Incertezza sulla gestione della missione. Obama assicura: "Entro pochi giorni comando alla Nato". Ma la Francia è contraria e la Norvegia intanto si sfila
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Chi sta coordinando le operazioni contro il regime di Gheddafi? La gestione delle operazioni viene per ora gestita dai tre principali paesi della coalizione dei volenterosi, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, ma sono in molti a chiedere che il comando passi sotto l'ombrello della Nato. Prospettiva che però lascia scettica Parigi.
La Norvegia lascia la missione - Nel dubbio e finché la situazione non è chiarita il governo di Oslo preferisce intanto fare un passo indietro. "La Norvegia sospende la sua partecipazione alle operazioni militari in Libia finché non sarà chiarita la questione del comando" ha detto il ministro della Difesa norvegese Grete Faremo.
L'Italia chiede l'intervento della Nato - Anche secondo Franco Frattini il comando di tutta l'operazione dovrebbe passare sotto l'ombrello dell'Alleanza atlantica. "Se la missione in Libia non passerà sotto comando Nato - ha detto il ministro in una conferenza stampa a Bruxelles dopo l'incontro tra i capi delle diplomazie dell'Ue - l'Italia avvierà una riflessione sull'uso delle sue basi: se ci fosse una moltiplicazione dei centri di comando, dovremmo studiare un modo perchè l'Italia riprenda il controllo delle sue basi".
"In Libia non ci deve essere una guerra" - "Vogliamo verificare molto attentamente tutte le azioni che saranno prese per verificarne la loro coerenza con la risoluzione Onu", ha detto ancora Frattini. "Ecco perché crediamo sia tempo di muovere da una coalizione dei volenterosi ad un approccio più coordinato sotto la Nato, perché la Nato ha l'esperienza e la capacità per guidare un'azione meglio coordinata", ha spiegato il capo della Farnesina. L'Italia intende anche lavorare in stretto contatto con la Lega araba, alla quale Frattini ha inviato un messaggio rassicurante. "In Libia non ci deve essere una guerra, ma la piena implementazione della risoluzione 1973. L'Italia ha accettato di fare parte della coalizione internazionale proprio per fare rispettare il cessate il fuoco, fare fermare le violenze e proteggere la popolazione", ha detto il ministro. "Non vogliamo in alcun modo andare oltre la stretta applicazione della risoluzione Onu", ha rimarcato.
David Cameron: "Operazione sotto la Nato" - A rassicurare gli alleati arriva il primo ministro britannico che, nel corso di un'audizione al Parlamento comunica che l'intenzione della coalizione è che il comando dell'operazione libica passi alla Nato. Cameron poi ha anche difeso, davanti alla Camera di Comuni, la scelta di intervenire in Libia mostrando i risultati ottenuti fino ad ora. I raid della coalizione internazionale, ha detto il premier inglese, hanno "neutralizzato gran parte della contraerea libica". L'attacco inoltre, ha aggiunto, "ha permesso appena in tempo di evitare un massacro a Bengasi". "Il nostro intervento - ha detto Cameron - è pienamente in linea con quello dell'Onu" e l'azione degli alleati non ha altro scopo che quello di "imporre al no-fly zone e di proteggere i civili". Era quindi, ha aggiunto, "necessario e giusto fermare Gheddafi". Riferito al rais il premier britannico ha ricordato che si tratta "dell'uomo che ha detto al popolo di Bengasi che non avrebbe mostrato pietà".
Ma Parigi resta contraria - La Francia finora è stata contraria a una partecipazione diretta dell'Alleanza atlantica alle azioni militari intraprese per far rispettare la risoluzione 1793 dell'Onu, sostenendo che tale presenza rischia di suscitare reazioni negative da parte di numerosi Paesi arabi. "Per il momento la Nato non ha alcun ruolo in questa vicenda" ha detto il generale francese Philippe Ponthies, portavoce del ministero francese della Difesa, nel corso di una conferenza stampa a Parigi. Alle autorità italiane, che chiedono che il comando delle operazioni sia affidato all'Alleanza Atlantica "non ho nulla da rispondere", ha aggiunto Ponthies. Quanto a un eventuale comando integrato, "la priorità non è la sua localizzazione ma il miglior coordinamento possibile". Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, ha fatto però sapere oggi che la Nato è "pronta a sostenere" l'intervento armato in Libia "entro pochi giorni".
Barack Obama: "Entro pochi giorni comando alla Nato" - Da Santiago del Cile, dove è in visita di stato, il presidente degli Stati Uniti ha però assicurato che si cercherà "una rapida, ma responsabile transizione delle operazioni alla coalizione o ad organizzazioni internazionali che siano in misura di proseguire le attività come potrebbe essere necessario" per rispondere alla risoluzione Onu 1973. Gli Stati Uniti, ha spiegato Obama, cederanno "nel giro di giorni, e non di settimane" la guida delle operazioni, e la Nato "sarà coinvolta in una funzione di coordinamento".
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La Norvegia lascia la missione - Nel dubbio e finché la situazione non è chiarita il governo di Oslo preferisce intanto fare un passo indietro. "La Norvegia sospende la sua partecipazione alle operazioni militari in Libia finché non sarà chiarita la questione del comando" ha detto il ministro della Difesa norvegese Grete Faremo.
L'Italia chiede l'intervento della Nato - Anche secondo Franco Frattini il comando di tutta l'operazione dovrebbe passare sotto l'ombrello dell'Alleanza atlantica. "Se la missione in Libia non passerà sotto comando Nato - ha detto il ministro in una conferenza stampa a Bruxelles dopo l'incontro tra i capi delle diplomazie dell'Ue - l'Italia avvierà una riflessione sull'uso delle sue basi: se ci fosse una moltiplicazione dei centri di comando, dovremmo studiare un modo perchè l'Italia riprenda il controllo delle sue basi".
"In Libia non ci deve essere una guerra" - "Vogliamo verificare molto attentamente tutte le azioni che saranno prese per verificarne la loro coerenza con la risoluzione Onu", ha detto ancora Frattini. "Ecco perché crediamo sia tempo di muovere da una coalizione dei volenterosi ad un approccio più coordinato sotto la Nato, perché la Nato ha l'esperienza e la capacità per guidare un'azione meglio coordinata", ha spiegato il capo della Farnesina. L'Italia intende anche lavorare in stretto contatto con la Lega araba, alla quale Frattini ha inviato un messaggio rassicurante. "In Libia non ci deve essere una guerra, ma la piena implementazione della risoluzione 1973. L'Italia ha accettato di fare parte della coalizione internazionale proprio per fare rispettare il cessate il fuoco, fare fermare le violenze e proteggere la popolazione", ha detto il ministro. "Non vogliamo in alcun modo andare oltre la stretta applicazione della risoluzione Onu", ha rimarcato.
David Cameron: "Operazione sotto la Nato" - A rassicurare gli alleati arriva il primo ministro britannico che, nel corso di un'audizione al Parlamento comunica che l'intenzione della coalizione è che il comando dell'operazione libica passi alla Nato. Cameron poi ha anche difeso, davanti alla Camera di Comuni, la scelta di intervenire in Libia mostrando i risultati ottenuti fino ad ora. I raid della coalizione internazionale, ha detto il premier inglese, hanno "neutralizzato gran parte della contraerea libica". L'attacco inoltre, ha aggiunto, "ha permesso appena in tempo di evitare un massacro a Bengasi". "Il nostro intervento - ha detto Cameron - è pienamente in linea con quello dell'Onu" e l'azione degli alleati non ha altro scopo che quello di "imporre al no-fly zone e di proteggere i civili". Era quindi, ha aggiunto, "necessario e giusto fermare Gheddafi". Riferito al rais il premier britannico ha ricordato che si tratta "dell'uomo che ha detto al popolo di Bengasi che non avrebbe mostrato pietà".
Ma Parigi resta contraria - La Francia finora è stata contraria a una partecipazione diretta dell'Alleanza atlantica alle azioni militari intraprese per far rispettare la risoluzione 1793 dell'Onu, sostenendo che tale presenza rischia di suscitare reazioni negative da parte di numerosi Paesi arabi. "Per il momento la Nato non ha alcun ruolo in questa vicenda" ha detto il generale francese Philippe Ponthies, portavoce del ministero francese della Difesa, nel corso di una conferenza stampa a Parigi. Alle autorità italiane, che chiedono che il comando delle operazioni sia affidato all'Alleanza Atlantica "non ho nulla da rispondere", ha aggiunto Ponthies. Quanto a un eventuale comando integrato, "la priorità non è la sua localizzazione ma il miglior coordinamento possibile". Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, ha fatto però sapere oggi che la Nato è "pronta a sostenere" l'intervento armato in Libia "entro pochi giorni".
Barack Obama: "Entro pochi giorni comando alla Nato" - Da Santiago del Cile, dove è in visita di stato, il presidente degli Stati Uniti ha però assicurato che si cercherà "una rapida, ma responsabile transizione delle operazioni alla coalizione o ad organizzazioni internazionali che siano in misura di proseguire le attività come potrebbe essere necessario" per rispondere alla risoluzione Onu 1973. Gli Stati Uniti, ha spiegato Obama, cederanno "nel giro di giorni, e non di settimane" la guida delle operazioni, e la Nato "sarà coinvolta in una funzione di coordinamento".
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