La denuncia di Amnesty: "In Siria crimini contro l'umanità"

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Mentre Damasco continua a stroncare nel sangue le manifestazioni pro-democrazia, l'organizzazione chiede all'Onu un'inchiesta sul "sistematico attacco contro i civili". E un video in Rete ritrarrebbe un cameraman ucciso mentre filma un militare

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L'organizzazione per la difesa dei diritti umani Amnesty International ha accusato il regime del presidente siriano Bashar al Assad di aver commesso "crimini contro l'umanità" nella repressione delle proteste nella città occidentale di Tall Kalakh, e ha chiesto un'inchiesta sotto l'egida delle Nazioni Unite sulle violenze.
Amnesty ha inoltre documentato diversi casi di tortura e di persone morte in prigionia, oltre che detenzioni arbitrarie nella cittadina vicino al confine con il Libano, investita dall'esercito lo scorso maggio. (LEGGI IL RAPPORTO).

Il video choc - E su Youtube, intanto, in questi giorni circola un video che ha già fatto molto discutere. Il filmato, rilanciato anche dal Guardian e da Al Jazeera, ritrarrebbe la morte in diretta di un cameraman, ucciso da un militare siriano proprio mentre lo stava riprendendo. Il condizionale, però, è d'obbligo: la notizia infatti al momento non può essere confermata. (GUARDA IL VIDEO CHOC)

Crimini contro l'umanità - "I racconti che abbiamo ascoltato da testimoni di quanto è successo a Tall Kalakh - ha detto Philip Luther, vicedirettore di Amnesty per il Medio Oriente e il Nordafrica - mostrano un quadro sconvolgente di abusi sistematici e mirati per stroncare il dissenso". "Amnesty - ha aggiunto - ritiene che i crimini perpetrati a Tall Kalakh siano crimini contro l'umanità, in quanto appaiono essere parte di un vasto e sistematico attacco contro la popolazione civile".
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu, afferma l'organizzazione basata a Londra, deve deferire la situazione in Siria al procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) dell'Aja, in modo che si possano avviare procedimenti legali.

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