Obama, svelato il trucco subliminale delle tasse

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Un video realizzato dai repubblicani e pubblicato sul Web sovrappone la parola più odiata dagli americani al volto del presidente. Ad accorgersene Nomfup, sito italiano poi ripreso dalle maggiori testate Usa. IL VIDEO

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di Raffaele Mastrolonardo


La parola galeotta compare al secondo 39 mentre il presidente parla alla nazione: la scritta “tasse” si sovrappone al volto del presidente Obama. Giusto un paio di fotogrammi, non abbastanza perché l'occhio distratto dell'utente distingua chiaramente le cinque lettere (taxes), abbastanza però perché il cervello le registri e la associ alla persona inquadrata. E abbastanza perché un sito italiano di appassionati di comunicazione politica si accorga del trucco e sveli la curiosità al mondo, battendo sul tempo anche le testate specializzate americane.

Il video in questione, un finto trailer di un finto film intitolato “The Negotiator”, è quello realizzato da Crossroads Gps, organizzazione politica creata da Karl Rove, già stratega della comunicazione di George W. Bush impegnato ora in una campagna di spot contro il presidente Obama. Il sito italiano è Nomfup, blog collettivo gestito da appassionati di comunicazione politica sempre a caccia di novità e curiosità su questo fronte, a cui il trucco di Rove non è sfuggito. Il 6 luglio scorso Nomfup ha scovato e segnalato il messaggio subliminale precedendo pure scafati media Usa come The Politico che, infatti, ha pagato agli italiani il giusto tributo definendoli “occhio fino”.

Una bella soddisfazione per questo sito animato da una ventina di professionisti del giornalismo e della comunicazione che, dal gennaio 2010, cercano di raccontare il meglio del mondo degli spin doctor con una prospettiva cosmopolita. “Guardiamo prima all'estero e poi all'Italia, ma questa è la prima volta che abbiamo un riscontro internazionale”, spiega con soddisfazione Filippo Sensi, 43 anni, comunicatore che segue questi temi per il quotidiano Europa. “Ci ha aiutato Twitter: con un paio di 'ganci' siamo arrivati ai media americani che hanno subito rilanciato la cosa, menzionandoci”.

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Come nota lo stesso The Politico, non è la prima volta che Karl Rove ricorre alla strategia dei messaggi che colpiscono sotto il livello della coscienza. Durante la campagna elettorale del 2000 in uno spot di Bush la parola “rats” (topi) faceva velocemente capolino, al secondo 24, in un contesto in cui si parlava delle proposte in materia sanitaria dell'avversario Al Gore, reo di dare troppo potere ai “beaurocrats”, i burocrati.

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Questa volta, invece,  il fulcro del messaggio sono le tasse, tema tradizionalmente caldo del dibattito politico americano, spesso utilizzate come arma polemica nella contesa elettorale. Come nel celebre spot della campagna presidenziale del 1992 in cui Bill Clinton ritorceva contro George Bush senior l'enfatica promessa (“leggete le mie labbra”) di non introdurre nuove tasse. Niente di subliminale in quel caso ma un'altra testimonianza di come l'argomento imposte sia sentito dall'opinione pubblica a stelle e strisce. E proprio sul tema battono anche altri video della campagna da 20 milioni di dollari che Karl Rove sta mettendo in piedi contro l'attuale inquilino della Casa Bianca tramite Crossroads Gps. Tra questi “Wake Up”, raffinato spot in cui una disillusa elettrice di Obama (madre single?) non riesce a dormire pensando ai conti che non tornano, al debito pubblico che sale e alla prospettiva di un aumento delle tasse (secondi 45-50).

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