Esplosione in Libano: feriti sei militari italiani

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Le prime immagini dell'attentato
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I soldati impegnati nella missione Onu sono rimasti coinvolti in un attentato nella zona meridionale del Paese, nei pressi di Sindone. In un primo momento si era parlato di vittime. Frattini: "Ridurremo la presenza del contingente". LE PRIME IMMAGINI

L'esplosione di una bomba nel sud del Libano ha investito un automezzo dell'Unifil,
provocando il ferimento di sei caschi blu italiani, nessuno dei quali è in pericolo di vita. La conferma arriva dallo Stato Maggiore della Difesa, che parla del primo attentato dinamitardo degli ultimi tre anni.
"Il bilancio è di sei italiani feriti, di cui due in condizioni gravi, ma nessuno è morto", ha dichiarato Massimo Fogari, portavoce dello Smd. Secondo il portavoce nessun militare italiano coinvolto nell'esplosione è in pericolo di vita.
Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, parlando a margine di un evento a Milano, ha confermato il ferimento dei sei peacekeeper e, quanto ai due colpiti più seriamente, ha precisato: "Uno rischia di perdere un occhio, mentre l'altro ha una lacerazione alla carotide ed è stato già operato".
Nell'arco di pochissime ore, infatti, si sono succedute notizie contraddittorie. Diverse agenzie giornalistiche, facendo riferimento a fonti vicine al Ministero della Difesa, avevano dapprima parlato di un morto, poi di due, prima di smentire la notizia riferendo del ferimento di sei soldati.

Ordigno dietro una barriera di cemento - L'ordigno esploso contro il convoglio era stato nascosto dietro la barriera di cemento armato sul ciglio della superstrada che collega la capitale al porto meridionale.
Il luogo dell'attentato è lo stesso in cui il 1 agosto 2008 fu compiuto un attentato dinamitardo contro un veicolo della missione Onu su cui viaggiavano caschi blu irlandesi, lungo la superstrada che collega Beirut e Sidone, all'altezza della cittadina di Rmeile, circa 30 km a sud della capitale.
Unifil conta complessivamente circa 12.000 tra soldati e personale navale in Libano e il precedente comandante era italiano. L'esplosione è avvenuta proprio nella giornata internazionale dei peacekeeper delle Nazioni Unite , quando i caschi blu uccisi in missione in tutto il mondo vengono commemorati dai colleghi.

Frattini: intenzionati a ridurre la presenza del contingente  - "Mi giungono dal Libano notizie drammatiche, che suscitano grande dolore e sentimenti di profondo cordoglio", questo il commento a caldo del titolare della Farnesina, quando si erano diffuse le prime voci su alcune possibile vittime. "Mi rivolgo ai familiari delle vittime - ha aggiunto - ai quali esprimo la mia vicinanza più sincera e la commossa ammirazione verso chi ha dato la vita per onorare il proprio Paese in una missione di pace, ed auguro pronta guarigione ai feriti".
L'attentato, inoltre, ha spinto il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, a ipotizzare un ridimensionamento del contingente italiano in Libano che attualmente è di circa 1700 soldati.
"Siamo intenzionati a ridurre la presenza del nostro contingente, che non può essere quella di dire che da domani ce ne andiamo, è una riduzione graduale", ha detto il titolare della Farnesina. "E' evidente che si tratta di una decisione che va comunicata in sede Onu, perché questa non è una missione dell'Italia, ma una missione delle Nazioni Unite", ha aggiunto il ministro.
"Siamo vicini ai familiari dei feriti e ai nostri ragazzi impegnati nella missione di pace e auguriamo loro una pronta guarigione", è il messaggio del premier Silvio Berlusconi.

Hezbollah condanna l'agguato - Anche gli Hezbollah hanno condannato l'agguato contro una pattuglia di militari italiani di Unifil nell'area di Sidone. "Sgomento, dolore e rabbia" sono stati espressi dal ministro degli Esteri del movimento sciita, Ali Daghmush, e dal portavoce Ibrahim al Moussawi. Gli Hezbollah, che hanno fatto presente di non avere sotto controllo l'area nella quale è avvenuto l'attentato, hanno aggiunto che l'Italia "ha contribuito alla pace e alla stabilità nel sud, e ha protetto i cittadini che vi vivono".

Missione autorizzata dal Parlamento - Solo pochi giorni fa, il 10 maggio, c'era stato il passaggio di consegne nel settore ovest della missione Unifil, in Libano, fra la brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli, tornata in Italia a conclusione della missione, e la brigata meccanizzata Aosta". Il Parlamento ha autorizzato per questa missione la partecipazione di 1.780 militari.
Per la brigata Aosta, unità dell'Esercito stanziata in Sicilia, si tratta della prima missione in Libano, dopo varie missioni svolte negli anni passati nei Balcani. L'Aosta schiera sul terreno unità tratte da quasi tutti i suoi reparti: Lancieri di Aosta, 6/o Reggimento bersaglieri, 5/o reggimento fanteria Aosta, 62/o reggimento fanteria Sicilia, 4/o reggimento Genio guastatori e il reparto comando e supporti tattici Aosta.

- L'impegno italiano nella missione Unifil -

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