Giappone, le vittime sono migliaia. Torna la paura nucleare

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Aumenta il bilancio dei morti e dei dispersi mentre si registrano i primi contaminati per lo scoppio nell'impianto di Fukushima. Le autorità: “Livelli di radiazione diminuiti”. 400 cadaveri ritrovati in un porto a Nord-est del Paese. FOTO E VIDEO

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Neanche il tempo di una prima stima dei danni causati dallo tsunami (e dei morti, almeno un migliaio ufficiali), e il Giappone deve fare conti con l'incubo nucleare.
Il reattore n.1 della centrale di Fukushima ha problemi gravi al sistema di raffreddamento: prima il fumo, poi un'esplosione (la cui natura non è affatto chiara) manda in frantumi la grande gabbia di contenimento e costringe il governo nipponico a dichiarare l'emergenza 'atomica' ed ampliare l'evacuazione ad un raggio di 20 km.
E' evidente che lo scenario è cambiato, facendo aumentare le incertezze sulla evoluzione della situazione.
Poco prima, il premier Naoto Kan ha rassicurato che non ci sono danni seri, ma ammette la perdita 'minima' di materiale radioattivo. Sono almeno tre i residenti, evacuati dalle vicinanze dell'impianto che risultano esposti a radiazioni.
La tv pubblica Nhk spiega che sono stati scelti a caso, sono tutti pazienti di un ospedale che hanno aspettato i soccorritori su un terreno di una scuola. Tepco, l'operatore della centrale, spiega che la cassa del reattore non è danneggiata, nonostante la potente esplosione.
Tuttavia, l'Agenzia dell'Onu per l'energia atomica nella serata di sabato 12 marzo ha rassicurato che il livello delle radiazioni sta progressivamente diminuendo.

Decine di migliaia di persone disperse - Non lontani dalla prefettura di Fukushima, "in questo momento, ci sono ancora cinque italiani", spiega l'ambasciatore a Tokyo, Vincenzo Petrone, mentre sono 17 gli italiani residenti nelle prefetture più colpite dallo tsunami non contattati (leggi le testimonianze dei connazionali in Giappone). Kan nel pomeriggio parla alla Nazione: invita all'unità e promette l'invio di 50.000 militari: "Dobbiamo ricostruire il Paese dando priorità alla vita umana e lavorare sodo per dare aiuto a chi oggi, domani e dopodomani si troverà senza cibo".
Le notizie che si accavallano nel primo vero giorno di soccorsi sono tremende: circa 10.000 persone risultano disperse a Minamisanriku, città portuale travolta dal violento tsunami, a fronte dei 17.000 abitanti. Sempre nella prefettura di Miyagi, il capoluogo Sendai registra molte zone senza luce, la benzina è razionata, mentre continuano ad affiorare cadaveri lungo la costa.
L'esercito giapponese ha scoperto tra i 300 e i 400 corpi senza vita nel porto di Rikuzentakata (prefettura di Iwate), secondo le prime stime. Gli evacuati, con un calcolo conservativo, sono 300.000 in cinque prefetture, di cui solo 80.000 solo per la centrale di Fukushima; gli edifici ridotti in macerie 3.400, sono 5,57 milioni di famiglie rimaste senza corrente elettrica e un milione senza acqua.

Aiuti da tutto l'Occidente - "Credo che oltre un migliaio di persone abbiano perso la vita", dice il capo di gabinetto Yukio Edano. E' anche la giornata degli aiuti internazionali (i Paesi pronti a fornire assistenza sono saliti a 50) e l'arrivo delle prime squadre di soccorso straniere da Nuova Zelanda, Corea del Sud e Stati Uniti.
Da Seul potrebbero venire anche tre aerei da trasporto militare. Rinviata, invece, la partenza della missione italiana coordinata dalla Protezione Civile (ma anche quelle di Francia, Gran Bretagna e Germania) proprio per la decisione delle autorità nipponiche di accettare nell'immediato soltanto aiuti da Paesi geograficamente più prossimi.
L'Agenzia americana per lo sviluppo internazionale annuncia l'intervento di due squadre di soccorso (72 persone, di cani e di 72 tonnellate di attrezzature), all'indomani della promessa di aiuti del presidente Barack Obama con la portaerei Ronald Reagan, inizialmente diretta verso la Corea del Nord, fa rotta verso le coste nipponiche.

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