Egitto, riesplode la violenza in piazza Tahrir: VIDEO
MondoUn migliaio i feriti degli scontri improvvisamente scoppiati a quasi tre mesi dalla rivoluzione che ha deposto Mubarak. Le forze dell'ordine in assetto anti sommossa hanno reagito con lacrimogeni per disperdere la folla. FOTO E VIDEO: LO SPECIALE
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NORD AFRICA: IL SANGUE DELLA PROTESTA
LE IMMAGINI DEGLI SCONTRI
(In fondo all'articolo i video sulle tensioni nel Mediterraneo)
A cinque mesi e un giorno dal primo venerdì della collera che, il 28 gennaio, ha dato il via alla rivoluzione che ha rovesciato Hosni Mubarak, piazza Tahrir tra il 28 e il 29 giugno è stata nuovamente teatro di scontri fra manifestanti e forze dell'ordine dopo quelli, più gravi, del 9 aprile, quando morirono due manifestanti.
Il bilancio è di un migliaio di feriti, contusi e intossicati dai gas lacrimogeni (guarda le immagini). Nella notte fra il 28 e il 29 giugno centinaia di manifestanti hanno tirato sassi e pietre contro le forze dell'ordine, che hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni.
La battaglia si è intensificata in mattinata nei pressi del ministero dell'Interno poi presidiato dai blindati dell'esercito.
Diverse le ricostruzioni dell'episodio che ha portato a questa nuova fiammata di violenza, che si inserisce in un clima di crescente tensione.
Ad accendere la miccia, in nottata, l'intervento delle forze dell'ordine durante una riunione di famiglie delle vittime della rivoluzione, i 'martiri', nel teatro Balloon del quartiere di Aguza al Cairo.
Secondo le autorità egiziane l'intervento si è reso necessario per impedire l'accesso a gruppi di provocatori, secondo altri le forze dell'ordine sono intervenute contro le famiglie dei 'martiri'.
Il risultato è stato che i tafferugli si sono spostati alla Tv di stato e poi alla grande piazza della rivoluzione di gennaio e nei pressi del ministero dell'interno dove si sono susseguiti tutta la notte e questa mattina.
Il Consiglio militare ha condannato le violenze affermando che puntano a destabilizzare il paese secondo in piano ben preciso. Il movimento 6 aprile, fra gli ispiratori della rivoluzione di gennaio, ha criticato l'intervento delle forze dell'ordine lanciando un appello ad un sit in permanente mentre il partito moderato Wafd ha accusato elementi del disciolto partito di Mubarak, il partito democratico nazionale, per gli scontri.
Una versione, quest'ultima, raccolta più volte anche in piazza, dove vari manifestanti hanno spiegato le violenze ricordando che due giorni fa la corte amministrativa ha sciolto tutti i consigli comunali del paese, ancora in mano a esponenti del Pnd.
Una sentenza attesa dai giovani della rivoluzione, ma che non ha ridotto le aspettative di vedere processati presto i responsabili della violenta repressione che fra gennaio e febbraio ha causato la morte di oltre ottocento persone.
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A cinque mesi e un giorno dal primo venerdì della collera che, il 28 gennaio, ha dato il via alla rivoluzione che ha rovesciato Hosni Mubarak, piazza Tahrir tra il 28 e il 29 giugno è stata nuovamente teatro di scontri fra manifestanti e forze dell'ordine dopo quelli, più gravi, del 9 aprile, quando morirono due manifestanti.
Il bilancio è di un migliaio di feriti, contusi e intossicati dai gas lacrimogeni (guarda le immagini). Nella notte fra il 28 e il 29 giugno centinaia di manifestanti hanno tirato sassi e pietre contro le forze dell'ordine, che hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni.
La battaglia si è intensificata in mattinata nei pressi del ministero dell'Interno poi presidiato dai blindati dell'esercito.
Diverse le ricostruzioni dell'episodio che ha portato a questa nuova fiammata di violenza, che si inserisce in un clima di crescente tensione.
Ad accendere la miccia, in nottata, l'intervento delle forze dell'ordine durante una riunione di famiglie delle vittime della rivoluzione, i 'martiri', nel teatro Balloon del quartiere di Aguza al Cairo.
Secondo le autorità egiziane l'intervento si è reso necessario per impedire l'accesso a gruppi di provocatori, secondo altri le forze dell'ordine sono intervenute contro le famiglie dei 'martiri'.
Il risultato è stato che i tafferugli si sono spostati alla Tv di stato e poi alla grande piazza della rivoluzione di gennaio e nei pressi del ministero dell'interno dove si sono susseguiti tutta la notte e questa mattina.
Il Consiglio militare ha condannato le violenze affermando che puntano a destabilizzare il paese secondo in piano ben preciso. Il movimento 6 aprile, fra gli ispiratori della rivoluzione di gennaio, ha criticato l'intervento delle forze dell'ordine lanciando un appello ad un sit in permanente mentre il partito moderato Wafd ha accusato elementi del disciolto partito di Mubarak, il partito democratico nazionale, per gli scontri.
Una versione, quest'ultima, raccolta più volte anche in piazza, dove vari manifestanti hanno spiegato le violenze ricordando che due giorni fa la corte amministrativa ha sciolto tutti i consigli comunali del paese, ancora in mano a esponenti del Pnd.
Una sentenza attesa dai giovani della rivoluzione, ma che non ha ridotto le aspettative di vedere processati presto i responsabili della violenta repressione che fra gennaio e febbraio ha causato la morte di oltre ottocento persone.