Siria, un tredicenne diventa il simbolo della rivolta

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Un'immagine degli scontri in Siria.
SYRIA UNREST

Un video che mostra il cadavere di Hamza al-Khateeb, ucciso e torturato dalla polizia siriana, alimenta la rabbia contro il regime di Bashar al-Assad. E YouTube è di nuovo il fulcro della battaglia mediatica. Con tutti i rischi del caso

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di Raffaele Mastrolonardo

In Tunisia fu Mohamed Bouazizi, ventiseienne venditore ambulante che si diede fuoco accendendo la rivolta che ha portato alla deposizione di Ben Ali. In Egitto fu Khaled Said, ventottenne ucciso l'estate scorsa dalla polizia di Mubarak che divenne, grazie al Web, il punto di riferimento ideale della protesta di piazza Tahir. Oggi, in Siria, tocca probabilmente a Hamza al-Khateeb, sfortunato tredicenne ucciso e torturato dalla polizia siriana, diventare il simbolo della protesta contro il regime.

Un video diffuso su YouTube che mostra il suo giovane corpo martoriato ha infatti ulteriormente alimentato la rabbia dei siriani che ne hanno abbastanza di Bashar al-Assad, al governo del Paese da 11 anni dopo essere succeduto al padre Hafez al-Assad, rimasto al potere per quasi trent'anni.

Le immagini del cadavere e il tam tam dei social network hanno dato nuova linfa all'esasperazione popolare confermando così il ruolo importante di contro-propaganda che il Web sta giocando nei sommovimenti arabi. Secondo il New York Times, molte delle proteste antigovernative andate in scena in decine di città e villaggi nei giorni scorsi erano infatti dedicate alla memoria di Hamza al-Khateeb e la sua foto, come mostra il video seguente, campeggia ora in molti cortei che chiedono un ricambio al potere.

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In un altro video si osservano alcuni uomini cambiare il nome di una piazza per intitolarla a Hamza al-Khateeb in una città che si dice essere Deir el-Zor.

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Seguendo il modello egiziano, in onore di Hamza al-Katheeb è stata anche creata una pagina Facebook “We are all  Hamza al-Khateeb” che echeggia quella del gruppo “We are all Khaled Said”, diventato uno dei centri di informazione e aggregazione virtuale più importanti delle proteste nel Paese delle piramidi. Nella versione in arabo la pagina ha già raccolto l'apprezzamento di oltre 90 mila persone e si candida così ad essere il punto di riferimento virtuale delle sollevazioni.

Il tredicenne era stato arrestato alla fine di aprile durante una marcia definita pacifica dalla famiglia e dai partecipanti. Il suo corpo escoriato e mutilato è stato restituito ai genitori solo un mese dopo.  Preoccupate del furore alimentato dalla morte del giovane e dalla diffusione delle immagini sui social network, le autorità siriane hanno anche hanno riportato versioni differenti dell'accaduto sostenendo il carattere violento del corteo al quale partecipava il ragazzino.

YOUTUBE REVOLUTION? – La vicenda di Hamza al-Khateeb conferma che anche in Siria, dove i reporter hanno accesso limitato al territorio, YouTube è diventato il luogo in cui si combatte la battaglia mediatica e della propaganda. Con le difficoltà giornalistiche del caso, visto che – come accade per tutto ciò che viene prodotto sui social network (come dimostrano, per esempio, i dubbi sorti sul presunto caso della blogger siriana arrestata - il materiale pubblicato è spesso di difficile decifrazione e dubbia attendibilità).

E così dopo il blocco di Internet deciso dal regime settimana scorsa nella speranza di rendere più difficile l'organizzazione delle rivolte, hanno ricominciato ad emergere documenti visivi delle manifestazioni contro Bashar al-Assad. In un video girato in una città che si sostiene essere Hama, per esempio, si possono vedere migliaia di cittadini in marcia fuggire di fronte a quelli che paiono essere spari.

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Simili scene sono rappresentate anche in altre clip che documentano, nuovamente, l'uso di armi da fuoco per disperdere la folla e anche scontri tra manifestanti e polizia. Secondo il New York Times che riporta le cifre degli attivisti, finora la repressione del regime avrebbe provocato 1.300 morti e più di 10 mila arresti.

BRUTALITA' MILITARI – Ma tra i video che sicuramente sono destinati ad accendere di più la rabbia dei cittadini siriani e l'indignazione dell'opinione pubblica internazionale ci sono quelli segnalati dal gruppo di attivisti Syria Youth Free. In uno di questi, accompagnato da una colonna sonora, si osservano alcuni soldati siriani conversare amabilmente, sorridere e ridere accanto ai cadaveri di uomini in abiti civili. Il video più inquietante sulla presunta brutalità dei soldati (ATTENZIONE: immagini molto crude)  mostra però degli uomini in uniforme scherzare, scattare foto e riprendere i corpi di alcuni uomini in abiti civili che paiono essere stati uccisi da colpi di arma da fuoco alla testa, probabilmente da distanza ravvicinata. Postato online il 3 giugno scorso, il documento è stato visto oltre 47 mila volte. Come racconta il blog The Lede del New York Times, potrebbe mostrare un massacro avvenuto sul tetto della moschea di Dara'a, città del sud del Paese. Del video è disponibile anche una versione (ATTENZIONE: immagini moto crude) con sottotitoli in inglese messa a punto dal blogger libico Tasnim Qutait.

LA CITTA' FANTASMA – Infine, alcuni video emersi sul Web mostrano le strade deserte e le serrande abbassate della città di Jisr al-Shughou, vicino al confine con la Turchia, abbandonata dagli abitanti in vista della temuta rappresaglia dell'esercito. Secondo la televisione siriana (ma le versioni sono conflittuali) nello scorso weekend più di 120 soldati sarebbero stati uccisi proprio Jisr al-Shughou. Nella notte di martedì, riporta il quotidiano inglese The Guardian, colonne carri armati dell'esercito si sono radunati intorno alla città.

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