Scuola, consigli per l'uso: i modelli da rubare all'estero

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La sala studio, più simile ad una sala relax, della Muswell Hill School di Londra (Credits: Flickr/philcampbell)
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Le eco-scuole francesi, gli istituti inglesi gestiti dai genitori, i corsi americani contro l'obesità, i pedibus svizzeri: ecco gli esempi virtuosi che si potrebbero importare nel nostro sistema scolastico con un po' di inventiva e fantasia. LO SPECIALE

Scuola e Università: LO SPECIALE

(in fondo all'articolo tutti i video sulla scuola)

di Eva Perasso

Bocciata dalle analisi Ocse dei migliori sistemi scolastici al mondo, criticata per i metodi e le spese troppo alte rispetto ai risultati, la scuola italiana non sempre brilla nei confronti con l'educazione del resto del mondo. L'ultima critica arrivata indirettamente dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico è di un mese e mezzo fa: il sistema delle bocciature – riferisce uno studio - sarebbe inefficace e aumenterebbe il divario e la disuguaglianza tra gli studenti, senza migliorare il percorso scolastico dello studente “punito”.
Non che dall'altra parte del mondo i problemi non manchino. Eppure, con un pizzico di inventiva e fantasia, all’estero aumentano le buone pratiche: scuole ecologiche, tecnologiche, innovative. Ecco le migliori.

A Dallas gli studenti restano in classe a studiare coi prof - Il miglior college d’America, secondo la classifica annuale di Newsweek, è a Dallas: ha vinto non solo perché porta tutti i suoi iscritti rigorosamente al diploma con una ottima formazione, ma perché prevede per loro un’assistenza qualificata anche al di fuori dell’orario delle lezioni. Novanta minuti prima dell’inizio della prima ora, alle 7,30 di ogni mattina, gli studenti sono già a scuola: nelle aree dedicate allo studio ripassano, svolgono gli esercizi, approfondiscono e fanno domande agli insegnanti di turno, già presenti al lavoro e ben lontani dallo stare rinchiusi in sala professori. Lo stesso avviene a fine orario: almeno per un’ora tutti gli studenti si fermano a studiare con i loro docenti, eppure non vige alcun obbligo di restare. Non è la sola scuola a invogliare a studiare: in Danimarca, a Copenhagen, l’Orestad Gymnasium oltre a essere un capolavoro di architettura citato in tutti i magazine di settore ha inserito un’area studio aperta anche oltre gli orari di lezione dotata di grandi cuscini a terra, su cui rotolarsi e dove trovare la posizione più comoda per tenere il libro aperto. Un ottimo sistema per invogliare allo studio.

Dalla Francia agli Usa caccia alle eco-scuole - Nell'alta Normandia, in Francia, si trova il migliore istituto scolastico immerso nella natura, che risparmia energia grazie alla vegetazione sui tetti dei suoi edifici: è il Marcel Sembat di Sotteville-lès-Rouen, dotato di un immenso parco, con prati al posto delle tegole, esempio ecosostenibile unico nel panorama scolastico mondiale. E se in Francia si sta attenti a risparmiare energia grazie ai giardini sui tetti, in America alcuni istituti diventano “waste free”, ovvero, lavorano per non creare rifiuti, soprattutto di plastica. A Phoenix per esempio una scuola superiore ha cambiato le regole dei pranzi al sacco: i genitori devono dotare i ragazzi di contenitore stile tupperware riusabili e di borraccia in alluminio per l’acqua. Vietati dunque da quest’anno i sacchetti di plastica per contenere il panino e le bottigliette di acqua altamente inquinanti.

In Svizzera trasporti alternativi – La Svizzera e la stessa Francia invece, per risparmiare benzina e inquinare meno organizzano i pedibus: le fermate sono agli angoli delle strade del quartiere come quelle degli autobus, ma lì passa una corriera speciale, fatta di un corteo di genitori e bimbi che vanno insieme a scuola, rigorosamente a piedi. Anche in Italia il progetto pedibus inizia a prendere campo: dal portale Piedibus.it si arriva a tutti i progetti attivi sul nostro territorio  per questi autobus speciali, dove i controllori-autisti sono i genitori. Per aiutare i bambini africani a raggiungere la scuola, o a tornare a casa, una società danese ha appena messo a disposizione i suoi bus a pedali: portano fino a 10 bambini, che come in un tandem allargato dovranno tutti pedalare per far muovere il mezzo ecologico. Un adulto sarà poi al volante per guidare i piccoli verso scuola.

Addio corsivo, arrivano i "fat studies" – Alla George Washington University e a ruota in molti college d’America nascono da quest’anno corsi di “fat studies”: dedicati a combattere la piaga dell’obesità giovanile, insegnano a chi vi si iscrive ad avere maggiore coscienza del corpo, della nutrizione, e a rispettare la forma fisica altrui, nel Paese con il più alto tasso di sovrappeso al mondo. Corso che inizia, e tradizione che finisce: l’Indiana invece dichiara che da quest’anno non è più obbligatorio insegnare agli studenti delle elementari il corsivo. Le scuole dello stato che vorranno far impratichire i ragazzi con la calligrafia potranno continuare, a condizione che i loro alunni imparino anche a battere velocemente i tasti sulla tastiera del Pc. In Gran Bretagna invece, per insegnare ai più piccoli il vero significato della multicultura, una scuola elementare apre da quest’anno all’insegnamento di parole in 44 lingue diverse, inclusi lo zulu e il telugu indiano, per rispettare i molti studenti stranieri iscritti e far in modo che si integrino con i britannici.

Quaderni addio, in Corea solo iPad – Il Regno Unito vanta anche il record di diffusione di lavagne multimediali nelle sue aule: già a inizio anno erano presenti in 7 classi su 10, ancor meglio degli Stati Uniti, dove sono 4 su 10, e del Canada (3 su 10). Mentre a partire dall’Asia la scuola si digitalizza e passa direttamente al touch. La Corea del Sud infatti alleggerisce lo zainetto e manda a scuola i suoi alunni solo con l’iPad, prevedendo l’addio definitivo a quaderni, astucci e libri di testo entro il 2015, anno in cui si sarà compiuto anche l’enorme sforzo di digitalizzare tutti i sussidiari della scuola elementare.

Le scuole gestite dai genitori
– In Gran Bretagna quest’anno inaugurano le prime 24 scuole di un progetto speciale: le scuole del Big Society Programme saranno in tutto 100 entro il prossimo anno. Hanno la particolarità di essere frutto di un'operazione di volontariato locale: completamente gratuite per chi le frequenta (ci sono asili, elementari e superiori), vengono sovvenzionate dai fondi statali in cooperazione con le comunità locali. Diversamente dalla scuola pubblica sono gestite direttamente da genitori, insegnanti, abitanti e nascono laddove l'istruzione di stato non è mai arrivata. Permettono infatti a tutti gli studenti disagiati che abitano in zone impervie e non possono permettersi di spostarsi per raggiungere l’istituto pubblico lontano da casa di frequentare la scuola.

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