I Gheddafi: storia di una famiglia divisa

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Saif al-Islam Gheddafi, uno dei due figli rimasto fedele al padre
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Solo due dei sette figli del Colonello gli sono rimasti fedeli. Gli altri hanno cercato di fuggire o si sono schirati contro il padre. Come Saif al-Arab, penultimo genito, che è passato dalla parte dei ribelli

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Saif al-Arab, il penultimo dei figli, ha tradito il vecchio padre ed è passato con i ribelli. La trentaseienne Aisha e l'irrequieto Hannibal hanno tentato la fuga all'estero, invano. Qualcun altro sembra che sia nascosto in Venezuela, nella paradisiaca Isla Margarita. Saif al-Islam, paradossalmente il più riformista, ha scelto invece la fedeltà al leader della Rivoluzione, assediato in queste ore a Tripoli.

Indipendentemente da come andrà a finire, la rivolta in Libia ha spaccato il clan Gheddafi, disperdendo i sette figli del Colonnello e confermando le indiscrezioni - alimentate anche dai dispacci di Wikileaks - sulle numerose liti che avrebbero segnato, in questi anni, il rapporto tra i sette fratelli. Il tradimento più clamoroso è stato quello di Saif al-Arab, che, secondo la stampa iraniana, oggi sarebbe passato al fronte degli insorti. Inviato dal padre a sedare i moti a Bengasi, nel luogo simbolo della protesta, il membro più mondano del clan ha sposato la causa dei ribelli.

Saif el-Islam, 39 anni, è invece il secondogenito. Il suo nome, in arabo, significa 'spada dell'Islam'. Nei giorni della rivolta è diventato il braccio destro del padre, lui che era considerato come il più riformista dello stato maggiore libico e indicato da molti come 'il preferito' per la successione. "Il piano A è di vivere e morire in Libia, il piano B è di vivere e morire in Libia, il piano C è di vivere e morire in Libia", ha detto Saif alla Cnn Turca, sposando le parole del padre nella condanna dei ribelli. Hannibal e Aisha hanno tentato invece la fuga, trovando però le porte sbarrate. Il controverso Hannibal, nato nel 1977, è stato al centro di una crisi diplomatica internazionale quando, dopo essere stato arrestato nel 2008 a Ginevra con l'accusa di maltrattamenti ai domestici, scatenò l'ira del padre nei confronti del Paese elvetico.

Nella notte tra domenica e lunedì scorsi, il fumantino quinto figlio del leader è fuggito in aereo con la moglie in Libano, ma Beirut gli ha negato il permesso ad atterrare. Mentre Aisha, unica femmina del clan Gheddafi, è stata respinta dalle autorità maltesi due giorni fa, anche se l'avvocato 36enne, sposata con un cugino di suo padre, ha negato in tv il tentativo di fuga. Chi si è recato nell'Est del Paese per guidare la contro-rivolta restando fedele al regime è il terzogenito Saadi, militare, presidente dell'Associazione del calcio libico ed ex giocatore che qualche anno fa militò anche nel Perugia e nell'Udinese, collezionando solo panchine e figuracce.

Della sorte degli altri, si hanno solo frammenti di notizie. Uno dei figli, il cui nome non è stato reso noto, si troverebbe in Venezuela da almeno due giorni. Khamis, il più piccolo della cricca, è invece alla guida della 32/esima Brigata dell'esercito e ha combattuto contro i ribelli a Misurata. Mohammed, il primogenito, è pressoché sparito dalle cronache mentre Mutassim è consigliere per la politica di sicurezza nazionale, dopo che in passato un duro scontro con il padre lo portò a scappare in Egitto. Chissà che non sia lui a nascondersi tra le palme dell'Isla Margarita.

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