Giappone, Kan: "Non possiamo dipendere dal nucleare"
Mondo"Occorre puntare su una società senza atomo". Così il contestato primo ministro torna a parlare della crisi che ha investito il Paese. Intanto l'emergenza non si ferma. La stampa nipponica denuncia: "Carne radioattiva sui mercati"
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Il primo ministro Naoto Kan ha detto mercoledì 13 luglio che la crisi nucleare di Fukushima lo ha convinto che il Giappone dovrebbe puntare ad una società che non dipenda dall'energia nucleare e in ultima istanza senza impianti atomici. Parole che arrivano mentre nel Paese cresce l'allarme sulla contaminazione della catena alimentare.
Indipendenti dall'atomo - Il contestato primo ministro ha detto di non considerare l'ipotesi di elezioni anticipate sulla politica energetica e ha eluso la domanda sulla sua promessa di dimissioni, dicendo solo di voler fare del suo meglio per quanto riguarda la politica sul nucleare e di voler ricostruire il paese dopo il tremendo terremoto, e il conseguente tsunami, che l'11 marzo scorso hanno provocato la peggiore crisi nucleare degli ultimi 25 anni.
"Vista l'enormità dei rischi connessi alla produzione di energia nucleare, ho realizzato che la tecnologia nucleare non è qualcosa che può essere gestito solo con le convenzionali misure di sicurezza", ha detto Kan in conferenza stampa. "Credo che dovremmo puntare ad una società che non dipenda dalla produzione di energia nucleare", ha proseguito il premier, senza specificare però i tempi di realizzazione di questa indipendenza.
L'energia nucleare copriva circa il 30% del fabbisogno elettrico del Giappone prima del disastro di marzo 2011, con il terremoto che ha pesantemente danneggiato l'impianto di Fukushima della Tokyo Electric Power, a 240 chilometri a nord di Tokyo. Il rapporto tra energia nucleare ed elettricità è sceso al 18% a giugno.
L'allarme carne radioattiva - L'allarme sulla contaminazione della catena alimentare, legata alla disastrata centrale nucleare di Fukushima, sale di livello dopo la scoperta di carne di manzo al cesio finita sui mercati e in parte consumata. Il caso, riporta la stampa nipponica, è emerso sabato 9 luglio (GUARDA IL VIDEO) ed è relativo a 11 manzi provenienti da una fattoria di Minamisoma, città poco fuori dalla zona off-limits di 20 km dall'impianto in avaria, su cui sono stati trovati livelli di radioattività al cesio da tre a sette volte oltre i tetti fissati per legge. Le analisi sono state effettuate dagli uffici specializzati del governo metropolitano di Tokyo, ma il ministero della Sanità ha spiegato che altra carne era stata "spedita dalla stessa fattoria, a giugno e a luglio, che, dopo essere stata controllata, non aveva creato alcun tipo di problema".
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