Planking, quando il gioco virale si trasforma in tragedia
MondoE' la moda del momento: farsi fotografare sdraiarti a faccia in giù nei posti più improbabili e poi condividere online. Mentre il tormentone impazza sul web, la scorsa settimana un ragazzo australiano è morto
"A tutto planking": guarda la fotogallery
di Floriana Ferrando
Sdraiati su un prato, in mezzo alla strada, sul ramo di un albero, al parco giochi o addirittura sul carrello del supermercato, basta essere a faccia in giù. Il tutto solo per prendere parte all’ultima moda del web: si chiama “planking” e consiste nello sdraiarsi in posizione orizzontale su qualsiasi oggetto o superficie per il tempo di uno scatto fotografico, come un’asse di legno (da qui il nome planking, da plank, asse), e pubblicare la foto online.
Ecco così che in un batter d’occhio il gruppo Facebook dedicato ha oltrepassato i 200 mila iscritti e online rimbalzano le foto dei partecipanti nelle situazioni più banali (sdraiati su un tavolo o sul pavimento) e in quelle più bizzarre, come nel caso del ragazzo disteso sulle gobbe di due cammelli o di quella bimba immobile su una mucca.
Poi c’è chi decide di sfidare la forza di gravità e si sdraia a metri da terra, sul tetto di una casa o su una ringhiera, o chi mette a dura prova equilibrio e resistenza fisica piazzandosi incredibilmente sulla cima di una scala da imbianchino. O ancora chi, invece, rende partecipe dell’iniziativa il migliore amico dell’uomo: sono numerosi i cani che appaiono tra le foto pubblicate online.
Insomma, non c’è limite alla creatività umana. E neppure alla stupidità, come diceva Albert Einstein. Ma mentre i plankers definiscono il loro hobby come qualcosa di divertente e innocuo che “richiede anni di allenamento costante per perfezionare la tecnica complessa”, come scrive Jake Mason su Facebook, un ragazzo di Sidney è finito in coma a seguito di un incidente avvenuto mentre si trovava sul tetto di un’automobile in corsa impegnato nell’ormai famigerata pratica. E purtroppo si conta già la prima vittima: Acton Beale, 20 anni, australiano di Brisbane, è morto precipitando dal settimo piano di un palazzo. Voleva conquistare il popolo del planking alzando la posta in gioco e sdraiandosi su un balcone a decine di metri da terra.
Il planking ha visto la luce per la prima volta alla fine degli anni Novanta con il nome di Lying Down Game per mano di una coppia di amici inglesi: Gary Clarkson e Christian Langdon, oggi poco più che ventenni, hanno iniziato tutto per gioco: “E’stata una stupidata – spiega Clarkson - una cosa fatta così, per caso”. Ma la moda è esplosa nel 2007 quando i ragazzi hanno aperto una pagina Facebook e un sito dedicato che recita: “Gli autori del Lying Down Game non possono essere ritenuti responsabili di eventuali incidenti, infortuni o procedimenti penali”. Incoraggiante, non c’è che dire.
Il tormentone impazza ormai in tutto il mondo e mentre Facebook, Flickr, Tumblr pullulano di foto divertenti, sul social network di Zuckerberg sono spuntate diverse pagine anti-planking: “È davvero così difficile trovare qualcosa da fare nel tempo libero?” - scrive Shannon Lynch, studente d'arte in California, suggerendo: “Forse dovremmo lanciare la moda della raccolta della spazzatura”. Come darle torto?
di Floriana Ferrando
Sdraiati su un prato, in mezzo alla strada, sul ramo di un albero, al parco giochi o addirittura sul carrello del supermercato, basta essere a faccia in giù. Il tutto solo per prendere parte all’ultima moda del web: si chiama “planking” e consiste nello sdraiarsi in posizione orizzontale su qualsiasi oggetto o superficie per il tempo di uno scatto fotografico, come un’asse di legno (da qui il nome planking, da plank, asse), e pubblicare la foto online.
Ecco così che in un batter d’occhio il gruppo Facebook dedicato ha oltrepassato i 200 mila iscritti e online rimbalzano le foto dei partecipanti nelle situazioni più banali (sdraiati su un tavolo o sul pavimento) e in quelle più bizzarre, come nel caso del ragazzo disteso sulle gobbe di due cammelli o di quella bimba immobile su una mucca.
Poi c’è chi decide di sfidare la forza di gravità e si sdraia a metri da terra, sul tetto di una casa o su una ringhiera, o chi mette a dura prova equilibrio e resistenza fisica piazzandosi incredibilmente sulla cima di una scala da imbianchino. O ancora chi, invece, rende partecipe dell’iniziativa il migliore amico dell’uomo: sono numerosi i cani che appaiono tra le foto pubblicate online.
Insomma, non c’è limite alla creatività umana. E neppure alla stupidità, come diceva Albert Einstein. Ma mentre i plankers definiscono il loro hobby come qualcosa di divertente e innocuo che “richiede anni di allenamento costante per perfezionare la tecnica complessa”, come scrive Jake Mason su Facebook, un ragazzo di Sidney è finito in coma a seguito di un incidente avvenuto mentre si trovava sul tetto di un’automobile in corsa impegnato nell’ormai famigerata pratica. E purtroppo si conta già la prima vittima: Acton Beale, 20 anni, australiano di Brisbane, è morto precipitando dal settimo piano di un palazzo. Voleva conquistare il popolo del planking alzando la posta in gioco e sdraiandosi su un balcone a decine di metri da terra.
Il planking ha visto la luce per la prima volta alla fine degli anni Novanta con il nome di Lying Down Game per mano di una coppia di amici inglesi: Gary Clarkson e Christian Langdon, oggi poco più che ventenni, hanno iniziato tutto per gioco: “E’stata una stupidata – spiega Clarkson - una cosa fatta così, per caso”. Ma la moda è esplosa nel 2007 quando i ragazzi hanno aperto una pagina Facebook e un sito dedicato che recita: “Gli autori del Lying Down Game non possono essere ritenuti responsabili di eventuali incidenti, infortuni o procedimenti penali”. Incoraggiante, non c’è che dire.
Il tormentone impazza ormai in tutto il mondo e mentre Facebook, Flickr, Tumblr pullulano di foto divertenti, sul social network di Zuckerberg sono spuntate diverse pagine anti-planking: “È davvero così difficile trovare qualcosa da fare nel tempo libero?” - scrive Shannon Lynch, studente d'arte in California, suggerendo: “Forse dovremmo lanciare la moda della raccolta della spazzatura”. Come darle torto?