Lo rivela un quotidiano nipponico. Gli esperti: "Non diventerà un problema se non mangiano vegetali o altri prodotti contaminati, ma sarà difficile per loro continuare a vivere in queste zone". FOTO E VIDEO: LO SPECIALE
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L'urina degli abitanti dell'area di Fukushima è radioattiva.
L'esame compiuto su quindici persone di età compresa tra i 4 e 77 anni ha dato risultati positivi facendo rilevare la presenza di cesio e iodio radioattivo in ciascuno di loro.
I dati indicano una esposizione esterna tra i 4,9 e i 13,5 millisievert, e nel giro d due mesi tra i 4,9 e i 14,2 millisievert.
Gli abitanti, spiega il Japan Times, provengono dai villaggi di Iitate e dalla città di Kawamata, entrambe a circa 40 chilometri dall'impianto numero 1 di Fukushima, in cui l'incidente seguito allo tsunami causò la fusione interna.
La presenza negli abitanti della radioattività rilevata, in una misura di oltre 3 millisievert, non deve destare allarme per la loro salute fisica: "Non diventerà un problema se non mangiano vegetali o altri prodotti contaminati", ha detto Nanao Kamada, docente di biologia radioattiva, all'Università di Hiroshima, "ma sarà difficile per loro continuare a vivere in queste zone".
Buone notizie non arrivano neanche dalle centrali nucleari, dove si continua a pompare acqua decontaminata per raffreddare i reattori.
Il sistema, che sfrutta tecnologie francesi e statunitensi, ripulisce 10.000 tonnellate di acqua radioattiva, utilizzata nei primi tre mesi dell'emergenza, e la inietta nei reattori 1, 2 e 3 per tornare a impedire l'aumento della temperatura.
Appena un'ora e mezzo di operatività e il meccanismo è andato in tilt, a causa di una fuga.
"Abbiamo fermato le operazioni, ci dispiace", hanno affermato i tecnici, impegnati a portare a termine il lavoro entro il prossime mese di gennaio, mese i cui la Tepco spera di poter chiudere definitivamente e in sicurezza l'impianto.
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I dati indicano una esposizione esterna tra i 4,9 e i 13,5 millisievert, e nel giro d due mesi tra i 4,9 e i 14,2 millisievert.
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La presenza negli abitanti della radioattività rilevata, in una misura di oltre 3 millisievert, non deve destare allarme per la loro salute fisica: "Non diventerà un problema se non mangiano vegetali o altri prodotti contaminati", ha detto Nanao Kamada, docente di biologia radioattiva, all'Università di Hiroshima, "ma sarà difficile per loro continuare a vivere in queste zone".
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Il sistema, che sfrutta tecnologie francesi e statunitensi, ripulisce 10.000 tonnellate di acqua radioattiva, utilizzata nei primi tre mesi dell'emergenza, e la inietta nei reattori 1, 2 e 3 per tornare a impedire l'aumento della temperatura.
Appena un'ora e mezzo di operatività e il meccanismo è andato in tilt, a causa di una fuga.
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