Gli zombie e Obama all'assalto del Tea Party
MondoUn videogioco in cui bisogna uccidere dei morti viventi che rappresentano politici repubblicani e un sito creato dallo staff di Obama per denunciare le falsità degli avversari. Nella bollente campagna elettorale Usa, i democratici vanno al contrattacco
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di Carola Frediani
Quando il gioco si fa duro, i democratici cominciano a videogiocare. E non risparmiano colpi, ricorrendo a tutte le armi a disposizione. È il caso di Tea Party Zombies Must Die, uno "sparatutto" online dove l'utente deve affrontare una serie di morti viventi. Un classico del genere videoludico, non fosse per il fatto che i mostri incontrati raffigurano politici repubblicani e tipi umani conservatori.
Così, se nei primi livelli si devono fare fuori zombie che rappresentano “un vecchio bianco arrabbiato”, “un moderno seguace del Ku Klux Klan che esprime opinioni razziste su internet protetto dall'anonimato”, “una bionda senza cervello che non ha mai avuto problemi nella vita”, “lobbisti negazionisti del cambiamento climatico” e via dicendo, in una carrellata ideal-tipica decisamente beffarda, mano a mano che ci si addentra in scenari più difficili si viene assaltati dalla eroina del Tea Party Sarah Palin, e da alcuni candidati repubblicani alla presidenza 2012 come Michelle Bachmann, Newt Gingrich e Rick Santorum, oltre che dall'ex governatore dell'Arkansas e attuale conduttore di talk show Mike Huckabee. Insomma, c'è tutto il parterre destrorso americano da sgominare con sbarre di ferro, pistole, mitragliatrici, in un crescendo di schizzi di sangue e uccisioni splatter, che culmina negli studi televisivi del network Fox News.
Malgrado l'ambientazione macabra, per altro cristallizzata in un genere - quello dello zombie - consolidato e in parte svuotato di carica emotiva, il gioco suscita ilarità più che odio, anche se è sicuramente di dubbio gusto. Soprattutto, nelle intenzioni del suo creatore - il trentaduenne newyorchese Jason Oda, fondatore della casa di videogame StarvingEyes Advergaming – dovrebbe svolgere un ruolo informativo-propagandistico.
A questo servono le frasi che inframmezzano i diversi livelli, del gioco: “Fa' in modo che il governo non tocchi Medicare (il programma di assistenza sanitaria per anziani, ndr)”; “Solo il 12 per cento degli elettori del Tea Party sa che le tasse sotto Obama sono diminuite”, e via dicendo. Fino alla spiritosa conclusione – che avviene se si è eliminati da uno zombie – che recita: “Sei stato Teabaggato (Teabagged)”: gioco di parole dai molteplici significati e tutti poco desiderabili.
Ad ogni modo, il videogame - che non è ovviamente piaciuto al Grand Old Party, fatta eccezione per Huckabee, il quale ha mostrato di avere senso dell'humour, dicendosi “lusingato di essere stato incluso nel gioco” - fa parte di una più generale controffensiva democratica nei confronti di una campagna repubblicana anti-obamiana che non ha mai risparmiato tiri mancini. Anche grazie all'effetto di trascinamento dei falchi del Tea Party.
In questa strategia si inserisce l'ultima iniziativa dello staff del presidente Usa, che ha creato un tool online, “Gop Debate Watch”, per monitorare il dibattito fra i contendenti alla nomination del partito dell'elefantino. Un luogo dove sono segnate le dichiarazioni pubbliche più controverse dei candidati avversari, con tanto di retromarce e gaffe.
Ma ancor più combattivo – per alcuni addirittura inquietante – è Attackwatch.com, un sito in cui gli elettori pro-Obama sono invitati a rispondere alla “macchina del fango” repubblicana e ai suoi attacchi più menzogneri, diffondendo sui social media la verità dei fatti. Uno strumento già usato dall'attuale presidente nel 2008, ma che nella nuova veste appare molto più battagliero, oltre che collegato a un account Twitter.
Che si tratti però in questo caso di un'arma a doppio taglio? Se è infatti vero che in 24 ore 100mila utenti si sarebbero iscritti al sito, sulla piattaforma dei cinguettii l'iniziativa di Obama ha suscitato non poche battute da parte degli elettori repubblicani. Come nel caso di @AmeriPundit, che scrive: “#attackwatch vorrei denunciare il mio vicino Bob per aver surrettiziamente strappato l'adesivo di Obama dalla sua Prius”.
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Quando il gioco si fa duro, i democratici cominciano a videogiocare. E non risparmiano colpi, ricorrendo a tutte le armi a disposizione. È il caso di Tea Party Zombies Must Die, uno "sparatutto" online dove l'utente deve affrontare una serie di morti viventi. Un classico del genere videoludico, non fosse per il fatto che i mostri incontrati raffigurano politici repubblicani e tipi umani conservatori.
Così, se nei primi livelli si devono fare fuori zombie che rappresentano “un vecchio bianco arrabbiato”, “un moderno seguace del Ku Klux Klan che esprime opinioni razziste su internet protetto dall'anonimato”, “una bionda senza cervello che non ha mai avuto problemi nella vita”, “lobbisti negazionisti del cambiamento climatico” e via dicendo, in una carrellata ideal-tipica decisamente beffarda, mano a mano che ci si addentra in scenari più difficili si viene assaltati dalla eroina del Tea Party Sarah Palin, e da alcuni candidati repubblicani alla presidenza 2012 come Michelle Bachmann, Newt Gingrich e Rick Santorum, oltre che dall'ex governatore dell'Arkansas e attuale conduttore di talk show Mike Huckabee. Insomma, c'è tutto il parterre destrorso americano da sgominare con sbarre di ferro, pistole, mitragliatrici, in un crescendo di schizzi di sangue e uccisioni splatter, che culmina negli studi televisivi del network Fox News.
Malgrado l'ambientazione macabra, per altro cristallizzata in un genere - quello dello zombie - consolidato e in parte svuotato di carica emotiva, il gioco suscita ilarità più che odio, anche se è sicuramente di dubbio gusto. Soprattutto, nelle intenzioni del suo creatore - il trentaduenne newyorchese Jason Oda, fondatore della casa di videogame StarvingEyes Advergaming – dovrebbe svolgere un ruolo informativo-propagandistico.
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Ad ogni modo, il videogame - che non è ovviamente piaciuto al Grand Old Party, fatta eccezione per Huckabee, il quale ha mostrato di avere senso dell'humour, dicendosi “lusingato di essere stato incluso nel gioco” - fa parte di una più generale controffensiva democratica nei confronti di una campagna repubblicana anti-obamiana che non ha mai risparmiato tiri mancini. Anche grazie all'effetto di trascinamento dei falchi del Tea Party.
In questa strategia si inserisce l'ultima iniziativa dello staff del presidente Usa, che ha creato un tool online, “Gop Debate Watch”, per monitorare il dibattito fra i contendenti alla nomination del partito dell'elefantino. Un luogo dove sono segnate le dichiarazioni pubbliche più controverse dei candidati avversari, con tanto di retromarce e gaffe.
Ma ancor più combattivo – per alcuni addirittura inquietante – è Attackwatch.com, un sito in cui gli elettori pro-Obama sono invitati a rispondere alla “macchina del fango” repubblicana e ai suoi attacchi più menzogneri, diffondendo sui social media la verità dei fatti. Uno strumento già usato dall'attuale presidente nel 2008, ma che nella nuova veste appare molto più battagliero, oltre che collegato a un account Twitter.
Che si tratti però in questo caso di un'arma a doppio taglio? Se è infatti vero che in 24 ore 100mila utenti si sarebbero iscritti al sito, sulla piattaforma dei cinguettii l'iniziativa di Obama ha suscitato non poche battute da parte degli elettori repubblicani. Come nel caso di @AmeriPundit, che scrive: “#attackwatch vorrei denunciare il mio vicino Bob per aver surrettiziamente strappato l'adesivo di Obama dalla sua Prius”.