Obama telefona al re del Barhein: "Basta violenze"

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Il principato arabo è uno dei principali alleati americani. Il sovrano ha incaricato l'erede al trono di aprire trattative, ma dall'opposizione arriva un secco no: "Prima si deve dimettere il governo"

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In una telefonata al re del Bahrein, Hamad bin Isa al-Khalifa, il presidente americano, Barack Obama ha "condannato l'uso della violenza contro i pacifici manifestanti e ha sollecitato con forza il governo" del piccolo emirato del Golfo "a mostrare moderazione". "Da alleato di lunga data del Bahrein", ha riferito una nota della Casa Bianca, "gli Usa ritengono che la stabilità del Paese dipenda dal rispetto dei diritti universali e da riforme che rispondano alle aspirazioni di tutti i cittadini".

Un alleato importante - Il Bahrein ospita la Quinta Flotta Usa ed è un alleato strategico dell'America nel Golfo. In un altro comunicato diffuso a margine di una visita in Oregon, Obama si era detto "profondamente preoccupato" dalle notizie di violenze in Bahrein, Yemen e Libia. "Gli Usa", ha ricordato il presidente americano, "condannano l'uso della violenza da parte dei governi contro manifestanti pacifici in questi Paesi o dovunque possa accadere". Ai governi dei tre Paesi viene chiesto di "mostrare moderazione nel rispondere a proteste pacifiche e di rispettare i diritti dei loro popoli".

Proposta di riforma - L'invito del presidente Usa è stato recepito dal re del Bahrein, che ha incaricato il principe ereditario di avviare un dialogo nazionale con "tutte le parti" per risolvere la crisi innescata dalle proteste di piazza. Al principe ereditario, lo sceicco Salman bin Hamad Khalifa, il re ha dato "tutti i poteri per esaudire le speranze e le aspirazioni di tutti gli onorati cittadini", si legge nel comunicato del Palazzo reale del piccolo emirato del Golfo. Ma il principale gruppo di opposizione sciita ha posto come condizione per il dialogo le dimissioni del governo e il ritiro dei militari dalle strade.

Il no degli sciiti
- Abdul Jalil Khalil Ibrahim, capogruppo parlamentare di Al Wefaq, il principale blocco sciita, ha avvertito che "per prendere in considerazione il dialogo, il governo di deve dimettere e i militari si devono ritirare dalle strade". Per Ibrahim l'offerta di dialogo "non è seria" e per questo ha invitato le autorità ad avviare "misure serie e sincere, adeguate all'attuale situazione che è grave e temo sia finita fuori controllo". L'Al Wefaq, che controlla 18 seggi su 40 in Parlamento, si è ritirato per protesta.

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