Libia, l'Aja apre un'inchiesta. Obama: Gheddafi oltraggioso

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La Corte penale internazionale indagherà sui crimini contro l’umanità e intanto entrano in vigore le sanzioni dell'Unione europea che prevedono il congelamento delle risorse economiche del rais. Il presidente Usa: “Ora deve andarsene”

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Si stringe la morsa della diplomazia internazionale sul regime libico, in una giornata caratterizzata da una apparente calma che regna nel Paese.
"La Corte penale internazionale ha deciso di aprire un'inchiesta sui crimini contro l'umanità compiuti in Libia dal 15 febbraio scorso" nei confronti di Muammar Gheddafi e dei suoi figli Saif Al Islam, Khamis e Moatassim assieme ad altri responsabili del regime. Questo quanto annunciato dal procuratore generale della Corte, Luis Moreno Ocampo.

Torna a farsi sentire anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che ha affermato che il leader libico Muammar Gheddafi "ha perso ogni legittimità”, e per questo "deve andarsene". "Coloro che si sono resi responsabili di violenze contro il popolo libico saranno ritenuti responsabili. Se Gheddafi se ne va, sarà un bene per il suo stesso popolo". Obama ha inviato questo messaggio al dittatore libico nel corso della conferenza stampa congiunta tenuta alla Casa Bianca con il presidente del Messico, Felipe Calderon. "Gli Stati Uniti sono oltraggiati da quanto sta succedendo in Libia, dalle violenze commesse contro il popolo libico - ha affermato Obama -. Vorrei che fosse chiaro: la violenza deve cessare, Gheddafi deve andarsene". Obama ha sottolineato che sono state poste in essere "sanzioni senza precedenti nei confronti della Libia". "Gli Stati Uniti sostengono le aspirazioni del popolo libico".

Intanto, è operativo il blocco dei beni dei sei principali componenti della famiglia Gheddafi e di 20 stretti collaboratori del regime libico. Il regolamento Ue, che dispone il congelamento di tutti i fondi e le risorse economiche di queste 26 persone, è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Ue ed è entrato immediatamente in vigore.
E le reazioni della comunità internazionale non finiscono qui. La Germania ha chiuso la sua ambasciata a Tripoli per motivi di sicurezza. Lo riferisce il sito dello Spiegel, secondo il quale gli ultimi sei dipendenti della rappresentanza diplomatica hanno lasciato la Libia con un volo di linea diretto a Parigi. La decisione sarebbe stata presa per timore che i combattimenti tra i miliziani di Gheddafi e i ribelli possano estendersi a Tripoli.

L'intervento umanitario, intanto, si concretizza: "Il Consiglio dei ministri ha approvato la missione umanitaria per far fronte alla situazione di vera emergenza che si è creata" ai confini con la Libia, ha annunciato il ministro degli Esteri Franco Frattini. "L'Ue sta valutando come sostenere attraverso la protezione civile europea" la missione italiana, ha aggiunto il titolare della Farnesina.
La situazione libica sarà al centro della riunione straordinaria informale dei ministri degli esteri dei 27 convocata per il 10 marzo a Bruxelles.
Sul tavolo c'è anche la proposta di mediazione avanzata dal presidente venezuelano Hugo Chavez - Gheddafi avrebbe accettato l'idea, secondo notizie non confermate rilanciate da Al Jazira - che la Lega Araba sta analizzando, mentre il Consiglio degli insorti ha escluso ogni dialogo con il rais.

Sul fronte militare, le forze fedeli al rais hanno lanciato un nuovo raid aereo su Brega, il terminal petrolifero sulla costa orientale dove ieri gli insorti hanno respinto un attacco aereo e di terra delle truppe fedeli di Gheddafi.
"Ho sentito un aereo, poi l'esplosione ed ho visto un cratere", ha detto Mohammed Shibli da Brega, precisando che la bomba è caduta vicino all'università di ingegneria che si trova a circa due chilometri dal terminal petrolifero per l'export.
Preoccupazione poi per la sorte di tre marine olandesi, catturati dalle forze del colonnello Gheddafi mentre erano impegnati in operazioni di evacuazione di alcuni europei. I tre uomini sono stati presi in custodia dai militari libici dopo essere atterrati sulla costa nei pressi di Sirte con un elicottero decollato da una nave della marina olandese per recuperare due civili.

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