Il capo di stato maggiore del Consiglio nazionale di transizione accusa l'Alleanza atlantica: "Ci ha deluso, non ci offre ciò che ci serve, mentre gli abitanti di Misurata vengono sterminati". Intanto si continua a combattere sud di Bengasi
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I ribelli libici accusano la Nato di "lasciar morire gli abitanti di Misurata". In una conferenza stampa a Bengasi trasmessa in diretta su Al Jazeera, un portavoce dei ribelli, il generale Abdel Fattah Younes, ministro degli Interni di Muammar Gheddafi, passato poi con gli oppositori del regime, ha detto: "la Nato ci ha deluso, non avendoci offerto quello che si serve". “La stampa internazionale deve sostenere con forza il popolo di Misurata e fare appello alla Nato, che lascia gli abitanti di Misurata ogni giorno” ha continuato Younes (nominato alcuni giorni fa capo di stato maggiore militare dal Consiglio nazionale di transizione), vestito con l'uniforme dell'esercito libico e i gradi da generale,davanti alle telecamere. "Se la Nato aspetta ancora una settimana, non resterà più niente a Misurata”, l'Alleanza atlantica, ha continuato, "si sta muovendo con molta lentezza, permettendo alle forze di Gheddafi di avanzare". "Cosa fa la Nato? - s'è chiesto Younes - Bombarda qui e là mentre gli abitanti della città assediata sono sotto la minaccia di essere "sterminati". "La Nato è diventata il nostro problema", ha concluso.
Intanto, sul fronte militare, la Nato annuncia di aver distrutto un terzo della capacità militare di Muammar Gheddafi, ma il rais resiste, e anzi le sue forze avanzano ancora verso est, mettendo sotto assedio la regione petrolifera a sud di Bengasi. Dal 31 marzo, gli aerei dell'Alleanza hanno condotto 851 sortite, e in 334 casi gli aerei hanno compiuto attacchi mirati.
La città di Misurata stretta nella morsa tra Tripoli e Sirte è diventata per la Nato una priorità: "Dei carro armati sono nascosti, delle persone sono usate come scudi umani. Questo è quanto succede a Misurata", ha detto il generale olandese Mark van Uhm, responsabile delle operazioni. A sorpresa però l'Alleanza atlantica ha bloccato le navi dei ribelli che trasportavano armi e aiuti partite da Bengasi e dirette proprio a Misurata. Le armi trasportate dalle navi dei ribelli ''saranno confiscate'', mentre gli aiuti umanitari a bordo potranno giungere a destinazione, ha spiegato la Nato.
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