Libia, 100 giorni di guerra. E il rais non molla

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Il 17 marzo l'Onu dava il via libera alla risoluzione contro gli obiettivi militari del regime di Muammar Gheddafi. Intanto, la Corte penale internazionale spicca il mandato d'arresto internazionale per il Colonnello. FOTO, VIDEO E CRONOLOGIA INTERATTIVA

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100 giorni di guerra - Il conflitto libico entra nel 100esimo giorno di guerra. Il 17 marzo scorso, infatti, da New York l'Onu ha dato il via libera alla risoluzione sulla No fly zone. E due giorni dopo, il 19 marzo, alle 17:45 ora italiana, sono iniziate le operazioni militari aeree del cosiddetto "gruppo dei volenterosi", che ha compiuto i primi attacchi contro le forze libiche leali a Muammar Gheddafi, in una zona di 100-150 chilometri intorno a Bengasi, bastione dei rivoltosi nell'est del Paese.
100 giorni dopo, Muammar Gheddafi, indebolito è ancora al potere.

Verso il mandato d'arresto - Intanto, lunedì 27 giugno, la Corte penale internazionale (Cpi) dell'Aia ha deciso di spiccare il mandato di arresto contro il Colonnello per crimini contro l'umanità. La richiesta di 'rinvio a giudizio' è stata presentata il 16 maggio dal procuratore Luis Moreno-Ocampo che ha chiesto ai giudici di emettere mandati di cattura internazionali contro Gheddafi, il figlio Seif al Islam e il direttore dei servizi segreti libici Abdallah al Senussi. I tre uomini sono accusati dal procuratore di omicidi e di persecuzioni commessi dalle forze di sicurezza libiche sui civili a Tripoli, Bengasi e Misurata, considerati crimini contro l'umanità.

Il bilancio della repressione - La repressione della rivolta contro il regime di Tripoli ha fatto migliaia di morti, secondo il procuratore della Corte penale internazionale, ed ha anche comportato la fuga all'estero di circa 650.000 libici. Se i giudici accetteranno la richiesta di Moreno-Ocampo, Gheddafi sarà il secondo capo di Stato a essere oggetto di un mandato di cattura del Cpi, dopo il presidente sudanese Omar al Bashir, ricercato dal 14 luglio 2008 per genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra in Darfur. Il precedente non è incoraggiante perche da quasi tre anni Bashir è ancora saldamente al potere.
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