Proibito bere acqua dal rubinetto, vendere e consumare latte, spinaci e verdure nei paesi attorno alla centrale di Fukushima. Sale intanto il bilancio delle vittime: oltre 21mila tra morti e dispersi
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Fumo e vapore sono fuoriusciti da due dei reattori della centrale nucleare giapponese di
Fukushima Daiichi, e la lotta per evitare una disastrosa fusione e lo stop alla diffusione delle radiazioni sembra ancora lontana dalla fine.
La più grave crisi nucleare mondiale da 25 anni a questa parte, in corso a 240 km a nord di Tokyo, è stata provocata l'11 marzo da un fortissimo terremoto seguito da un maremoto, con 9.000 morti accertati e oltre 12.600 dispersi.
I tecnici al lavoro all'interno della zona di evacuazione attorno all'impianto, che si trova sulla costa del Pacifico, nel nord-est del Giappone, hanno riconnesso i cavi elettrici di
tutti e sei i reattori, e in uno di essi sono riusciti ad avviare una pompa di raffreddamento per bloccare il surriscaldamento delle barre di combustibile nucleare.
Ma l'agenzia di stampa Kyodo ha scritto che dal reattore numero 2 è cominciato a uscire fumo, mentre sul 3 è stata individuata una foschia biancastra. Finora, nel corso della
crisi, ci sono stati numerosi scoppi dovuti al vapore prodotto dai reattori, con il probabile rilascio, dicono gli esperti, di piccole quantità di particelle radioattive.
L'operatore della centrale, Tokyo Electric Power Co (Tepco), ha successivamente reso noto che il fumo è diventato vapore, e che comunque si ritiene ci siano le condizioni di sicurezza per lavorare.
Nel frattempo la presenza crescente di tracce di radioattività in verdure, acqua e latte suscita timori tra i giapponesi e anche all'estero, nonostante le rassicurazioni ufficiali sul fatto che i livelli di radiazione non siano pericolosi.
Tepco dice che sono state individuate radiazioni nel vicino Pacifico e non si tratta di un fatto sorprendente data la pioggia e anche l'uso di acqua marina per raffreddare i reattori. Alcuni esperti dicono che non è chiaro dove l'acqua di mare utilizzata sia stata poi dispersa. Lo iodio radioattivo in alcuni campioni marini è 126,7 volte i limiti consentiti, mentre la presenza di cesio è di oltre 24 volte, ma comunque i livelli non rappresentano ancora una minaccia immediata, dice Tepco.
"Bisognerebbe berne per un anno intero per riuscire ad accumulare un millisievert", ha detto un funzionario della società. Le persone di solito sono esposte a 1-10 millisievert
l'anno per le radiazioni di fondo causate da sostanze presenti nell'acqua e nel suolo.
Il Giappone ha invitato alcuni abitanti nelle zone vicine alla centrale a non bere acqua di rubinetto dopo che sono stati riscontrati alti livelli di iodio radioattivo, e ha proibito la
vendita di latte, spinaci e un'altra verdura, la kakina, proveniente dall'area.
Secondo gli esperti comunque le radiazioni sono nettamente più basse di quelle riscontrate attorno alla centrale di Chernobyl dopo l'incindente nucleare del 1986.
L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dice però che l'impatto delle radiazioni è più grave di quanto si pensasse in un primo momento, quando si riteneva che fosse limitato a 20-30 km dalla centrale. Ma il coordinatore regionale dell'Oms Peter
Cordingley ha detto a Reuters che non ci sono prove che cibi contaminati abbiano raggiunto altri paesi.
Intanto gli esperti indicano qualche motivo di speranza in unno dei momenti più scuri del Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale, affermando che la situazione della centrale nucleare sembra in via di miglioramento, soprattutto dopo che nelle ultime 48 ore di sono registrati più passi avanti che arresti.
Ora la priorità è quella di sistemare il reattore numero 2, in modo da far ripartire l'elettricità. E da oggi, il reattore numero 1 è alimentato dalla corrente nel numero 5 funzionano anche le pompe di raffreddamento.
Secondo l'authority Usa per il nucleare la crisi sembra vicina a essere stabilizzata.
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Fumo e vapore sono fuoriusciti da due dei reattori della centrale nucleare giapponese di
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La più grave crisi nucleare mondiale da 25 anni a questa parte, in corso a 240 km a nord di Tokyo, è stata provocata l'11 marzo da un fortissimo terremoto seguito da un maremoto, con 9.000 morti accertati e oltre 12.600 dispersi.
I tecnici al lavoro all'interno della zona di evacuazione attorno all'impianto, che si trova sulla costa del Pacifico, nel nord-est del Giappone, hanno riconnesso i cavi elettrici di
tutti e sei i reattori, e in uno di essi sono riusciti ad avviare una pompa di raffreddamento per bloccare il surriscaldamento delle barre di combustibile nucleare.
Ma l'agenzia di stampa Kyodo ha scritto che dal reattore numero 2 è cominciato a uscire fumo, mentre sul 3 è stata individuata una foschia biancastra. Finora, nel corso della
crisi, ci sono stati numerosi scoppi dovuti al vapore prodotto dai reattori, con il probabile rilascio, dicono gli esperti, di piccole quantità di particelle radioattive.
L'operatore della centrale, Tokyo Electric Power Co (Tepco), ha successivamente reso noto che il fumo è diventato vapore, e che comunque si ritiene ci siano le condizioni di sicurezza per lavorare.
Nel frattempo la presenza crescente di tracce di radioattività in verdure, acqua e latte suscita timori tra i giapponesi e anche all'estero, nonostante le rassicurazioni ufficiali sul fatto che i livelli di radiazione non siano pericolosi.
Tepco dice che sono state individuate radiazioni nel vicino Pacifico e non si tratta di un fatto sorprendente data la pioggia e anche l'uso di acqua marina per raffreddare i reattori. Alcuni esperti dicono che non è chiaro dove l'acqua di mare utilizzata sia stata poi dispersa. Lo iodio radioattivo in alcuni campioni marini è 126,7 volte i limiti consentiti, mentre la presenza di cesio è di oltre 24 volte, ma comunque i livelli non rappresentano ancora una minaccia immediata, dice Tepco.
"Bisognerebbe berne per un anno intero per riuscire ad accumulare un millisievert", ha detto un funzionario della società. Le persone di solito sono esposte a 1-10 millisievert
l'anno per le radiazioni di fondo causate da sostanze presenti nell'acqua e nel suolo.
Il Giappone ha invitato alcuni abitanti nelle zone vicine alla centrale a non bere acqua di rubinetto dopo che sono stati riscontrati alti livelli di iodio radioattivo, e ha proibito la
vendita di latte, spinaci e un'altra verdura, la kakina, proveniente dall'area.
Secondo gli esperti comunque le radiazioni sono nettamente più basse di quelle riscontrate attorno alla centrale di Chernobyl dopo l'incindente nucleare del 1986.
L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dice però che l'impatto delle radiazioni è più grave di quanto si pensasse in un primo momento, quando si riteneva che fosse limitato a 20-30 km dalla centrale. Ma il coordinatore regionale dell'Oms Peter
Cordingley ha detto a Reuters che non ci sono prove che cibi contaminati abbiano raggiunto altri paesi.
Intanto gli esperti indicano qualche motivo di speranza in unno dei momenti più scuri del Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale, affermando che la situazione della centrale nucleare sembra in via di miglioramento, soprattutto dopo che nelle ultime 48 ore di sono registrati più passi avanti che arresti.
Ora la priorità è quella di sistemare il reattore numero 2, in modo da far ripartire l'elettricità. E da oggi, il reattore numero 1 è alimentato dalla corrente nel numero 5 funzionano anche le pompe di raffreddamento.
Secondo l'authority Usa per il nucleare la crisi sembra vicina a essere stabilizzata.