Dopo più di sessant'anni il Paese nordeuropeo sta per approvare la nuova Carta. E per farlo ha chiesto aiuto anche alla rete, condividendo in tempo reale le bozze degli articoli su Facebook e Youtube
La nuova Costituzione dell'Islanda, la piccola isola dei ghiacci travolta dalla grande crisi, sta nascendo grazie a internet e ai social network.
Il lavoro della commissione costituzionale viene infatti condiviso quasi in tempo reale attraverso Facebook, YouTube e compagni così che ogni articolo della bozza possa ricevere input e correzioni dal popolo della rete. Che in un Paese di 320 mila persone dove due terzi degli abitanti possiede un profilo su Facebook equivale più o meno al popolo tutto.
"Credo che questa sia la prima volta che una Costituzione viene stilata praticamente attraverso internet", ha spiegato al Guardian Thorvaldur Gylfason, membro della commissione costituzionale.
"L'opinione pubblica può così assistere alla nascita del nuovo documento. E' un procedimento molto diverso rispetto ai vecchi tempi, quando i padri costituenti preferivano rinchiudersi in un luogo fuori mano, privo d'influssi esterni".
La riforma si è imposta in seguito alla grande crisi, che sotto i suoi colpi ha spazzato via l'infrastruttura finanziaria della nazione - spingendola di fatto alla bancarotta - e, di conseguenza, l'intero governo.
L'Islanda ha deciso quindi di tracciare una riga e ricominciare dall'inizio. L'attuale Costituzione, d'altra parte, risale al 1944, l'anno dell'indipendenza dalla Danimarca.
In pratica è la Carta danese rivista e corretta alla bisogna - il termine "re" è sostituito con "presidente" e così via.
Per rinascere, dopo il disastro, serviva insomma una bella inversione a U. L'operazione 'crowdsourcing' - pescare dalla folla - fa seguito al forum dello scorso anno dove 950 cittadini sono stati selezionati a caso per partecipare a una giornata di dibattito sulla futura Costituzione.
Se la commissione la spunta, la nuova carta, pronta entro luglio, verrà sottoposta a referendum confermativo senza correzioni da parte del Parlamento, l'Althing.
Sarà insomma, genuinamente, un documento scritto dai cittadini per i cittadini. Un lusso, certo, permesso in parte dai piccoli numeri. L'idea che sta alla base è comunque rivoluzionaria: coinvolgere fin dall'inizio il pubblico e non solo alla fine, attraverso il referendum.
Il risultato, secondo Gylfason, ha superato le aspettative. "Vi è molto entusiasmo per quello che stiamo cercando di fare", ha dichiarato. "La gente ha aggiunto parecchio al nostro dibattito: i commenti sono stati d'aiuto e hanno avuto un effetto positivo".
Gylfason ha infine spiegato che la nuova costituzione introdurrà nuovi controlli e responsabilità per il Parlamento nonché misure di separazione dei poteri per evitare una nuova grande crisi. In più saranno profondamente rivisti i criteri d'elezione dei deputati e di nomina dei giudici. Un documento radicale, insomma. Come piace alla rete.
Il lavoro della commissione costituzionale viene infatti condiviso quasi in tempo reale attraverso Facebook, YouTube e compagni così che ogni articolo della bozza possa ricevere input e correzioni dal popolo della rete. Che in un Paese di 320 mila persone dove due terzi degli abitanti possiede un profilo su Facebook equivale più o meno al popolo tutto.
"Credo che questa sia la prima volta che una Costituzione viene stilata praticamente attraverso internet", ha spiegato al Guardian Thorvaldur Gylfason, membro della commissione costituzionale.
"L'opinione pubblica può così assistere alla nascita del nuovo documento. E' un procedimento molto diverso rispetto ai vecchi tempi, quando i padri costituenti preferivano rinchiudersi in un luogo fuori mano, privo d'influssi esterni".
La riforma si è imposta in seguito alla grande crisi, che sotto i suoi colpi ha spazzato via l'infrastruttura finanziaria della nazione - spingendola di fatto alla bancarotta - e, di conseguenza, l'intero governo.
L'Islanda ha deciso quindi di tracciare una riga e ricominciare dall'inizio. L'attuale Costituzione, d'altra parte, risale al 1944, l'anno dell'indipendenza dalla Danimarca.
In pratica è la Carta danese rivista e corretta alla bisogna - il termine "re" è sostituito con "presidente" e così via.
Per rinascere, dopo il disastro, serviva insomma una bella inversione a U. L'operazione 'crowdsourcing' - pescare dalla folla - fa seguito al forum dello scorso anno dove 950 cittadini sono stati selezionati a caso per partecipare a una giornata di dibattito sulla futura Costituzione.
Se la commissione la spunta, la nuova carta, pronta entro luglio, verrà sottoposta a referendum confermativo senza correzioni da parte del Parlamento, l'Althing.
Sarà insomma, genuinamente, un documento scritto dai cittadini per i cittadini. Un lusso, certo, permesso in parte dai piccoli numeri. L'idea che sta alla base è comunque rivoluzionaria: coinvolgere fin dall'inizio il pubblico e non solo alla fine, attraverso il referendum.
Il risultato, secondo Gylfason, ha superato le aspettative. "Vi è molto entusiasmo per quello che stiamo cercando di fare", ha dichiarato. "La gente ha aggiunto parecchio al nostro dibattito: i commenti sono stati d'aiuto e hanno avuto un effetto positivo".
Gylfason ha infine spiegato che la nuova costituzione introdurrà nuovi controlli e responsabilità per il Parlamento nonché misure di separazione dei poteri per evitare una nuova grande crisi. In più saranno profondamente rivisti i criteri d'elezione dei deputati e di nomina dei giudici. Un documento radicale, insomma. Come piace alla rete.