Libia, Sarkozy favorevole a un attacco aereo

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Secondo fonti vicine all'Eliseo, la Francia proporrà all'Ue bombardamenti mirati sul Paese. Scetticismo della Germania. Nuovi raid delle forze leali a Gheddafi sulla zona petrolifera di Ras Lanuf. Il figlio del rais: "Vedo la vittoria vicina"

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In Libia le forze fedeli a Gheddafi martellano dall'aria e dal mare le postazioni dei ribelli attorno alla città petrolifera di Ras Lanuf e l'offensiva si spinge sempre più a est, mentre in Tripolitania il regime assicura di aver riconquistato Zawiya. La Francia intanto, per prima, ha riconosciuto ufficialmente il Consiglio nazionale di transizione (Cnt), il governo provvisorio ribelle di Bengasi. L'annuncio è stato dato da Parigi al termine di un incontro all'Eliseo fra un emissario di Bengasi e il presidente francese, Nicolas Sarkozy. Il regime, dopo la notizia, ha fatto sapere di essere pronta a interrompere i rapporti con Parigi.

Parigi: "Bombardare la Libia" - Secondo alcune fonti vicine all'Eliseo, inoltre, Sarkozy intende proporre ai partner dell'Unione europea "bombardamenti aerei mirati" in Libia nella riunione straordinaria prevista per domani 11 marzo.  Secondo la fonte si tratterebbe di "colpire un numero estremamente limitato di punti, da dove partono le operazioni più sanguinose" dell'aviazione di Gheddafi contro civili libici. Sarkozy proporrebbe di bombardare  l'aeroporto militare di Sirte, 500 chilometri a Est di Tripoli, quello di Sebha, nel sud del Paese, vicino alla frontiera col Ciad, e Bab al-Azyzia, centro di comando di Gheddafi a Tripoli. 

Merkel "scettica su impiego mezzi militari" - Il cancelliere tedesco Angela Merkel si è detta "sorpresa" della posizione assunta dalla Francia, che ha riconosciuto il Consiglio nazionale di transizione della opposizione libica e ha messo in guardia contro l'impiego di mezzi militari in Libia. La Merkel, si legge in un comunicato del Bundestag, "si è mostrata sorpresa del fatto che la Francia abbia riconosciuto il Consiglio di opposizione. Non è un riconoscimento di diritto internazionale, Ci sono una serie di attività francesi che sono state rese note solamente molto recentemente". Il governo tedesco ha sottolineato lo "scetticismo del governo tedesco", rispetto all"'impiego di mezzi militari in Libia".

Anche gli Usa in contatto con ribelli
-  Anche gli Stati Uniti sono in contatto diretto con la opposizione in Libia, ha ribadito il portavoce della Casa Bianca Jay Carney. "Siamo in contatto diretto con la opposizione - ha detto Carney durante il briefing quotidiano - questo include importanti membri del Consiglio e altre persone in Libia". "Ci stiamo coordinando con la opposizione per determinare il modo migliore per sostenere le loro aspirazioni", ha aggiunto il portavoce della Casa Bianca.

Rasmussen: "Mandato Onu per la no fly zone" - Dalla riunione dei ministri della Difesa della Nato in corso a Bruxelles, intanto, è intervenuto il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen. "Le violenze volute da Gheddafi contro il suo popolo - ha detto - costituiscono un crimine contro l'umanità" ed ora "il tempo stringe". "Ogni giorno, ogni ora - ha continuato - ci arrivano rapporti di nuove violenze perpetrate dal regime libico contro i civili, cioè dal colonnello Gheddafi contro il suo stesso popolo. Come indicato chiaramente dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, questi attacchi sistematici e generalizzati commessi contro la popolazione civile potrebbero essere crimini contro l'umanità. La comunità internazionale ha reagito più velocemente che mai condannando il regime libico, ma il tempo stringe".

I ministri della Difesa degli stati membri della Nato hanno discusso della possibilità di imporre una no-fly zone sulla Libia, ma Rasmussen ha detto che questo potrebbe avvenire solo se ci fosse un'evidente necessità e se ci fossero chiare basi legali e un ampio sostegno regionale, condizioni al momento non tutte presenti. Per ogni intervento insomma è necessario un chiaro mandato dell'Onu.

Il segretario della Nato ha anche annunciato che l'Alleanza atlantica aumenterà le navi schierate nel Mediterraneo davanti alla Libia. Lo scopo è quello di dare assistenza a operazioni umanitarie e "monitorare l'embargo disposto dalla risoluzione 1970".

La Russa: "Italia seguirà decisioni Nato" - "L'Italia condividerà le scelte della Nato sulla Libia. La nostra posizione non sarà né quella di aizzare né quella di frenare". Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sulla posizione dell'Italia, prima di partire per Bruxelles. "La Nato fa bene a tenere pronte diverse opzioni - ha continuato - la scelta avverrà secondo gli sviluppi della situazione". Alla domanda se l'Italia chiederà ai Paesi Ue di distribuire gli immigrati dal Nord Africa, La Russa risponde: "Questa è una materia che riguarda il ministro degli Esteri".

Alta tensione a Ras Lanuf -  Le forze fedeli a Muammar Gheddafi intanto hanno lanciato un nuovo bombardamento contro le città di Ras Lanuf, El Sider e Brega, con il coinvolgimento di aerei da guerra, carri armati e navi. Bombe o missili hanno colpito un'area a pochi chilometri dalla raffineria di Ras Lanuf, vicino a un edificio della Libyan Emirates Oil Referiny Company (Lerco), secondo quanto riferito da un testimone all'agenzia Reuters. "Una bomba è caduta su un'abitazione civile a Ras Lanuf", ha detto sempre a Reuters il combattente ribelle Izeddine Sheikhy aggiungendo che il bombardamento sembrava provenire dal mare.
Corrispondenti Reuters hanno assistito anche ad un raid aereo su Ras Lanuf. Testimoni hanno detto che il raid ha colpito il checkpoint nella parte orientale della città.
Secondo una fonte medica i morti sarebbero almeno 4 e i feriti 35.
La controffensiva lanciata dalle forze fedeli a Gheddafi ha bloccato lungo la costa orientale l'avanzata dei ribelli, costretti a ritirarsi dalla città strategica di Bin Jawad dopo essere finiti sotto un pesante bombardamento. Ora la linea del fronte si trova tra Ras Lanuf e Bin Jawad, a circa 550 chilometri a est di Tripoli.

E il figlio di Gheddafi, Saif Al Islam, usa toni minacciosi nel rivolgersi ai ribelli. "Voglio dire una cosa a Bengasi, stiamo arrivando. Vedo la vittoria davanti ai miei occhi", ha detto, intervenendo davanti al comitato popolare giovanile di Tripoli.

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