Libia, offensiva dei ribelli: riconquistate Ajdabiya e Brega

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Gli insorti, aiutati dai raid della Nato, guadagnano terreno. L'esercito di Gheddafi lascia la Cirenaica ma accerchia e bombarda Misurata. Obama: "Abbiamo evitato una catastrofe umanitaria". GUARDA LO SPECIALE

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LE IMMAGINI DI AJDABIYA

Bombe e combattimenti continuano a infiammare la Libia nell'ottavo giorno di intervento internazionale. Mentre gli aerei della coalizione proseguono i raid sulle forze fedeli a Muammar Gheddafi, i ribelli avanzano e conquistano la città di Ajdabiya (GUARDA LE IMMAGINI) e di Brega. Ma Misurata, città portuale a circa 200 chilometri ad est di Tripoli controllata dai rivoltosi, è stata attaccata con carri armati e artiglieria dalle forze del regime fino a quando, nella serata del 26 marzo, sono comparsi aerei nel cielo della coalizione che hanno fatto fermare i bombardamenti.
E mentre a Bruxelles la Nato sta mettendo a punto piani e regole di ingaggio per il passaggio del comando della missione dalla coalizione all'Alleanza - proprio come auspicato dall'Italia nonostante le resistenze francesi - da Washington il presidente Barack Obama ha usato il consueto messaggio del sabato per rassicurare gli americani annunciando che la coalizione internazionale sta vincendo e ha sventato una "catastrofe umanitaria" e "un bagno di sangue".

L'avanzata dei ribelli - Ad essere riconquistate dai ribelli è stata prima Ajdabiya, città a 160 km a sud di Bengasi, considerata la 'porta' verso due importanti centri petroliferi tra cui Brega, situata circa 80 km più a ovest e, almeno secondo alcune testimonianza, espugnata nel pomeriggio. Le due città erano state dapprima conquistate e poi perse dai ribelli tra il 13 marzo e una settimana fa. Questi hanno annunciato di aver inseguito per una trentina di km le truppe di Gheddafi in fuga verso ovest, dove si trova un altro importante centro petrolifero, Ras Lanuf, coprendo dunque circa 270 degli 800 km della litoranea del Golfo della Sirte. Ribelli e fonti ufficiali del regime (che denunciano una strage di civili) hanno attribuito un ruolo decisivo negli sviluppi sul terreno ai raid aerei della coalizione. Riferendosi solo a Ajdabiya, il viceministro degli Esteri libico Khaled Kaaim ha parlato comunque di mera "ritirata strategica" e di una prossima ulteriore riconquista della città. Il centro si presentava come una città fantasma per la fuga di una rilevante parte dei suoi abitanti. Il bilancio di vittime degli scontri è incerto ma i ribelli segnalano nove morti e nove feriti ma altre fonti parlano di almeno 21 soldati di Gheddafi uccisi nei pressi della città dove sarebbe stato catturato anche un generale dell'esercito del rais.

Battaglia a Misurata - Intanto a Misurata, città portuale circa 200 chilometri ad est di Tripoli controllata dai ribelli, è stata attaccata con carri armati e artiglieria fino a quando, in serata, sono comparsi aerei nel cielo della coalizione che hanno fatto fermare i bombardamenti. Il bilancio di una settimana di scontri sarebbe di almeno 115 morti, causati anche da cecchini del regime che - secondo testimonianze, - sparano sui civili.

Continuano i raid - La coalizione internazionale ha effettuato vari raid anche sabato 26 marzo: i jet francesi hanno distrutto proprio a Misurata cinque aerei e due elicotteri nemici. Nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 gli alleati hanno colpito "siti civili e militari" della città di Zliten, a 160 chilometri da Tripoli. Anche la regione di al Watia, a sudovest di Tripoli è stata colpita da missili di lunga gittata mentre la zona di Tajura, periferia est della capitale, è stata colpita da tre esplosioni in successione. Tre missioni aeree sono state compiute tra il 25 e il 26 marzo da caccia F-16 dell'Aereonautica militare italiana schierati a Trapani.

Obama: "Abbiamo evitato un bagno di sangue" - Nel consueto messaggio del sabato il presidente degli Stati Uniti ha rassicurato gli americano sulla situazione in Libia. "La missione in Libia sta avendo successo", ha detto Obama sotto assedio del Congresso che lo accusa di aver preso la missione alla leggera. "Quando uno come Gheddafi minaccia un bagno di sangue e la comunità internazionale è pronta ad agire insieme. E' nel nostro interesse nazionale agire", ha argomentato il presidente sottolineando che la missione in Libia "ha evitato una catastrofe umanitaria e le vite di civili, innocenti uomini, donne e bambini, sono state salvate". Il riferimento di Obama alla comunità internazionale è indirettamente anche alla Nato e quindi all'accordo politico per il passaggio sotto il comando dell'alleanza atlantica di tutte le operazioni militari in Libia. In base a tale intesa, il Comitato militare della Nato, presieduto dall'ammiraglio Giampaolo Di Paola, ha lavorato per pianificare l'intervento.

"Gli Usa e gli alleati pensano ad armare l'opposizione" - Gli Usa e i suoi alleati starebbero pensando ad armare l'opposizione libica. Lo rivela il Washington Post secondo cui il presidente Barack Obama riterrebbe che la risoluzione Onu avrebbe abbastanza "flessibilità" da permettere questo tipo di assistenza. Il giornale americano cita come fonte l'ex ambasciatore in Libia Gene Cretz spiegando che comunque nessuna decisione sarebbe ancora stata presa.
Obama ha ribadito che gli Usa non vogliono uccidere Muammar Gheddafi: "Vogliamo un
cambio di regime ma senza eliminare" il Colonnello, ha detto il presidente secondo il deputato democratico Dutch Ruppersberger citato dal sito web Politico al termine dell'incontro tra Obama e i capi dei gruppi democratici e repubblicani di Camera e Senato alla Casa Bianca.
Il presidente Usa ha anche detto che la missione è un successo spiegando che "è stata evitata una catastrofe umanitaria e le vite di innumerevoli civili, uomini, donne e bambini innocenti sono state  salvate".

Navi italiane passano sotto il comando Nato - Dopo giorni di trattative la Francia ha ceduto sul trasferimento del comando delle operazioni alla Nato. A partire dalla mezzanotte di venerdì 25 marzo, fa sapere lo Stato maggiore della Difesa, sono state trasferite sotto comando Nato le navi italiane portaeromobili Giuseppe Garibaldi; fregata Libeccio; nave rifornitrice Etna; pattugliatore Comandante Bettica.
Sul fronte delle tensioni diplomatiche tra Roma e Parigi, "non siamo assolutamente irritati con la Francia" ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini ai microfoni di Sky Tg24, sgombrando così il campo dalle voci di possibili dissapori sulla gestione della crisi libica (guarda l'intervista).

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