L'egittologo Zahi Hawass, il ministro di Stato per le antichità sotto Mubarak, racconta quando alcuni rivoltosi fecero irruzione in cerca di reperti. "Ho trovato gli egiziani difendere l’edificio con il proprio corpo". GUARDA IL VIDEO
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"Quando sono arrivato al Museo del Cairo, ho trovato gli egiziani difendere l’edificio con il proprio corpo. Tutti loro mi esortavano: protegga il Museo". Zahi Hawass, egittologo di fama mondiale ed ex ministro per le antichità sotto Hosni Mubarak, ha raccontato a National Geographic Channel cosa accadde al Museo del Cairo nei giorni delle proteste contro il rais. L'intervista andrà in onda 25 febbraio alle 21 sul canale 403 della piattaforma Sky (qui sopra un estratto) e ricostruirà i giorni più convulsi della rivolta, quando anche le antichità custodite nel museo vennero messe in pericolo e rischiarono la razzia.
“Quando incontrai per la prima volta la stampa – ricorda Hawass – spiegai che il museo era salvo: niente era stato rubato. Intendevo che i capolavori del museo non erano stati toccati. Facendo l’inventario, scoprimmo che mancavano otto oggetti. Compiendo una serie di ricerche, ne abbiamo rinvenuti quattro. E sono sicuro che alla fine li ritroveremo tutti. Sempre durante l’inventario scoprimmo che tredici vetrine erano state aperte. Dentro c’erano 70 oggetti, di cui 20 in pessime condizioni. Ma abbiamo lavorato duramente e siamo riusciti a restaurarli in maniera meravigliosa”.
“Ad ogni modo, la cosa più importante – conclude Hawass – è che i principali monumenti dell’Egitto sono stati risparmiati, come la valle dei Re dove si trova la tomba del Re Tutankhamon. Siamo entrati in ogni Piramide e, grazie al cielo, tutte le tombe erano intatte”.
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“Quando incontrai per la prima volta la stampa – ricorda Hawass – spiegai che il museo era salvo: niente era stato rubato. Intendevo che i capolavori del museo non erano stati toccati. Facendo l’inventario, scoprimmo che mancavano otto oggetti. Compiendo una serie di ricerche, ne abbiamo rinvenuti quattro. E sono sicuro che alla fine li ritroveremo tutti. Sempre durante l’inventario scoprimmo che tredici vetrine erano state aperte. Dentro c’erano 70 oggetti, di cui 20 in pessime condizioni. Ma abbiamo lavorato duramente e siamo riusciti a restaurarli in maniera meravigliosa”.
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