Nuovi raid sulla Libia. La coalizione si spacca sulla Nato

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Continua l’operazione Odissey Dawn contro il regime del raìs. Il governo libico intanto attacca i ribelli a Misurata. Il presidente Usa: "La nostra politica è che Gheddafi se ne vada". Ma è polemica sulla gestione della missione. LO SPECIALE: VIDEO

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E' arrivata al terzo giorno l'operazione "Odissey Dawn" della coalizione internazionale, che ha visto la prima missione anche di caccia italiani al fianco dei jet statunitensi, britannici e francesi. Nella serata di lunedì sono ripresi i raid contro Tripoli. Nel video qui in alto i colpi sparati a Tripoli dalla contraerea nella serata di lunedì.
Il generale americano Carter Ham, comandante dell'Us Africa Command, ha reso noto che le operazioni sulla Libia puntano ora ad estendere la no fly zone. "L'operazione finora è riuscita. E' stata eseguita facendo molta attenzione a evitare vittime civili. L'avanzata delle forze di Gheddafi verso Bengasi è stata fermata" ha detto. L'area della no fly zone sulla Libia avrà un'estensione di mille chilometri". Nel corso della giornata sono riprese anche le missioni degli aerei francesi. Il ministro della Difesa americano, intanto, ha annunciato che presto gli Usa ridurranno la loro partecipazione alle operazioni.

Civili usati come scudi umani
- Le forze fedeli a Muammar Gheddafi avrebbero portato civili a Misurata dalle città vicine per usarli come scudi umani. Lo ha riferito un portavoce dei ribelli, che dal 17 febbraio stanno combattendo la rivoluzione contro il Colonnello. Secondo quanto riferito dagli abitanti della città in mano agli insorti, inoltre, le forze fedeli a Gheddafi hanno sparato sulla folla e almeno quaranta persone sono rimaste uccise.

Scontro sul ruolo della Nato - Crescono intanto le perplessità sul comando della missione. Le operazioni vengono per ora coordinate da Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia, ma sono in molti a chiedere che sia la Nato a farsi carico di gestire gli interventi. Un'ipotesi questa, però, avversata dalla Francia. La Norvegia, intanto, finché la questione del comando non viene risolta, preferisce ritirarsi dalla missione e anche Franco Frattini ha fatto sapere che in caso di comando multiplo la gestione della basi sul nostro territorio tornerà sotto la gestione italiana. E anche il premier Berlusconi ha auspicato che "il comando passi alla Nato".

Obama: "Gheddafi deve andarsene" - Da Santiago del Cile, intanto il presidente americano ribadisce che "la politica Usa è che  Gheddafi vada via", ricordando subito dopo, però che non è questo l'obiettivo del mandato Onu. E per quanto riguarda la gestione della missione, il presidente americano ha assicurato che nei prossimi giorni il comando dovrebbe passare sotto la Nato.

I ribelli:  "E' morto il figlio di Gheddafi" - Nel corso della giornata sono circolate nel Paese voci circa la morte di Khamis Gheddafi, figlio del colonnello Muammar, il quale sarebbe deceduto domenica a Tripoli. Secondo quanto ha annunciato il sito dell'opposizione libica "al-Manara", Khamis sarebbe morto per le ferite riportate nei giorni scorsi quando un pilota dell'aviazione libica passato con l'opposizione avrebbe aperto il fuoco contro di lui nei pressi della caserma di Bab al-Aziziya, nel centro di Tripoli.
Khamis Gheddafi era a capo di una delle brigate del regime impegnate a combattere contro gli insorti. Sesto dei figli del Colonnello, aveva il grado di capitano dell'esercito ed era responsabile del reclutamento e dell'addestramento dei soldati  mercenari africani. La notizia definita "senza senso"

In azione i tornado italiani: non abbiamo lanciato missili - E domenica 20 marzo è stata anche la giornata dei primi Tornado italiani (GUARDA IL VIDEO). Poco dopo le 20, infatti, sono decollati i primi Tornado dalla base di Trapani Birgi, sede del 37esimo stormo dell'Aeronautica militare: sei in tutto gli aerei italiani partiti per la Libia e rientrati poco dopo le 22:30. Uno dei piloti ha dichiarato che non sono stati sparati missili, ma è stato contradetto da un comunicato dello stato maggiore della Difesa. Nella giornata di lunedì anche il premier Berlusconi ha garantito che gli aerei italiani "non hanno sparato e non spareranno".

Colpito il bunker di Gheddafi -
Domenica 20, inoltre, secondo giorno dell'operazione della coalizione internazionale, è stato colpito a Tripoli un edificio del bunker di Gheddafi. Il Pentagono, attraverso le parole dell'ammiraglio William Gortney, ha fatto però sapere che Gheddafi "non è nella lista dei bersagli della coalizione". E una fonte della stessa coalizione lo ha ribadito nel confermare che il complesso di Bab al Aziziya a Tripoli, la residenza di Muammar Gheddafi, è stato obiettivo di un raid aereo in quanto si ritiene che dal suo interno si eserciti il comando e il controllo sulle forze libiche e che è proprio ridurre il potenziale militare delle forze fedeli a Gheddafi lo scopo dell'intervento della coalizione.

Nella serata di domenica 20 marzo alcuni giornalisti occidentali erano stati effettivamente portati al compound che ospita il bunker del Rais dove era stato loro mostrato un edificio completamente distrutto "da un missile" (LE FOTO), secondo quanto riferito da un portavoce del governo libico.

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