Cellulari e internet, nuovi diritti per gli utenti europei

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Il 26 maggio è entrato in vigore il Telecom Package che garantisce maggiori tutele ai clienti degli operatori tlc e conferisce nuovi poteri alle Authority. Quasi nessuno, Italia compresa, ha ancora recepito la direttiva. E già si annunciano sanzioni

di Gabriele De Palma

Più rapidità nel cambio di operatore telefonico, più trasparenza nei contratti con gli operatori internet e di telefonia mobile sulle politiche di gestione della rete. Sono queste le novità più importanti contenute nel cosiddetto Telecom Package, approvato dal Parlamento europeo nel novembre 2009 e che il 25 maggio dovrebbe fare il suo esordio nelle legislazioni nazionali dei 27 Paesi membri. Il condizionale è d'obbligo visto che si sono fatti trovare puntuali all'appuntamento solo due Stati: Danimarca ed Estonia, e degli altri venticinque qualcuno in più si dovrebbe adeguare entro una decina di giorni. Molti invece, tra cui l'Italia, accumuleranno un ritardo maggiore e dovranno probabilmente pagare qualche multa per infrazione, che il Commissario europeo dell'Agenda Digitale, Neelie Kroes, ha già promesso ai ritardatari. Nel nuovo regolamento europeo non ci sono solo più diritti per gli utenti ma anche nuovi poteri per le Autorità nazionali per garantire più concorrenza nel mercato delle tlc.

Nuovi diritti I cittadini europei avranno più diritti e maggiore facilità di accedere ai servizi di telecomunicazione. Sarà possibile cambiare operatore in un solo giorno lavorativo senza dover cambiare numero (number portability), mentre oggi se ne devono attendere tre per un numero mobile e cinque per un numero fisso.
La durata dei contratti non potrà in nessun caso essere superiore ai due anni, e su richiesta del cliente, dovranno essere disponibili anche offerte di un anno.
Riconosciuto anche il diritto di avere una qualità del servizio assolutamente trasparente sia su rete mobile che fissa e delle misure più forti di risarcimento in caso di performance di connessione inferiori a quanto dichiarato dall'operatore. Se è già possibile misurare la velocità della propria connessione con uno strumento messo a punto dall'Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) e, in caso di insufficienza delle performance, disdire il contratto passando alla concorrenza, quando il Telecom Package entrerà in vigore l'utente potrà chiedere anche un risarcimento danni dall'operatore. Inoltre le politiche di gestione del traffico dovranno essere esplicite nei dettagli e l'utente dovrà esserne informato chiaramente prima della sottoscrizione del contratto. Avremo quindi diritto di sapere esattamente come si comporta l'operatore nei casi di congestione della rete – le ore di punta delle comunicazioni – se vengono limitati, e di quanto, alcuni servizi come il peer-to-peer o il VoIP.
Infine sarà agevolato l'accesso ai servizi di emergenza a livello comunitario, con un unico numero – 112 – per tutti i Paesi membri. 

Maggiore concorrenza - Tra i provvedimenti intesi ad aumentare la concorrenza del mercato tlc ci sono nuovi poteri conferiti alle Autorità nazionali, in Italia l'Agcom. Queste dovranno avere uomini e mezzi sufficienti per adempiere i loro compiti, dovranno essere indipendenti dalle pressioni politiche, avranno facoltà di promuovere norme a tutela della net neutrality (come ad esempio un pacchetto minimo di garanzie per tutti gli abbonamenti internet) e la facoltà di imporre la separazione funzionale della rete (che in Italia appartiene a Telecom Italia) da parte di Agcom, anche se solo come soluzione estrema. Espliciti i riferimenti alla necessità di una normativa per la fibra ottica che ricalchi quella per l'Adsl, tema di attualità nel dibattito regolamentare italiano. Inoltre l'authority ha nuovi strumenti per favorire la net neutrality, attraverso un servizio minimo garantito che la contempli.
I nuovi poteri dati alle autorità nazionali verranno mitigati per evitare pericolose derive protezioniste dalla Commissione stessa in accordo con il nuovo Organismo dei regolatori europei (noto anche come Berec), istituito nel 2010 e composto da un rappresentante per ogni Agcom nazionale.

Ritardo italiano - In Italia il decreto legislativo che contiene le norme comunitarie è alla terza lettura alla Camera, in caso di approvazione dovrà poi passare al Senato prima di diventare legge. Difficilmente vedremo i nuovi diritti diventare attuali prima dell'estate inoltrata. Facile quindi attendersi qualche sanzione da parte della Commissione europea, come già anticipato da Neelie Kroes che ha promesso massima inflessibilità sia nei confronti degli Stati che degli operatori che non rispetteranno i nuovi diritti degli utenti.

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