A Tripoli si combatte, bombe sul bunker di Gheddafi

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Fuoco nelle strade di Tripoli (Credit: Getty)
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In Libia gli attacchi degli insorti, entrati nella capitale, continuano senza sosta. “La rivoluzione è ufficialmente iniziata”, dice un portavoce. La Nato: “Il regime sta crollando”. Messaggio audio del Colonnello: “Resterò fino alla fine”. VIDEO E FOTO

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A Tripoli si continua a combattere (GUARDA LE FOTO). Dopo una notte di scontri violenti, anche nella giornata di domenica l'assalto dei ribelli è andato avanti senza sosta. “La rivoluzione in Libia è ufficialmente iniziata”, ha detto un portavoce degli insorti. Esplosioni e spari e tiri di contraerea si sono avvertiti nella notte tra sabato e domenica in varie zone della capitale, fra cui i quartieri e sobborghi orientali di Tajoura, Soug Jomaa e Arada.
Con il passare del tempo l'intensità degli spari e delle esplosioni è andato crescendo e diversi testimoni hanno detto di aver ricevuto un sms dal regime che li incitava a "scendere nelle piazze e nelle strade per eliminare gli agenti armati".
I colpi e gli attacchi sono ripresi poi nella mattinata di domenica 21 agosto e, secondo alcune fonti, le vittime di questi combattimenti nella capitale sarebbero già un centinaio. Le bombe della Nato avrebbero colpito il complesso di Bab al-Aziziyah, la residenza-bunker
di Muammar Gheddafi situata alla periferia meridionale di Tripoli. E proprio dalla Nato arriva l'annuncio: "Il regime sta crollando".

I messaggi da una parte e dall'altra - "La rivoluzione è ufficialmente iniziata sabato sera, dall'interno di Tripoli, in diverse zone della città”: lo ha affermato un portavoce dei ribelli citato dalla Cnn, Jumma Ibrahim. Secondo la fonte, proveniente dalla zona delle montagne dell'ovest, "si attende ora che si espanda in tutta Tripoli".
La dichiarazione, sottolinea l'emittente televisiva Usa sul sito on line, è arrivata poco prima che il portavoce del governo di Gheddafi, Mussa Ibrahim, affermasse, al contrario, che la capitale "è salva" e che resta sotto il controllo del regime.
La tv di Stato ha trasmesso un messaggio audio del colonnello Gheddafi che da un luogo sconosciuto si è congratulato con i suoi uomini e si è congratulato per l'eliminazione dei "ratti", come chiama il raìs i dissidenti. In un altro intervento trasmesso dalla tv di stato il Colonnello ha detto di "temere che Tripoli bruci", e ha esortato la popolazione di tutte le regioni della Libia ad "accorrere a Tripoli per liberarla dai ribelli". Gheddafi nel messaggio ha assicurato: "mai abbandonerò il potere" né "lascerò Tripoli", e che anzi "vi rimarrò fino alla fine" perché "uscirò vittorioso dalla battaglia" (Ascolta il messaggio nel video in alto).

Bombe Nato sul bunker di Gheddafi - Intanto aerei della Nato sono tornati a bombardare il complesso di Bab al-Aziziyah, la residenza-bunker di Muammar Gheddafi situata alla periferia meridionale di Tripoli, sulla strada che conduce all'aeroporto internazionale, teatro dalla notte scorsa di intensi combattimenti tra ribelli e forze lealiste: lo ha riferito l'emittente satellitare pan-araba Al Jazeera, citando proprie fonti giornalistiche presenti in città.

Festa per le strade di Bengasi
- Migliaia di persone si sono radunate a Bengasi (GUARDA LE FOTO), roccaforte dei ribelli libici nell'est del Paese, per festeggiare il "sollevamento" di Tripoli contro il colonnello Muammar Gheddafi. Per gli insorti, con gli scontri nella capitale è iniziata l’ora zero. "Arrivederci Gheddafi!', "Dio è grande!", hanno scandito i manifestanti secondo quanto ha riportato un fotografo della France Presse, testimone dell'assembramento avvenuto proprio sul lungomare della città, laddove è stata lanciata la rivolta a metà febbraio.

Disordini nel resto della Libia - Fuori dalla città da giorni i combattimenti si concentrano sul fronte occidentale tra Zawiah, Zlitan, Garyan, per circondare la capitale e lanciare l'assalto finale. Nome in codice dell'operazione “Alba della sposa del mare”, dall'appellativo con cui viene chiamata Tripoli.
Secondo fonti dell'amministrazione Usa, il rais "resisterà fino all'ultimo" e non si esclude una sanguinosa offensiva finale, anche contro i civili. Un'eventualità che temono anche gli insorti. "
Tutto dimostra che la fine è molto vicina, mi aspetto una fine catastrofica per lui e per i suoi", ha detto da Bengasi il presidente del Consiglio nazionale transitorio (Cnt) Mustafa Abdel Jalil, ammettendo però di aspettarsi che Gheddafi "creerà una situazione di anarchia a Tripoli".

La fuga dell'ex numero due di Gheddafi - A fuggire dalla Libia è invece stato l'ex fedelissimo del Colonnello, Abdelassam Jalloud, compagno del giovane rais sin dai tempi della “Rivoluzione verde” nel 1969, premier negli anni '70, ma messo da parte sin dagli anni '90. Atterrato all'aeroporto di Ciampino, non è chiaro se l'ex numero due libico si trovi ancora nella capitale o se, come sostengono le stesse fonti tunisine, l'Italia sia solo una tappa di transito verso altri Paesi. Intanto, nella giornata di domenica 21 agosto, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha confermato la sua presenza in Italia.

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