Muore Bin Laden e scompare "il male". Almeno nei discorsi

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Dalle parole pronunciate da Bush l'11 settembre 2001 a quelle di Obama dopo l'uccisione del leader di Al Qaeda. Passando per l'annuncio della guerra in Afghanistan. Ecco come è cambiato il vocabolario dei presidenti Usa negli ultimi 10 anni. LA TAG CLOUD

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di Alberto Giuffrè

C'era una volta "il male". A evocarlo era l'ex presidente George W. Bush davanti alla nazione, dopo gli attentati del 2001. Quasi dieci anni dopo, insieme all'ideatore degli attacchi, scompare anche quella parola dal vocabolario presidenziale. E lascia il posto alla "giustizia", senza dimenticare i riferimenti patriottici al "Paese". "Justice" e "Country" sono infatti alcuni dei termini più utilizzati da Barack Obama per annunciare l'uccisione di Osama Bin Laden.

Certo, si tratta di discorsi diversi, pronunciati in contesti differenti. Ma possono essere lo spunto per guardare come è cambiato il linguaggio degli inquilini della Casa Bianca dalle torri gemelle al covo in Pakistan dove è stato ucciso il leader di Al Qaeda. Abbiamo così preso in considerazione tre discorsi: quello post 11 settembre, la dichiarazione di guerra all'Afghanistan e l'ultimo del presidente Obama. Li abbiamo analizzati attraverso il meccanismo delle tag cloud. Basta inserire le parole in siti come Wordle per ottenere una rappresentazione grafica in cui i vocaboli si dispongono con una dimensione diversa a seconda di quante volte vengono utilizzati nel testo (guarda la gallery). Come se fossero delle nuvole.

"La nazione ha visto il male, il peggio della natura umana", aveva detto Bush dopo gli attentati del 2001 (GUARDA LA TAG CLOUD).  Pochi mesi dopo la parola sarebbe stata codificata, in un altro discorso, nel cosiddetto "axis of evil", l'"asse del male". Un espressione nata per accomunare quei paesi favorevoli, secondo il governo americano, ad atti terroristici contro gli Usa. Il vocabolo ritorna anche il 7 ottobre 2001. In quel caso, per annunciare la guerra in Afghanistan, l'allora presidente ribadisce l'esistenza di "piani malvagi" (GUARDA LA TAG CLOUD).

E oggi? Secondo alcuni osservatori la politica estera di Obama, nonostante le apparenze, non si è distaccata da quella dell'amministrazione Bush. Sta di fatto però che, almeno nel linguaggio, la presa di distanza è evidente (GUARDA LA TAG CLOUD). Non si parla più di "evil", né di "terrore". Ma allo stesso tempo non si rinnegano le operazioni militari: "Siamo andati in guerra contro Al Qaeda per proteggere i nostri cittadini, i nostri amici e i nostri alleati", dice il presidente Usa in un passaggio del suo discorso di lunedì 2 maggio. E ribadisce, come già fatto in altre occasioni, che gli Usa "non sono e non saranno mai in guerra con l'Islam". Perché "Bin Laden non era un leader musulmano: era un assassino di massa di musulmani". Posizione espressa con parole diverse anche da Bush nell'ottobre 2001: "Gli Usa sono amici dei musulmani e nemici di coloro che profanano una grande religione uccidendo nel suo nome".

E non manca infine nel messaggio di Obama il riferimento toccante a quel giorno del 2001 in cui tutto è iniziato: "Sappiamo che le immagini peggiori erano quelle che il mondo non aveva visto. Una sedia vuota a tavola durante la cena. Bambini costretti a crescere senza la loro madre o il padre. Genitori che non avrebbero mai conosciuto la sensazione dell'abbraccio dei loro bambini. Quasi 3mila cittadini ci sono stati portati via, un buco nei nostri cuori".

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