Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una dichiarazione contro "le violazioni dei diritti umani" e "l'uso della forza contro i civili". Si dissocia il Libano. Ad Hama l'esercito torna a sparare contro la popolazione, ma il regime nega
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Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato un testo di condanna per le violenze in Siria dopo settimane di trattative che si erano concluse con un nulla di fatto. I Quindici hanno chiesto la "fine immediata" delle violenze. La dichiarazione, letta dal presidente di turno del Consiglio, l'ambasciatore indiano Hardip Singh Puri, condanna le "diffuse violazioni dei diritti umani e l'uso della forza contro i civili da parte delle autorità siriane".
Il testo è stato approvato all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza, ma la delegazione del Libano se ne è "dissociata" immediatamente, dati i suoi rapporti con la Siria.
La risoluzione chiede al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, di fare rapporto sulla situazione in Siria tra sette giorni. Accogliendo le richieste del "fronte alternativo", costituito da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, il testo "prende atto delle iniziative del governo di Damasco su dialogo e riforme" e chiede che queste "vengano rese concrete ed ampliate". Il testo, ha sottolineato l'ambasciatore russo Vitaly Ciurkin, "condanna in maniera bilanciata tutte le violenze avvenute negli ultimi giorni" e "rispecchia la posizione dell'intero Consiglio".
La presa di posizione arriva dopo che anche mercoledì 3 agosto i carri armati dell'esercito siriano sono tornati ad occupare il centro di Hama, cuore della protesta popolare, dove le comunicazioni di telefoni e Internet sono state interrotte. Ancora una volta forze governative hanno aperto il fuoco su civili, secondo quanto riferito da alcuni residenti a organi di stampa internazionali. Ma il regime nega ogni violenza sulla popolazione e afferma che polizia e soldati sono intervenuti contro l'attività di "gruppi di terroristi", che hanno accusato di avere ucciso poliziotti e di avere preso d'assalto sedi istituzionali.
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Il testo è stato approvato all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza, ma la delegazione del Libano se ne è "dissociata" immediatamente, dati i suoi rapporti con la Siria.
La risoluzione chiede al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, di fare rapporto sulla situazione in Siria tra sette giorni. Accogliendo le richieste del "fronte alternativo", costituito da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, il testo "prende atto delle iniziative del governo di Damasco su dialogo e riforme" e chiede che queste "vengano rese concrete ed ampliate". Il testo, ha sottolineato l'ambasciatore russo Vitaly Ciurkin, "condanna in maniera bilanciata tutte le violenze avvenute negli ultimi giorni" e "rispecchia la posizione dell'intero Consiglio".
La presa di posizione arriva dopo che anche mercoledì 3 agosto i carri armati dell'esercito siriano sono tornati ad occupare il centro di Hama, cuore della protesta popolare, dove le comunicazioni di telefoni e Internet sono state interrotte. Ancora una volta forze governative hanno aperto il fuoco su civili, secondo quanto riferito da alcuni residenti a organi di stampa internazionali. Ma il regime nega ogni violenza sulla popolazione e afferma che polizia e soldati sono intervenuti contro l'attività di "gruppi di terroristi", che hanno accusato di avere ucciso poliziotti e di avere preso d'assalto sedi istituzionali.