunque. Il voto di domenica 24 è semplicemente il saldo tra aspirazioni e impegno, e in questo momento le prime potrebbero non essere totalmente gratificate dal risultato. Ma la maggioranza (anche se non assoluta) dovrebbe comunque essere arrivata e ora Gannouchi non aspetta altro che di potersi sedere al tavolo delle trattative. Con che posizione dipende dai numeri: non soltanto i suoi, ma anche quelli dei suoi antagonisti. Tra loro dovrà scegliere quelli con cui dialogare ed ai quali magari chiedere un passo indietro nei loro programmi elettorali (sul sociale), promettendo di fare altrettanto in campo economico.
Martedì i risultati delle elezioni - Pur mancando i dati ufficiali, se c'è un vincitore virtuale ci sono anche degli sconfitti. Ma adesso anche gli altri partiti - a cominciare dai grandi avversari di Ennahdha, dal Pdp (che ha ammesso la vittoria di Gannouchi) ad Ettakatol - vogliono ragionarci su per capire cosa non ha funzionato.
Resta comunque altissima la probabilità che la Tunisia - passando per la Costituente - debba pensare ad una coalizione che la guidi verso un altro appuntamento fondamentale, quello delle politiche nel 2012, sempre che si riesca ad onorare questa scadenza. Gannouchi certo chiederà per sé e per Ennahdha quanto più potere possibile, ma dovrà superare la diffidenza degli eventuali alleati che sanno bene come, senza precise garanzie, potrebbero restare schiacciati tra il peso del voto e l'iperattivismo degli ennahdhisti, che non smobiliteranno la loro macchina organizzativa.
In tutto questo la Tunisia laica, che pure ha avuto un forte appoggio dalla maggior parte dei media (giornali, radio, televisioni, siti on line), resta attonita in attesa dell'ufficializzazione dell'esito del voto chiedendosi solo ora se non era il caso - a seggi ancora chiusi - di cercare una grande alleanza in funzione anti-Ennahdha, ma non anti-islamica.
La frammentazione delle ipotetiche opposizioni ad Ennhdha è stata clamorosa, e al giudizio degli elettori la sinistra s'è presentata parcellizzata tra riformisti, verdi, comunisti, modernisti e chi più ne ha più ne metta. Un regalo bello e infiocchettato per il pragmatico Gannouchi, che sembra avere già dimenticato d'essere stato accolto al seggio, dove si è presentato con moglie e figlia coperte dal velo, al grido di "assassino".
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