In Libia oltre “diecimila morti”. E la guerra va avanti

Mondo
libia_guerra_libia_22_marzo_getty_10

Il ministro Frattini, durante l’incontro con il capo dei ribelli Jalil, ha detto che bisogna assicurare fonti di finanziamento agli insorti. E su Gheddafi: “Se in pericolo di vita sarà aiutato”. Un mese fa, il 19 marzo, iniziavano i bombardamenti Nato

Guarda anche:
Tutte le foto sulla Libia
Libia, le parole chiave della guerra
Guerra in Libia: LO SPECIALE
Libia, dalle proteste alla guerra: la cronologia interattiva

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha detto che occorre assicurare fonti di finanziamento ai ribelli da petrolio e attività congelate e che Muammar Gheddafi sarà aiutato se dovesse essere in pericolo di vita (guarda il video in fondo all'articolo). "Il presidente (Jalil) ci ha detto e siamo stati molto toccati da questo, che il loro impegno è per tutto il popolo libico, che ha aiutato e sta aiutando Gheddafi. Se ha bisogno, se è in pericolo di vita sarà aiutato come tutti gli altri libici. Questo è il germe della democrazia e della libertà che noi abbiamo ascoltato", ha detto Frattini in una conferenza stampa congiunta con il capo dei ribelli libici Mustafa Abdel Jalil, durante la quale ha aggiunto che i ribelli hanno stimato in 10.000 i morti in Libia. Un bilancio che arriva a un mese esatto dall’inizio dei bombardamenti ( guarda la cronologia interattiva della guerra ). Era il 19 marzo infatti quando iniziavano i raid aerei di Francia e Inghilterra e venivano lanciati i primi missili Usa contro le forze di Gheddafi . Ad oggi, nella sola città di Misurata , in due mesi ci sarebbero stati mille morti e tremila feriti.

"Il presidente ci ha parlato di 10.000 morti, vittime di un regime sanguinario che ha fatto anche tra i 50 e i 55.000 feriti", ha detto Frattini. Roma ospiterà nella prima settimana di maggio la riunione del gruppo di contatto internazionale sulla Libia. Frattini ha reso noto che in questo ambito sarà cercato uno "strumento legale" per rendere possibile "la vendita di prodotti petroliferi della Cirenaica", ossia la zona in mano ai ribelli. Inoltre, ha proseguito il ministro, si discuterà di "come consentire con strumenti finanziari internazionali di mettere a disposizione del popolo libico fonti di denaro da asset congelati" attraverso il Consiglio nazionale di transizione (Cnt).

Jalil ha invece detto che il Cnt privilegerà i rapporti con Italia, Francia e Qatar. "Ci sarà cooperazione, amicizia forte con Italia, Qatar, Francia in primo luogo. Poi vengono tutti gli altri amici, Stati Uniti, Gran Bretagna che ci hanno sostenuto ma ciascuno a secondo di quanto sostegno ci ha dato", ha detto il capo del Cnt. "Siamo impegnati al rispetto di tutti i trattati e i patti legittimi stipulati in precedenza, solo che andranno a beneficio di tutto il popolo libico e non di un regime", ha aggiunto.

L'Italia ha firmato nel 2008 un trattato di amicizia con la Libia, che prevedeva, tra l'altro misure di contrasto all'immigrazione clandestina e un indennizzo valutato in 5 miliardi di dollari per il passato regime coloniale. Il Trattato, ora sospeso per effetto della guerra, prevede il finanziamento di una serie di opere pubbliche in Libia.

Mondo: I più letti

[an error occurred while processing this directive]