Anche la Germania litiga sui ministeri. Ma per riunirli

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Mentre la Lega ottiene il via libera per il trasferimento di alcune uffici al Nord, a Berlino molti politici chiedono di riportare i 6 dicasteri di Bonn nella capitale. Il motivo? "La riorganizzazione porterebbe a un risparmio di 23 milioni"

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Se l'Italia discute dell'ipotesi di dislocare i ministeri romani a Milano (con la Lega che dovrebbe ottenere a breve il trasferimento di alcuni uffici di rappresentanza al Nord), la Germania fa esattamente il contrario.
Motivo? Due capitali sono troppo care. Sono sempre di più i politici che chiedono il 'trasloco' definitivo a Berlino di quei 6 ministeri rimasti a Bonn - che privata degli oneri di capitale mantiene però il titolo di 'città federale' dal 1994 - dopo la riunificazione.
Non solo: a protestare contro l'insensatezza di milioni di euro spesi dal governo 'pendolare', è la potentissima associazione federale dei contribuenti. Il che rende il dibattito, non nuovo, certamente più incisivo.

La querelle si riaccende sulla stampa tedesca, in occasione di un anniversario: il 20 giugno di venti anni fa, infatti, Berlino diventava definitivamente sede del governo federale.
La legge che decideva di nominare una nuova capitale fu votata in Parlamento. E Berlino vinse con una maggioranza di soli 18 voti: (338 deputati a favore, contro i 320 che avrebbero preferito mantenere l' ex capitale).
Berlino lasciava però nella città renana ben sei ministeri, dei 14 attuali, nemmeno tutti proprio 'da poco': Difesa, Istruzione, Agricoltura, Ambiente, Sviluppo, e Salute.
Secondo le stime dell'associazione dei contribuenti, il Bundes der Steuerzahler (BdST) - citata dal quotidiano economico Die Welt - ogni anno la doppia capitale costa però circa 23 milioni di euro ai tedeschi.

La circostanza di avere un governo diviso fra due città pesa sull'erario, inoltre, con decine di migliaia di viaggi di lavoro in aereo, treno e auto, sostanziose perdite di tempo che andrebbero dedicate invece al lavoro, e 750 tonnellate di traffico postale. La stessa BdSt propone: "Chi vuole un governo efficiente al lavoro, deve riunificare i ministeri a Berlino. Un trasloco si ammortizzerebbe in dieci anni".
Il trasferimento della capitale non fu certamente di poco conto: la Germania federale vi fece fronte investendo oltre 10 miliardi di euro, fino al 1999. Il compromesso sulla legge Berlino-Bonn del 1994 fu, insomma, "piuttosto caro", scrive ancora Die Welt, sottolineando che fra l'altro, per compensare le perdite di Bonn, sono stati investiti 1,5 miliardi di euro in strade università, cultura.

Chi è contrario al trasloco evidenzia che 'completarlo' pure sarebbe assai oneroso. Ma l'ipotesi ha fautori di peso, in questi giorni: il vicepresidente del Bundestag, Wolfgang Thierse, ad esempio, ha auspicato un trasferimento definitivo per i prossimi anni.
In una intervista rilasciata alla 'Passauer Neue Presse', ha sostenuto che sia irragionevole tenere il governo diviso fra due città. La politica ha bisogno di comunicazione fra tutti gli attori coinvolti, "per questo - ha spiegato - è sensato accorpare le funzioni del governo nei prossimi anni, passo dopo passo".
E in Germania, non pesa troppo, a quanto pare, neppure il campanilismo. Proprio un nativo di Bonn, come Thomas De Maiziere, ministero della Difesa non lascia molte speranze ai suoi concittadini: "Se oggi si votasse in Parlamento per modificare la legge e spostare tutti i ministeri a Berlino, passerebbe. Gli argomenti sono tutti a favore di Berlino". Lui invita il Land, la Renania Settentrionale-Vestfalia, dunque, alla "collaborazione".

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